Italia: meeting di San Rossore sulla "new global vision"

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Si è aperto in questi giorni il terzo meeting di San Rossore, in provincia di Pisa, intitolato "A new global vision" e dedicato ai temi della globalizzazione, dal cibo all'ambiente, dalla salute all'educazione e alla pace.

A San Rossore è intervenuto Nittan Desai, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari sociali ed economici, che ha sottolineato la necessità di misurare lo sviluppo sui più indigenti in un mondo dalle crescenti disparità sociali, dove ci sono 100 milioni di affamati, 100 milioni di ragazzi che non vanno a scuola, 16 milioni di rifugiati, un milione e 600 mila persone che ogni anno muoiono di morte violenta, 40 mila bambini che ogni giorno sono uccisi da malattie curabili, 40 milioni di malati di Aids che nella stragrande maggioranza non possono accedere ai farmaci. E' un mondo dove 50 paesi vivono situazioni di conflitto e le quattro grandi potenze che hanno assunto il compito di assicurare la pace, producono e commerciano l'80 per cento delle armi.

Durante il meeting, la Commissione internazionale per il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura, istituita a febbraio dalla Regione Toscana e presieduta da Vandana Shiva, direttrice del Research Foundation for Science Technology and Ecology, ha presentato un manifesto sul futuro del cibo. Il documento, che si rivolge a tutte le pubbliche amministrazioni del mondo proponendo un'alternativa al modello di agricoltura industriale, sarà portato a Cancun, in Messico, al vertice del Wto di settembre.

La Toscana ha annunciato la sua adesione alla campagna 'Fame zero', lanciata in Brasile dal governo Lula e si è impegnata a reperire i fondi per la costruzione di 400 cisterne per la captazione dell'acqua nel nord-est del Paese.

Inoltre la Regione Toscana ha confermato la sua posizione di chiusura nei confronti degli Ogm e, tramite il suo presidente, Claudio Martini, ha espresso solidarietà al presidente del Piemonte, Enzo Ghigo, che alcuni giorni fa ha predisposto lo sradicamento di 381 ettari di granturco geneticamente modificato. La Coldiretti ha denunciato che le due multinazionali fornitrici delle sementi illegali, Monsanto e Pioneer, stanno facendo contattare i coltivatori piemontesi uno a uno per convincerli alla disobbedienza, promettendo in cambio assistenza legale. Secondo Roberto Defenz, esperto di biotech dell'Istituto di Genetica e Biofisica di Napoli, la decisione di Ghigo "non ha alcun fondamento scientifico ed è solo uno spot elettorale".

Fonti: Vita, Regione Toscana, La Nuova Ecologia.

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