Italia: in movimento per i diritti dei migranti

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Le donne e gli uomini migranti rappresentano in sé un percorso d'emancipazione, un movimento e una risorsa democratica in grado di rivendicare diritti sia come lavoratori che come cittadini.

A questi principi si ispira la Manifestazione Nazionale dei Migranti in programma sabato 28 giugno a Bologna. L'evento si propone di riavviare un percorso di sensibilizzazione e di mobilitazione di massa per rivendicare una diversa politica dell'immigrazione in Italia ed in Europa, dove i lavoratori immigrati, risorsa irrinunciabile per l'economia, la società e la vita civile italiana, sono tenuti in condizione di perenne ricattabilità e sfruttamento, senza poter inserirsi in maniera egualitaria nella società.

Eventi collaterali sono previsti a Brescia e a Trapani.

La commissione Giustizia e Pace degli Istituti Missionari Comboniani in continuità con l'azione non violenta compiuta dai confratelli incatenati davanti alla questura di Caserta e in solidarietà con tutti i cittadini immigrati vittime di soprusi e non accoglienza, propone invece per venerdi 27 giugno un momento ecclesiale di preghiera davanti alle Prefetture italiane.

"Non clandestini, ma donne e uomini, alcune/i con i loro figli, tutte e tutti con un nome, una storia, e una condizione di vita che vorrebbero cambiare, chi per l'insostenibilità delle 'ragioni' della guerra, chi per l'insostenibilità delle 'ragioni' economiche"- spiega il Tavolo Migranti dei social forum italiani - "Sono queste le persone che arrivano in questi giorni sulle coste di Lampedusa o che muoiono prima di arrivare". Fenomeni che sottolineano l'urgenza di comprendere non solo le cause degli spostamenti, ma anche il rapporto tra migrazioni, che oggi coinvolgono circa 150 milioni di persone nel mondo, e sviluppo.

"All'inizio i clandestini venivano dalle sponde del Mediterraneo, dall'Africa del Nord, dall'Albania, dall'Egitto, dalla Turchia" - racconta Ettore Masina - "Poi comparvero quelli delle guerre cosiddette locali: kurdi, palestinesi, iracheni. Adesso cominciano ad arrivare dal cuore dell'Africa Nera, incalzati dalla loro fame, dalla fame e dalla sete dei loro figli, dalla ferocia dei signori tribali della guerra, foraggiati dai mercanti d'armi, considerati clandestini per vocazione delinquenziale". In Africa, in particolare, va aumentando il numero dei rifugiati prolungati, per i quali le soluzioni sembrano ancora distanti.

Fonti: Fori Sociali, Carta, Cestim;

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