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“Non è sufficiente limitarsi ad iniziative straordinarie. L’impegno per la giustizia richiede un autentico cambiamento dello stile di vita, soprattutto nelle società del benessere”. (Giovanni Paolo II)
Introduzione
Siamo costantemente bombardati da informazioni riguardanti l’andamento dell’economia, della società, messi a confronto con altre realtà sociali, in nome del progresso e di quella che dovrebbe essere una crescita costante. Oggi ci troviamo al crocevia di diverse crisi: finanziaria, economica, ecologica oltre che sociale e politica, che si sviluppano con ritmi e tempi diversi in una congiuntura preoccupante. E' una crisi profonda e globale dell'intero modello di sviluppo, che ci impone di saper leggere, in tutta la sua complessità, il messaggio che la crisi porta con sé: quello dell’insostenibilità di una forma di vita volta all’incentivazione del consumo ad ogni costo, anche al di là delle reali possibilità delle persone, delle comunità e dell'ambiente. Questa insostenibilità costringe chi vuole uscirne, a pensare in modo diverso, a modificare il modo di consumare e di produrre, privilegiando il sostenibile all'irresponsabile, il durevole e riciclabile al deperibile, il qualitativo al quantitativo.
Cambiare stile di vita
Esistono tanti buoni motivi per promuovere e diffondere cambiamenti di stili di vita. Significa contribuire a proteggere l'ambiente di fronte alle previsioni drammatiche degli esperti sugli effetti dei cambiamenti climatici. E’ proprio grazie a stili di vita sostenibili adottati nella vita quotidiana che possiamo creare un mondo rispettoso dell’ambiente naturale e dei principi di solidarietà ed equità sociale. Le “buone pratiche” sostengono un'azione che permetta a una comunità, un’amministrazione pubblica o un’impresa di muoversi verso forme di gestione o azioni sostenibili a livello locale. In generale possono essere attuate sia da un insieme sistematico di azioni che da piccoli interventi di carattere incrementale.
Culturalmente significa porsi degli interrogativi sulle conseguenze che possono avere le nostre azioni quotidiane nel presente, nel futuro e sul resto del mondo. L'UNEP (Programma delle Nazioni Unite sull' Ambiente) e l'UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura) hanno istituito YouthXchange, un network di informazione e di educazione sul consumo sostenibile indirizzato ai giovani e, a tal fine, pubblicato una guida (in.pdf).
Nel 2009 la campagna nazionale UNESCO di Educazione allo Sviluppo Sostenibile che si è svolta dal 9 al 15 novembre è stata dedicata al tema della Città e della Cittadinanza. Le iniziative realizzate per la settimana UNESCO hanno toccato temi diversi, come mobilità, inquinamento, bio-architettura, intercultura, integrazione, partecipazione e sono tutte accomunate dalla finalità di sviluppare la consapevolezza e le capacità necessarie a costruire una città ecologica e solidale, orientata alla qualità della vita e ad una cittadinanza responsabile e democratica.
Anche i cambiamenti climatici ormai evidenti, le fonti fossili sempre più scarse e costose, impongono una svolta: si deve ripensare l’energia. Fonti rinnovabili ed efficienza energetica devono diventare il denominatore comune di ogni attività umana, se si vuole migliorare l’ambiente sia per il presente che per il futuro. In molte città italiane esiste l'Ufficio Educazione Ambientale, le cui attività proposte organizzate hanno l’obiettivo di promuovere, attraverso l’informazione e la divulgazione, le conoscenze indispensabili per favorire nei cittadini lo sviluppo di capacità progettuali e scelte responsabili nei confronti dell’ambiente. L’educazione ambientale in generale, è prevista anche da Agenda 21, il documento di intenti per la promozione di uno sviluppo sostenibile redatta alla Conferenza ONU su Ambiente e Sviluppo tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992, e si rivolge a tutti i cittadini senza distinzioni e coinvolge tutti i soggetti, pubblici e privati.
Le proposte dell'altra economia
Cambiare il proprio stile di vita, in direzione di una maggiore ecosostenibilità, a prescindere dalle decisioni della governance mondiale, appare sempre più come una via inevitabile: migliorare la propria vita e proteggere l’ambiente imparando/educandoci a rinunciare. Anche un semplice gesto, può essere importante sia per noi, sia per l’ambiente. Usare con intelligenza l’energia, fare di più con meno è possibile coniugando tecnologie innovative e nuovi stili di vita.
