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Si torna a parlare di Scam City
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Immagine: una "Scam City" sul confine birmano tailandese al di là del fiume Moei. Atlanteguerre.it
di Emanuele Giordana
Oltre duemila cybertruffatori detenuti in una “città della truffa” birmana sono stati liberati dai militari della giunta golpista al potere in Myanmar che ha inoltre confiscato 30 terminali satellitari Starlink, la rete che fa capo a Elon Musk, utilizzati dai centri truffa al confine tra Thailandia e Myanmar.
Ne ha dato notizia domenica il quotidiano del regime The Global New Light of Myanmar secondo cui i militari hanno occupato l’area di KK Park, nota per essere un centro di truffe online (una Scam City come vengono chiamate) sul confine a Sud della città di Myawaddy: in totale sarebbero stati arrestati dal gennaio scorso “9.551 cittadini stranieri entrati illegalmente in Myanmar. Tra questi, 9.337 sono stati deportati nei rispettivi Paesi attraverso la Thailandia... mentre altri 214 sono in preparazione per il rimpatrio”. E’ l’ultimo capitolo di una vicenda nata nell’era del Covid quando le “Sin City” (città del vizio con casinò e prostituzione nate lungo i confini della Thailandia in Cambogia, Laos e Myanmar) si sono trasformate in “Scam City”, non potendo più ricevere i giocatori d’azzardo per via del virus. Da allora sono sorte decine di Scam Center gran parte dei quali in Myanmar dove vivrebbero, prigionieri informatici delle gang mafiose della regione, quasi la metà dei circa 300mila schiavi informatici assoldati con l’inganno e obbligati a truffare tramite cellulari, computer, AI e investimenti falsi in criptovalute, cittadini cinesi, americani ma anche indiani o europei. Truffe miliardarie che secondo l’Interpol varrebbero, per le truffe telematiche dal solo Sudest asiatico, attorno ai 3mila miliardi di dollari. Una cifra da capogiro.
Secondo gli osservatori, l’ultima operazione di polizia birmana con la liberazione dei 2000 scammer (una prima in gennaio ne aveva liberati circa 7mila) sarebbe la conseguenza delle pressioni cinesi sulle autorità birmane che in realtà ricavano un guadagno dalla gestione indiretta degli Scam Center, gestiti dalla mafia delle Triadi alleata con le mafie locali e, nel caso del confine birmano-thai, con un gruppo di rinnegati Karen che, alleandosi con la giunta e formando le Border Guard Foces (Bgf), avrebbero tradito la causa del loro popolo in lotta attualmente col regime golpista di Naypyidaw.
Il caso di KK Park però è controverso. La giunta accusa la Karen National Unione (Knu, la tradizionale forza autonomista karen) di essere la padrona del KK Park ed in effetti la cittadina è nata per volere della Knu. Ma miliziani della Bgf sono stati visti all’interno del complesso e la Knu ha sempre respinto le accuse di attività criminale accusando anche suoi elementi di aver scelto attività criminali anziché attività anti giunta. Non è da escludere che il controllo di KK Park faccia parte, come altre vicende, della guerra birmana che vede in quest’area (una delle principali vie d’accesso commerciali al Myanmar) lo scontro tra Bgf e militari golpisti, che hanno ripreso il controllo della zona, e la Knu. KK Park potrebbe far parte dell’oscura partita di finanziamenti che fa gola ai vari contendenti come alle gang criminali. Del resto i siti scam nell’area sono circa una trentina ma la giunta ha scelto di colpire, non a caso, KK Park cosa che le permette di accusare formalmente la Knu.
Per altro la Knu aveva iniziato sin dal 2023 a mettere sotto inchiesta cinque membri di alto rango dell'organizzazione come riferiva Irrawaddy: sono il capo del dipartimento della difesa del gruppo armato, Padoh Saw Roger Khin, il comandante della 7a Brigata KNU, il generale di brigata Saw Phaw Doe, il segretario della 4a Brigata KNU per i distretti di Myiek e Dawei, Saw Tin Soe, il colonnello Saw Ba Chaw e Saw Doe Soe, figlio del capo di stato maggiore dell'Esercito di liberazione nazionale Karen (KNLA), il generale Saw Johnny. Padoh Saw Roger Khin aveva partecipato alla cerimonia di inaugurazione del KK Park.
Una fonte attendibile ha inoltre dichiarato alla Bbc che è probabile che i militari abbiano preso il controllo solo di una parte della Scam City. Pechino fornirebbe all'esercito del Myanmar elenchi di individui cinesi per arrestarli, estradarli e processarli in Cina come avvenuto a fine settembre quando un tribunale della Rpc ha condannato a morte 11 membri della famiglia mafiosa cinese Ming, che gestiva la famigerata Scam City di Lukkai, nello Stato Shan.
Le inchieste di Nikkaei Asia e della agenzia France Press hanno recentemente rivelato, attraverso fotografie aeree, che in diverse aree sul confine birmano-thai i lavori di costruzione delle Scam City procedono e che sui tetti degli edifici si notano i dispositivi che utilizzano il servizio internet satellitare Starlink. Fino a gennaio, rete ed elettricità erano forniti oltre il confine dalla Thailandia che poi, su pressione di Pechino, ha poi chiuso i rubinetti e lavorato in coordinamento con birmani e cinesi per la liberazione dei primi 7mila scammisti.
In copertina una "Scam City" sul confine birmano tailandese al di là del fiume Moei (foto atlanteguerre)