Cisgiordania: Israele riprende la costruzione di nuove case nelle colonie

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Conto alla rovescia. A poco meno di due settimane dalla fine del “settlement freeze”, il congelamento di nuove costruzioni in Cisgiordania imposto dieci mesi fa, e a alla vigilia del secondo incontro dei negoziati diretti tra israeliani e palestinesi che si svolgerà in Egitto martedì 14 settembre, l’attenzione di media e ong israeliane e palestinesi si sposta su un nuovo rapporto pubblicato dall’associazione Peace Now.

Come denunciato dall’organizzazione e riportato dal quotidiano Haaretz, infatti, 2066 unità abitative per coloni potranno essere costruite immediatamente al termine del periodo di congelamento. I permessi sarebbero già stati ottenuti, i lavori per le fondamenta già iniziati.

2066 unità abitative all’interno di 42 insediamenti, realizzabili nel giro di pochi mesi. 136 nella colonia di Ariel, 70 a Talmon, 41 a Vered Yericho, 22 a Shilo, 300 a Givat Ze’ev, 260 a Modi’in Illit, 70 a Mevo Horon.

Numeri che, come dichiarato dai portavoce dell’organizzazione, risulterebbero sia dai lavori di preparazione effettuati negli ultimi due anni all’interno degli insediamenti che dai permessi emessi dalle autorità locali delle colonie. Ma si tratterebbe comunque di dati parziali, in quanto la maggior parte delle colonie non rilascia informazioni ufficiali sulla quantità di permessi approvati.

Ipotizzabile, poi, la costruzione di altre 11.000 abitazioni a breve: le unità in questione non necessiterebbero, infatti, di ulteriori approvazioni governative. Se Netanyahu non dovesse rinnovare l’ordine di congelamento a fine mese, insomma, potrebbero essere costruite in base a piani urbanistici già esistenti.

Circa 38.000 abitazioni inoltre, sarebbero previste all’interno di piani approvati in passato: case mai costruite, per la cui realizzazione saranno necessari altre approvazioni governative. (Mappa in pdf “Potenzialità nelle colonie”)

Alla luce di questi dati secondo Peace Now, di conseguenza, non sarà sufficiente un <congelamento tacito>. “Se il Governo non approva nuove costruzioni, ma non rinnova l’ordine di congelamento, i coloni potranno comunque costruire 13.000 unità abitative, 5000 delle quali si trovano ad est rispetto al muro di separazione”, dichiarano i portavoce.

È pur vero che si tratta di supposizioni teoriche, in quanto, come specificato nel rapporto, le abitazioni potranno essere solo costruite in caso di necessità e non in tutti gli insediamenti ci sarebbe un numero sufficiente di israeliani disposti a comprare casa. L’implementazione, infatti, dipenderà dall’eventuale richiesta. “ È comunque chiaro”, precisa Peace Now, “che la fine della moratoria aprirebbe le porte a un’espansione massiva delle colonie in Cisgiordania”.

Michela Perathoner (inviata di Unimondo)

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