Tra i sostenitori dell’economia alternativa ci sono persone che non approvano il sistema economico attuale e hanno provato nel tempo a dare risposte diverse. Le risposte finora sperimentate passano soprattutto attraverso la prassi di stili di vita differenti rispetto a quelli della maggioranza delle persone; per esempio non comprando prodotti di aziende che non rispettano i diritti dei lavoratori e preferendo prodotti equo-solidali provenienti dai Sud del mondo; oppure formando un Gas (Gruppo d'acquisto solidale) per sostenere i piccoli produttori locali mangiando sano e biologico. I Gas, nel loro IX Congresso si sono interrogati se sia ora di fare sistema, oltre che rete e progettare un'alternativa di società.
Dal Centro nuovo modello di sviluppo di Vecchiano, fondato tra gli altri da Francesco Gesualdi - esponente storico del mondo dell'altra economia - sono partite molte campagne e iniziative che hanno inciso profondamente sul modo di pensare ed agire, all'interno dell'altra economia, come per esempio l'attacco ai metodi delle multinazionali con il boicottaggio, il consumo critico e la sobrietà. “Bisogna andare oltre - dice Gesualdi - ho la sensazione che molti stiano vivendo le iniziative attraverso il consumo come una sostituzione degli altri livelli di impegno (il voto, il sindacato, la rivendicazione, la partecipazione locale) che ho sempre ritenuto necessari. Ma così, frammentati in tanti rivoli, siamo come moscerini incapaci di incidere: non abbiamo scelta o ci sobbarchiamo il compito di progettare un'alternativa di società, dove i diritti vadano d'accordo con l' ambiente, o siamo destinati a soccombere”.
Il direttore di Valori Andrea Di Stefano, sostiene che per modificare a fondo l'economia in senso egualitario, non basta parlare di stili di vita, bisogna parlare di modelli di società. L'arcipelago solidale si è venuto formando nel tempo, come risposta alternativa alle esigenze delle persone e delle comunità, i numeri di queste iniziative cominciano a farsi notevoli: sono 599 i Gas registrati nel sito ufficiale italiano, dove ci sono anche le istruzioni per farne nascere uno.
Ci sono poi i Distretti dell'economia solidale (Des) in cui si confrontano soggetti della cooperazione sociale, il volontariato, i produttori. Ci sono le Mag (Mutue di autogestione) il cui fine principale è quello di consentire l’accesso al credito a soggetti del mondo non profit impegnati in progetti a forte connotazione sociale ed ambientale, realtà ormai consolidate. La creazione di molti Des-Res (Reti di economia solidale) è stata stimolata dagli enti locali, Regioni o Comuni che con le loro "buone pratiche" nei settori delle rinnovabili, del riciclo, della filiera corta produttiva riescono a contrastare le fragilità territoriali, fatte di piccoli borghi che si spopolano perché isolati e senza servizi.
E c'è Banca Etica che l'anno scorso, in piena crisi economica e di sfiducia finanziaria ha visto aumentare la raccolta del 16% e i finanziamenti del 15% rispetto al 2007. Dal risveglio della cosiddetta società civile e dalla maggiore sensibilità per il consumo critico, nascono campagne mondiali di boicottaggio dei prodotti delle multinazionali che violano i diritti dei lavoratori (ma anche degli animali o che non rispettano l'ambiente), e si diffonde sempre di più il commercio equo e solidale e il turismo responsabile.
Da segnalare è la Clean Clothes Campaign, la più grande alleanza di sindacati e delle Ong, che si occupa del miglioramento delle condizioni di lavoro nelle industrie di abbigliamento e articoli sportivi, e opera con una rete di partner di oltre 250 organizzazioni in tutto il mondo. In Italia la Campagna internazionale Clean Clothes -Abiti Puliti, è rappresentata da quattro organizzazioni: Centro nuovo modello di sviluppo, Coordinamento Lombardo Nord/Sud del mondo, FAIR e Mani Tese.
