Migranti: golfo di Aden, in salvo dopo il naufragio

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Nel golfo di Aden, appena sotto lo Yemen, si è verificato un altro incidente che si è concluso bene delle carette del mare Una nave danese denominata "Eli Maersk", nella notte di mercoledì scorso ha tratto in salvo 39 cittadini somali naufragati che stavano sbracciando e urlando vicino a una piccola barca. Il capitano della nave ha fermato la Eli Maersk e ha fatto salire a bordo le persone. Le persone tratte in salvo erano cittadini somali che avrebbero pagato dei trafficanti per attraversare il golfo di Aden. Per diversi giorni la nave era rimasta al largo a causa di un guasto al motore. Due dei passeggeri erano in condizioni critiche e con un urgente necessità di cure mediche. Una donna aveva appena partorito un bambino e tutti i passeggeri avevano un estremo bisogno di acqua e cibo.

Il capitano della nave si è immediatamente messo in contatto con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) che ha allertato il personale degli uffici in Yemen, Egitto, Gibuti e della sede internazionale di Ginevra - e con diverse autorità della regione. Nel pomeriggio di giovedì la nave ha ricevuto l'autorizzazione ad attraccare a Gibuti e a far sbarcare i naufraghi. Uno dei passeggeri, gravemente malato, era deceduto nonostante le cure mediche ricevute a bordo. Altri tre - compresi la mamma e il neonato - sono stati immediatamente trasferiti in un ospedale. Tutti gli altri sono stati provvisoriamente sistemati in una struttura militare. Anche se i 39 non hanno chiesto asilo, l'Unhcr tuttavia esprime preoccupazione rispetto alle tragedie che troppo spesso accadono in mare quando le persone ricorrono a vie illegali, attraverso trafficanti, per cercare rifugio o una vita migliore.

E l'Unhcr è nel frattempo impegnato nell'organizzazione di un incontro internazionale, della durata di due giorni, su "Intercettazione e soccorso in mare nel Mediterraneo". L'incontro si terrà ad Atene a partire da lunedì 12 settembre. Lo scopo di questa tavola rotonda, in cui esperti provenienti dalla maggior parte dei paesi del Mediterraneo si confronteranno con rappresentanti dell'industria navale, di organizzazioni internazionali, organizzazioni non governative e accademici, è di discutere su come conciliare il controllo delle migrazioni con la protezione dei rifugiati. L'incontro di Atene dovrebbe fornire una serie di raccomandazioni concrete per un secondo incontro - da tenersi a Madrid il 17 e il 18 ottobre - in cui si riuniranno i rappresentanti dei governi di tutti i paesi che affacciano sul Mediterraneo.

E a Lampedusa continua il prezioso impegno del presidio democratico dell'Arci che grazie al senatore Gianfranco Pagliarulo ha effettuato un'ispezione nel Centro di Permanenza Temporanea trovando 415 migranti. " E' stato possibile parlare con il gruppo dei 21 migranti sbarcati il giorno prima, sudanesi, somali, nigeriani, e con un nucleo familiare ghanese, comprendente una bambina di 18 mesi. A nessuno di loro era stato fornita alcuna informazione sulla loro posizione giuridica, né tanto meno sulla possibilità di avvalersi del diritto di asilo" commentano dal presidio. Dal colloquio con l'ispettore e il responsabile dell'ente gestore, la Misericordia, Claudio Scalia è emerso che il diritto alla salute continua a non venire garantito sull'isola, continua l'insabbiamento delle modalità detentive e di trattenimento nel campo e non è possibile conoscere la motivazione della detenzione né comprendere la tipologia del trattenimento. Continuano ad essere detenuti indiscriminatamente dei minori senza che siano attivate delle forme di tutela previste per legge. Il senatore apprende che un richiedente asilo palestinese, ha ritirato la richiesta, forse per paura o per pressioni psicologiche. Dopo la visitia l'intenzione è quella di promuovere una interrogazione parlamentare sugli abusi e le inadempienze verificate all'interno del campo, l'Arci procederà inoltre, a segnalare la presenza dei minori al Tribunale dei minorenni di Palermo. [AT]

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