La famiglia? Sta sparendo

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Negli anni 50 - 60, fuori dalle fabbriche, si poteva notare masse operaie che si avvicinavano a piedi od in bici ai cancelli. Gli impiegati, pochi, arrivavano con la vespa mentre il dirigente in auto.

Negli anni 80 e 90, fuori da una fabbrica, era dura la distinzione tra “colletti bianchi e tute blu” ma oggi torna vedersi. La gente è comunque più disillusa, non ha più fame e nemmeno conosce la storia dei consigli di fabbrica e dell'art. 18 che gli garantisce un minimo di tutela.

La società, 20 anni fa, era semplice ed era basata sulla famiglia. Nei moduli ISEE di allora i ruoli erano chiari: padre, madre, primo figlio, secondo figlio, altri componenti. Oggi la famiglia è “diversamente composta”: primo componente, secondo componente. Nuovi moduli. Sparisce la patria potestà ed arriva il tutore.

Una generazione fa se si tutelava il lavoro dell'uomo si tutelava la famiglia intera. Poi, negli anni '60, abbiamo demolito gli assegni familiari perché eravamo antifascisti... caspita che capolavoro... Ed oggi le famiglie sono in ginocchio con un reddito medio di 1200 contro i 1800 d'oltralpe.

Ancor più in là, nord Europa, la famiglia è scomparsa da tempo. Davanti al figlio che stava con la moglie di seconde nozze concepito da un compagno che l'ha riconosciuto a posteriori dopo esser tornato assieme alla sua ex, la politica ha deciso di gettare la matassa e di dare l'assegno famigliare direttamente al bambino. Che, al momento, vive con tutori diversi. Il bimbo deve, quindi, avere una tutela sua.

Ma, in concreto, cos'è la famiglia? Nel pluriverso della precarietà ove 2 colleghi vivono assieme per dimezzare le spese d'affitto, ove le coppie di fatto sono in numero crescente, ove gli imprenditori veneti hanno la terza donna in Romania, ove c'è un'infinità di relazioni coniugali ed extra, ove la Corte costituzionale riconosce la famiglia gay come facciamo a discernere la famiglia vera con quella finta? La risposta danese: ci rinunciamo! In Svezia non c'è più nemmeno la pensione di reversibilità. E da oltre 15 anni. E' vista semplicemente come un deterrente a trovare un nuovo lavoro ed a co-produrre nuova ricchezza.

Insomma, gli scandinavi hanno compreso che tutti a tutte le età devono essere rimessi ai nastri di partenza per correre e vincere. Non vale alcun sussidio che permetta all'uno o all'altro di sedersi a bordo campo. L'Ufficio collocamento telefona quotidianamente al disoccupato per farli fare lavori “socialmente utili” in attesa di...

Tutti al nastro di partenza, quindi. Un tempo v'era la garanzia che sia il ricco che il povero potessero avere l'opportunità di sfondare. Se il povero aveva talento gli si doveva dare l'opportunità con borse di studio. Questo “egualitarismo” sembra oggi venir meno.

Gli strumenti più potenti introdotti dalla Rivoluzione Francese per favorire l'equità sono due: catasto e tassa di successione. Due strumenti più potenti della ghigliottina.

Il catasto serviva / serve per sapere chi ha che cosa e quanto tassare. E la tassa di successione per prelevare ai ricchi e redistribuire ai meno abbienti in termini di servizi. Tutto resse sino a 30-40 anni fa in una logica quasi banale: se io guadagno 100 ed il povero 10. Io pago le tasse 50% ed il povero niente. C'è la redistribuzione. La differenza non è più 1-10 ma 1-2. Non più patrizi/plebei – capitalisti/proletariato ma incapacità, finalmente, di discernere gli uni dagli altri.

Così facendo sono stati stabilizzati sia i sistemi economici che quelli politici. Oggi non è più così. Talvolta s'è ribaltata la situazione. Ci sono avvocati che vorrebbero guadagnare come imbianchini. La società non ci da più certezze. Nel tempo di e-bay non esistono più i distretti. Ed i pochissimi assunti sono coloro che si sono riusciti a maturare una certa autonomia dalla famiglia, hanno spirito d'avventura, sanno osare ed, anche, un pezzo di carta.

La famiglia si sfalda e le modalità per aiutarla sono scarse. Giovanni è sposato con Giovanna. Hanno due bimbi: Giovannino e Giovannina. Al XII° anno, puntuale come un orologio, arriva la separazione che crea subito 3 bisogni: assegno mantenimento, canone agevolato del miniappartamento per Giovanni e contributo per i meno abbienti.

Ok. Se la tassazione potesse arrivare al 70% potremmo rispondere a tutti i bisogni ma così non è. Ma fu. A new York, per esempio, la tassazione pre Reagan arrivò al 90%.

La verità è che non solo in Italia, ma in nessun paese al mondo, si riesce a far pagare le imposte ai ricchi. Un esempio su tutti. Il dirigente della fabbrica di cui sopra paga in tasse sulla benzina ben 3 mila sui 100.000 annui percepiti. La tuta blu paga sempre 3 mila su 15.000. Per entrambi la benzina è 2 euro al litro e la tuta blu, spesso, ha qualche km in più del dirigente da fare al mattino per recarsi in fabbrica.

Altro esempio. In Italia se io ho 10 milioni e li investo in Buoni del Tesoro ho 12,5% di tasse. Se sono un operaio e, sopra ai miei 15.000 euro annui di base mi aggiungono 1.000 euro per straordinari, vi sarà un'aliquota del 30%.

La famiglia è ciò che sta più reggendo alla crisi. Ma, in prospettiva, non potrà più farcela. Anche perché non vi sarà più. Facciamocene una ragione e pianifichiamo politiche nordeuropee prima che sia troppo tardi.

Fabio Pipinato

(Estratto dell'intervento del prof. Gianfranco Cerea ad un incontro presso le ACLI Trentine. L'articolo non è stato rivisto dal relatore.)

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