World Habitat Day: le associazioni chiedono una moratoria mondiale su sfratti e sgomberi

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Si celebra oggi, primo lunedì di ottobre, il World Habitat Day, la giornata internazionale promossa dall'agenzia dell'Onu Un-Habitat dedicata queest'anno al tema "Planning our Urban Future" (Programmare il nostro futuro urbano).

Il Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon nel sui messaggio per la giornata sull'habitat sottolinea che "le maggiori sfide che riguardano l'urbanizzazione nel ventunesimo secolo includono la rapida crescita di molte città e il declino di altre, l'espansione dei settori informali e il ruolo delle città nel causare o mitigare i cambiamenti climatici". Ma - denuncia Ban Ki-moon - "evidenze da diverse parti del mondo mostrano che i governi a tutti i livelli stanno largamente fallendo nella risposta a queste sfide". In particolare Ban denuncia il "problematico trend che sta emergendo in molte città sia dei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo: la crescita di zone suburbane recintate per le classi abbienti e - dall'altra parte - il simultaneo incremento di zone abitative sovrapopolate, enclavi etniche, slums e insediamenti informali". E sta emergendo un "forte contrasto tra settori urbani degli affari tecnologicamente avanzati e ben serviti e aree di declino industriale, aziende di sfruttamento del lavoro e di commerci informali".

In occasione della giornata, la International Alliance of Inhabitants (IAI), Alleanza Internazionale degli Abitanti, la rete mondiale per il diritto alla casa, con un comunicato chiede una "moratoria mondiale degli sfratti e il finanziamento di alloggi per almeno un miliardo di persone" attraverso l’investimento di una parte degli aiuti allo sviluppo e della cancellazione del debito estero, trasformato in Fondi Popolari per la terra e la casa". "Si tratta del seguito concreto degli accordi presi da tutte le reti internazionali per il diritto alla casa e alla città in occasione del Forum Sociale Mondiale 2009 (WSF 2009), nuova tappa del processo unitario di costruzione dell’Assemblea Mondiale degli Abitanti, prevista per il 2011" - sottolinea la nota.

"Questi ultimi dodici mesi - denuncia la nota di IAI - sono stati segnati da nuove e massicce violenze che ampliano gli effetti nefasti delle risposte neoliberali alla crisi globale: decine di milioni di persone sono sgomberate senza colpa né alternativa, perché non riescono a pagare i costi, vittime della competizione neoliberale che preconizza città redditizie,di megaprogetti e di guerre che distruggono il tessuto sociale e ambientale, di esclusioni razziste e sessiste, di speculazioni e corruzioni fondiarie e immobiliari, della gestione politica delle catastrofi naturali. Pertanto, si avvicina rapidamente la cifra di 1,7 miliardi di senzatetto e mal alloggiati prevista da qui al 2020, che illustra il fallimento dell’Obiettivo del Millennio n°7-11".

La rete internazionale rilancia oggi le Giornate Mondiali Sfratti Zero, con decine di iniziative in tutti i continenti per tutto il mese di ottobre, invitando ogni entità interessata alla costruzione di un nuovo Patto Sociale Urbano, fondato sul rispetto dei diritti umani e lo sviluppo di politiche pubbliche alternative in grado di contrastare la crisi e l’invasione del settore da parte del mercato. Al centro, la rivendicazione unitaria di fronte a tutti i livelli di governo per ottenere urgentemente "una moratoria mondiale immediata degli sfratti forzosi per per morosità nel pagamento dell'affitto o del mutuo, a causa di progetti urbanistici e di megaprogetti, di occupazione straniera, o sulla base di discriminazioni razziali e sessiste; l’inclusione del finanziamento degli alloggi e dell’habitat nel quadro di un "New Deal Verde", per migliorare le condizioni di vita di almeno un miliardo di persone che vivono nell’insicurezza e in uno stato abitativo disumano e indecente; l’investimento in alloggi popolari e cooperative edilizie di una parte importante degli aiuti allo sviluppo, in particolare con la trasformazione di una parte del debito estero in Fondi Popolari per la terra e la casa".

Per la giornata mondiale Amnesty International ha chiesto ai governi africani di porre fine agli sgomberi forzati che ogni anno lasciano centinaia di migliaia di persone senza casa. Nella maggior parte dei casi, questi sgomberi avvengono in assenza di procedure corrette, di consultazione, di adeguato preavviso, di risarcimento e facendo ricorso a un uso eccessivo della forza. "È totalmente inaccettabile che i governi di tutto il continente continuino ad agire in violazione delle norme internazionali e regionali, tra cui la Carta africana sui diritti umani e dei popoli" - ha dichiarato Erwin van der Borght, direttore del Programma Africa di Amnesty International. "I governi hanno il dovere di garantire la fine degli sgomberi forzati e di assicurare che coloro che li hanno subiti ricevano una sistemazione alternativa adeguata e possano avere accesso a rimedi giudiziari efficaci".

Amnesty International ha documentato casi di sgomberi forzati in Angola, Ciad, Egitto, Ghana, Guinea Equatoriale, Kenya, Nigeria, Sudan, Swaziland e Zimbabwe. Le conseguenze possono essere catastrofiche, specialmente per coloro che vivono già in povertà. "Gli sgomberi forzati non significano solo perdere la propria abitazione e i propri beni ma anche rischiare di non poter più avere accesso ad acqua potabile, cibo, servizi igienici, lavoro, salute e istruzione" - ha sottolineato van der Borght. I più recenti sgomberi forzati nel continente africano, tra luglio e agosto, hanno avuto luogo in Angola, Ciad, Kenya e Nigeria. Nell'ambito della campagna globale "Io pretendo dignità", Amnesty International chiede a tutti i governi africani di adottare linee guida sugli sgomberi, basate sui "Principi di base e le Linee guida delle Nazioni Unite sugli sgomberi e dislocamenti determinati da progetti di sviluppo" e che siano in linea con le norme internazionali in materia di diritti umani. [GB]

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