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Il diritto di scegliere: autonomia riproduttiva tra desiderio, ostacoli e nuove prospettive
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Foto: Unsplash.com
Il mondo si confronta oggi con scenari demografici sempre più diversificati. In alcune aree del pianeta la popolazione continua a crescere, anche se meno rapidamente rispetto al passato. In altri contesti, come in Italia, le nascite continuano a diminuire e la popolazione invecchia progressivamente. In questo scenario, il nodo cruciale non è tanto il numero di figli che si fanno, ma piuttosto l’autonomia riproduttiva: quanti, davvero, hanno la possibilità di scegliere se e quando diventare genitori?
Secondo il Rapporto sulla popolazione del mondo 2025 dell’UNFPA, l’Agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva, la vera emergenza non riguarda il numero assoluto delle nascite, bensì l’impossibilità per molte persone di realizzare i propri progetti riproduttivi. Una realtà che accomuna Paesi con alti e bassi tassi di fecondità. In Italia, per esempio, solo il 36% della popolazione prevede di avere il numero di figli desiderato, mentre una quota significativa — il 34% tra gli over 50 — dichiara di averne avuti meno rispetto alle proprie intenzioni.
Come sottolinea Elena Ambrosetti, demografa e ordinaria di Demografia dell’Università La Sapienza di Roma, «La nostra società fatica ad adattarsi ai cambiamenti. Abbiamo una visione semplicistica del mondo: sovrappopolazione da una parte, denatalità dall’altra. Ma la realtà è più complessa e segnata da profonde disuguaglianze». A livello globale, convivono infatti situazioni di gravidanze indesiderate e difficoltà ad avere figli, spesso all’interno delle stesse società o addirittura delle stesse persone nell’arco della vita.
In Italia, il tema si intreccia con un lungo processo di transizione demografica. Il tasso di fecondità è passato da 1,42 figli per donna nel 2008 a 1,2 nel 2023. Se un tempo il problema era la difficoltà ad avere figli per ragioni economiche, oggi si sommano fattori culturali e sociali. Come evidenziato dalla ricercatrice Francesca Luppi, demografa e ricercatrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nelle economie avanzate sta avvenendo un cambiamento generazionale nelle preferenze: i dati del Rapporto Giovani 2024dell’Istituto Toniolo dicono che dal 2012 al 2022 la quota di giovani tra i 18 e i 34 anni che dichiarano di voler almeno un figlio è scesa dal 95% all’85%, e che è cresciuta la percentuale di chi si dichiara esplicitamente childfree (15% nel 2022), con un’incidenza maggiore tra le donne (18%) rispetto agli uomini (12%)...