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Migranti: meno richieste d'asilo e più muri
Rimesse dei migranti
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Secondo le statistiche sulle richieste d'asilo nei paesi industrializzati pubblicate a Ginevra dall'Alto Commissariato dell'Onu per i Rifugiati (Unhcr), il numero di domande d'asilo registrate nel secondo trimestre del 2004 è il più basso da 17 anni. Secondo i dati raccolti dall'Unhcr, sono 86.800 le richieste d'asilo presentate in 30 paesi industrializzati. Le richieste sono crollate dell'8% rispetto al primo trimestre dell'anno e del 18% rispetto alla fine del 2003. In tutto il numero delle richieste in 30 paesi industrializzati nei primi sei mesi del 2004 è diminuito del 22% rispetto al primo semestre dell'anno precedente. La media mensile, per la prima metà di quest'anno, ha raggiunto il più basso livello dal 1987. Anche i 14 "vecchi" paesi dell'Unione Europea inclusi nel rapporto hanno rivelato un decremento del 20% a confronto con il primo semestre del 2003. La Francia è il paese che ha ricevuto il maggior numero di richieste di asilo nel secondo trimestre del 2004, con 14.050 domande,un numero comunque inferiore dell'11% rispetto ai primi tre mesi dell'anno.
Amnesty International, Medici Senza Frontiere e il Consorzio Italiano di solidarietà - organizzazioni che promuovono la Campagna "Diritto d'asilo" - ricordano che l'Italia continua ad essere l'unico paese dell'Unione europea sprovvisto di una legge organica sul diritto d'asilo. La tutela dei rifugiati aspetta infatti di essere tradotta in legge da oltre 50 anni, dal momento dell'entrata in vigore della Costituzione Italiana che la prevede all'articolo 10, comma 3. Tale lacuna legislativa ha conseguenze drammatiche per coloro che arrivano in Italia in cerca di protezione da situazioni di conflitto e di violazione dei diritti umani. Intanto il direttore di Caritas, Vittorio Nozza, in una recente intervista è intervenuto ricordando l'urgenza di una norma sull'asilo e sul progetto italo-tedesco di istituzione di centri di accoglienza in Nord d'Africa. "Se si tratta solo di spostare dai nostri confini a quelli nordafricani la frontiera del respingimento, affidandola a Stati che non brillano per tutela dei diritti umani, allora il giudizio non può essere che negativo". Un progetto che secondo Nozza vuole solo spostare altrove la linea di impatto, il "muro" di confine. "Ben vengano proposte europee di luoghi di raccolta: ma che siano per l'accoglienza dei profughi e non per il respingimento".
Annunciato per venerdì il varo dei decreti di attuazione della legge sull'immigrazione Bossi-Fini, passo indispensabile prima dell'emanazione di ulteriori quote d'ingresso. E su questo torna il direttore della Caritas Italiana secondo cui "i flussi migratori vanno acompagnati in quanto se fissano quote risicate di ingressi, poi si assiste a flussi illegali che alla fine vano sanati. Inutile fermarsi a 28 mila ingressi quando l'esigenza di manodopera è ben altra". In occasione della XV Settimana di Educazione alla Mondialità il presidente del VIS - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo - Antonio Raimondi ha definito la legge Bossi-Fini un insulto alla millenaria civiltà italiana. "Non si tratta di procedere a dei semplici tagliandi, ma va rivisto il fenomeno nel suo insieme come effetto di scelte politiche effettuate nel passato, come prodotto di un divario Nord-Sud mai così ampio in altri periodi della storia dell'umanità, come conseguenza di un sistema globale in grado di produrre molto, ma incapace di ridistribuire in modo equo - ha affermato Raimondi che continua - i programmi di cooperazione sono l'unico strumento capace, con l'autosviluppo dei territori, di invertire questo movimento di massa." [AT]






