Trentino: continuano le denunce per caporalato

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Dopo le denunce della settimana scorsa - riportate nella rassegna stampa di Migra, l'Osservatorio trentino sulla discriminazione degli immigrati nel lavoro - sono molti gli stranieri che hanno chiesto di raccontare la loro storia. Mara Deimichei sul settimanale l'Espresso riporta che nei giorni scorsi, secondo il sindacato, sarebbero circa un centinaio le persone che si sono presentate alla polizia. "Tutti, con la stessa storia da raccontare: lavoratori sfruttati, immigrati costretti a pagare migliaia di euro per avere un permesso di soggiorno regolare e poi abbandonati a sé stessi. Nei prossimi giorni saranno ascoltati uno ad uno dal magistrato" - segnala la giornalista de l'Espresso.

Il primo gruppo si è presentato ieri poco dopo le 10. Erano una ventina, tutti marocchini fra i 25 e i 35 anni e tutti con la stessa storia da raccontare: lavoratori sfruttati, immigrati costretti a pagare migliaia di euro per avere un permesso di soggiorno regolare e poi abbandonati a sé stessi. E' stata l'inchiesta della mobile sul favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e lavoro nero a dare loro il coraggio di farsi avanti: nei prossimi giorni saranno ascoltati uno ad uno dal magistrato.

Poi nel pomeriggio altri si sono fatti vivi al commissariato di Rovereto preso dagli stranieri come punto di riferimento visto che l'indagine stessa della polizia di Trento è coordinata dal sostituto procuratore della città della quercia, Marco Gallina. Un flusso che sembra destinato a non fermarsi. Chi si è presentato ieri mattina ha già annunciato che altri arriveranno e non si tratta solo di persone che vivono in Trentino ma anche fuori provincia. Ieri nessuno a formalizzato la denuncia ma andranno uno alla volta dal magistrato nei prossimi giorni. "I lavoratori stranieri stanno manifestando il loro coraggio - dice Giovanni Tascino, sindacalista della Cisl - a centinaia arrivano in Trentino pieni di speranza ma, dopo aver pagato l'intermediario, si trovano ad accrescere il mercato del lavoro nero".

Secondo il sindacato sarebbero circa un centinaio le persone che si sono presentate alla polizia. E tutti, come detto, hanno la stessa storia alle spalle. Sono marocchini che nel Paese natale hanno preso contatti con loro connazionali che in Italia già ci vivono e che, in cambio di un permesso di lavoro stagionale, hanno pagato migliaia di euro. Poi, una volta arrivati Trentino non si vedevano firmare il contratto diventando quindi clandestini e entrando nel giro del lavoro nero. Sarebbero stati impiegati - così hanno raccontato - in ditte agricole o del settore turistico con stipendi da fame.

C'è chi era impiegato nei campi durante la raccolta e veniva pagato tre euro l'ora. "Vengono pagati poco - spiega ancora Tascino - non hanno un posto dove dormire e ognuno si arrangia come può dopo aver perso tutto. Quello che sta succedendo in Trentino deve far riflettere. Il fenomeno del caporalato è più diffuso di quanto si possa pensare ma è un fenomeno non ancora radicato, che si può estirpare". "E' la dimostrazione che il fenomeno è molto più esteso di quello che appare - spiega Paolo Burli della Cgil - e bisogna prestare attenzione al fenomeno del caporalato perché è strettamente legato alla delinquenza".

I racconti degli immigrati saranno ascoltati con attenzione anche se nessuno nasconde che in mezzo a tante persone che hanno effettivamente subito dei soprusi, ci possano essere stranieri che vogliono sfruttare la situazione presentando false denunce e sperando in un permesso di soggiorno provvisorio per ricerca lavoro previsto per chi collabora con la giustizia. Intanto si sta allargando anche l'indagine della mobile che sta esaminando nuove posizioni e responsabilità.

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