Le buone pratiche ecologicamente e socialmente sostenibili
Una buona pratica in generale deve possedere quattro requisiti: trasferibilità, concretezza, coinvolgimento, novità. Questi quattro requisiti servono a tradurre la buona pratica in modelli applicabili in contesti diversi. Alcuni esempi di applicazione: nel 1992 a San Francisco, grazie all'intuizione di Chris Carlsson, nascono le pratiche di Critical Mass (massa critica) che rivendicano il diritto di percorrere le grandi città del pianeta andando in massa in bicicletta, per rallentare il traffico e imporre in questo modo un uso più umano della città. Negli ultimi anni la Federazione italiana amici della bicicletta (FIAB) nell'ambito dell' ECF (European Cyclists' Federation) un apposito gruppo di lavoro di cui fanno parte diversi membri europei, ha elaborato un progetto di Rete Ciclabile EuroVelo (European Cycle Route Network) che copre tutta l'Europa.
L'applicazione del ciclo corto o filiera corta dei prodotti per facilitare i rapporti tra produttori e consumatori locali e razionalizzare la distribuzione finale delle merci, con un maggior consumo di produzioni locali è ormai in grado di rendere compatibili alti redditi per i produttori e bassi costi per i consumatori e per l'ambiente. Nascono così varie iniziative nazionali e internazionali come i presidi slow food, da cui nasce Terra Madre che riunisce tutti coloro che fanno parte della filiera alimentare per difendere insieme agricoltura, pesca e allevamento sostenibili e per preservare il gusto e la biodiversità del cibo; si diffondono le farmer market (dei coltivatori diretti) che accorciano la filiera di distribuzione e altri produttori e commercianti che vendono prodotti denominati a Km 0.
Sulla scia delle teorie della Decrescita che considerano il modello di sviluppo attuale, basato esclusivamente sulla crescita economica, dannoso e insostenibile e puntano ad una trasformazione complessiva della società in una più conviviale, autonoma e sobria, e della diffusione del pensiero dell'economista Serge Latouche e dell'ecologista Maurizio Pallante sono nati i cantieri della decrescita, di cui fanno parte le già citate Reti di Economia Solidale e i Gruppi di Acquisto Solidale.
Altre iniziative degne di nota sono i Bilanci di Giustizia, la campagna dell' associazione Beati Costruttori di Pace rivolta alle famiglie che propone di “consumare meno consumare meglio”, i progetti di economia delle relazioni nelle aree fragili. Questi possono essere considerate sperimentazioni concrete di una logica del dono e della reciprocità che non riguardano solo gli oggetti ma spesso si tratta di scambio di servizi, tempo e competenze.
A tal proposito si sono costituite le Banche del Tempo, ormai diffuse in molte città. Trattasi di associazioni dove ciascun socio, mette a disposizione qualche ora per dare ad un altro socio una sua competenza. Le "ore" date vengono "calcolate" e "accreditate" o "addebitate" nella Banca. Queste e tante altre iniziative, sono segni tangibili di una maggiore e rinnovata attenzione della società civile, alla sostenibilità ambientale e sociale ed ad un nuovo e migliore stile di vita.
Bibliografia
Francesco Gesualdi“L'altra via. Dalla crescita al benvivere, programma per un'economia della sazietà”, Terre di Mezzo, 2009
Francesco Gesualdi, Sobrietà. Dallo spreco di pochi ai diritti per tutti, Feltrinelli, 2005
Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al consumo critico 2009, EMI, 2008
UNESCO – UNEP, YouthXchange, verso stili di vita sostenibili, META, 2005
Serge Latouche, Breve trattato sulla decrescita serena, Bollati Boringhieri, 2008
Maurizio Pallante, La felicità sostenibile. Filosofia e consigli pratici per consumare meno, vivere meglio e uscire dalla crisi, Rizzoli, 2009
Lorenzo Valera, GAS Gruppi di Acquisto Solidale. Chi sono, come si organizzano e con quali sfide si confrontano i GAS in Italia, Terre di Mezzo, 2005
Cristina Gabetti, Tentativi di eco- condotta. Per nuovi stili di vita, Rizzoli, 2008
(Scheda realizzata con il contributo di Gabriella Corona)
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