Gradisca: corteo per la chiusura della 'Guantanano italiana'

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Sabato scorso marzo, in occasione delle manifestazioni contro la guerra, diverse associazioni del Friuli Venezia Giulia hanno manifestato per denunciare la vergogna della 'Guantanamo italiana', il più grande Centro di Permanenza Temporanea per migranti d'Italia di Gradisca d'Isonzo. La manifestazione ha raggiunto la sede della Cooperativa Minerva, che gestisce il centro: una cooperativa verso la quale l'assemblea regionale di Legacoopsociali del Friuli-Venezia Giulia ha espresso una dura posizione per aver violato la disciplina associativa.

"Gradisca è Guantanamo, qui e ora!", è questo lo slogan più gridato dal variegato popolo che si è opposto e si oppone all'apertura del cpt friulano e che il Ministro dell'Interno è riuscito a far aprire il 7 marzo scorso con l'arrivo dei primi "deportati", migranti senza permesso di soggiorno, rastrellati nel nord e centro Italia. Una ventina di persone rinchiuse in una struttura costata 15 milioni di euro e che ricorda le carceri speciali tedesche degli anni '70, luogo com'è, non solo di detenzione, "ma per rendere la loro prigionia quanto più umiliante possibile, attraverso un totale isolamento fatto di spazi freddi e asettici, gabbie anche per l'ora d'aria e per singoli nuclei familiari - prevedendo l'incarcerazione, illegale, di minori - divisione per genere e etnia, impossibilità di accesso alla tutela legale e alle regolari procedure per la richiesta di asilo", - segnalava l'appello che convocava la manifestazione.

"Ma vi è un altro elemento gravissimo che fa sì che l'entrata in funzione del CPT di Gradisca costituisca una seria e preoccupante ipoteca sul senso stesso della democrazia in Italia: la gestione del CPT stesso, affidata alla cooperativa Minerva di Gorizia - affiliata alla Lega delle Cooperative - getta un'ombra sinistra su tutto il mondo della cooperazione" - jnotano le associazioni. "Nasce così una nuova figura "professionale", proveniente dall'ambito dei servizi socio-assistenziali ma con una chiara funzione di controllo e coercizione, che opera nei nuovi CPT come un vero e proprio Contractor, una sorta di "mercenario umanitario", assunto per conto del Ministero degli Interni e preposto alla gestione, impersonale e disumanizzante, dei "flussi migratori". A partire da ciò l'Assemblea Permanente ha lanciato il boicottaggio della Coop Minerva: non solo perché il suo presidente Adriano Ruchini ha scelto, per puro profitto, di rompere un fronte sociale compatto che vede movimenti, cooperative, sindacati e istituzioni locali fermamente contrari al CPT, ma soprattutto perché è inaccettabile che quelli che dovrebbero essere operatori sociali vengano trasformati in secondini in un territorio dove molte cooperative sono nate proprio dalla chiusura di quelle istituzioni totali e disumanizzanti che erano i manicomi.

E proprio su questo punto anche la Società Cooperativa Italiana in Svizzera, storica organizzazione operaia e antifascista fondata e formata da emigranti friulani, si esprime per la chiusura del Cpt di Gradisca in quanto "riproduce la condizione di discriminazione e negazione dei diritti nei confronti di emigranti ed esuli politici ed umanitari". "Che la gara d'appalto per la gestione del Cpt di Gradisca sia stata vinta da un'azienda cooperativa ci pare cosa indegna e assai poco consona alle aspirazioni e al ruolo del nostro movimento, sorto per favorire l'emancipazione e l'autogestione dei lavoratori" - rimarca la Società Cooperativa Italiana in Svizzera. [GB]

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