Sbilanciamoci: oltre il Pil, le proposte per misurare benessere e sostenibilità

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"La misurazione del benessere è uno degli obiettivi a breve termine che l’Istat si è proposto. È necessario creare nuovi spazi di consultazione". Lo ha affermato il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, intervenendo ieri all'incontro promosso dalla campagna Sbilanciamoci! presso la Provincia di Roma sul tema "Misurare il benessere e la sostenibilità" a cui hanno partecipato rappresentanti di oltre 25 tra Università e Istituti di ricerca, esponenti di oltre 30 organizzazioni della società civile, rappresentanti degli Enti locali, dell'OCSE e dei ministeri dell'Economia e Finanze, del Lavoro, dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico.

“Nelle prossime settimane - ha detto Giovannini parlando dello scenario internazionale - ci saranno novità molto importanti sostenute anche da diversi governi” che recepiranno alcuni degli indicatori della Commissione Stiglitz-Sen e dell’analogo schema dell’Ocse il cui obiettivo, appunto, è quello di andare oltre il Pil. “Con l'incontro di oggi - ha spiegato il coordinatore della campagna Giulio Marcon - è nostra intenzione far partire un tavolo con le istituzioni nazionali e locali interessate a cambiare modello di crescita, a partire da un nuovo modo di monitorare il benessere del nostro Paese”.

“Non siamo venuti qui a parlare solo di temi economici e astratti, in ballo ci sono le scelte dei governi su come investire le risorse, e queste scelte si fanno proprio sulla base degli indicatori che noi chiediamo di cambiare” - ha sottolineato Tommaso Rondinella, coordinatore di Sbilanciamoci!. L’associazione tra le proprie attività produce ogni anno una “Finanziaria alternativa”, presenta il rapporto “Come si vive in Italia?” sulla base dell’elaborazione del Quars, l’indice costruito dalla campagna per misurare la qualità dello sviluppo delle regioni italiane e collabora con il progetto internazionale "Social Watch".

"Il Pil e gli altri indicatori macroeconomici sono insufficienti a misurare il benessere e la qualità dello sviluppo del paese: servono indicatori alternativi, capaci di dare una fotografia più esauriente della situazione economica, sociale e ambientale, che indirizzino le politiche e la spesa pubblica" - sostiene Sbilanciamoci!. Negli ultimi anni hanno assunto sempre maggior rilevanza le critiche verso la crescita economica - e quindi alla crescita del Pil - come unico motore di sviluppo, ed è iniziata la ricerca sistematica di misure del benessere e della sua sostenibilità in grado di superare i limiti del Pil stesso.

"Ma individuare nuovi strumenti non è compito facile, soprattutto se si conviene che superare il Pil sia più che altro un processo culturale e politico e non una semplice questione metodologica" - sottolinea Sbilancimoci!. "Anche se si dovesse giungere ad un sistema di misurazione del benessere condiviso da tutti gli esperti, ciò non sarebbe garanzia di un rapido passaggio a nuovi obiettivi e nuove politiche. Per questo lo sviluppo degli indicatori non dovrebbe essere solo frutto di un lavoro tecnico-scientifico, ma, piuttosto, di un processo politico garantito da un dibattito aperto in grado di dare rappresentazione statistica alle priorità (preferenze e valori) di una collettività e con essa maggiore forza politica ai nuovi strumenti".

Nel corso dell'incontro la Campagna Sbilanciamoci! ha perciò proposto un documento articolato in 7 punti di richieste specifiche rivolte al Governo, al Parlamento, agli Enti locali e all'Istat. Tra le proposte del documento figurano l'importanza di rafforzare il lavoro dell'Istat sugli indicatori di benessere, introdurre il bilancio di genere e il bilancio sociale, recepire in Italia le indicazioni della Commissione Stiglitz, introdurre l'uso degli indicatori nel DPEF e nella legge finanziaria, varare finalmente la legge sulla contabilità ambientale.

"Gli indicatori - sostiene Sbilanciamoci! - forniscono un supporto cruciale al processo di decisione in molti modi. Possono trasformare in informazioni facilmente utilizzabili conoscenze di scienze fisiche e sociali. Possono aiutare a misurare e calibrare il progresso verso obiettivi di sviluppo sostenibili. Possono provvedere a lanciare un segnale di allarme in tempo per prevenire danni economici, ambientali e sociali. Inoltre, sono strumenti importanti per comunicare delle idee, pensieri e valori" (Commission on Sustainable Indicators)".

"Molto probabilmente - ha concluso Marcon - non saremo mai in possesso di una misura alternativa, ma una maggiore attenzione alle dimensioni del benessere e della sua sostenibilità può portare ad un maggior numero di dati a disposizione su questi fenomeni, dati ai quali possono attenersi i politici per prendere le decisioni, i media per informare meglio e i cittadini per valutare e influenzare le scelte politiche. Solo affiancando rigore metodologico e legittimità democratica si può efficacemente affrontare quella che rappresenta una delle più rilevanti sfide politiche dei nostri giorni, in ogni parte del mondo". [GB]

 

 

 

 

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