No agli sprechi alimentari, la proposta riparte da Napoli

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L’esempio arriva dalla Francia, dove l’Assemblea Nazionale ha approvato nel maggio dello scorso anno una legge sul “reato alimentare” che vieta ai supermercati di gettare nella spazzatura l’invenduto. Poi a Napoli, qualcuno ha già dimostrato che è possibile senza alcun danno economico (come invece afferma chi già contesta la buona pratica), accade al supermercato Briò di Giugliano, i cui titolari sono stati premiati come cittadini campani dell’anno. 

Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale (presidente del gruppo consiliare Campania libera, Psi e Davvero Verdi), è promotore della legge contro lo spreco alimentare. Che tempi ci sono?

«La legge potrà essere discussa nel giro di due o tre mesi. Intanto ci stiamo confrontando con l’ufficio legislativo che sottolinea come non sia possibile obbligare a donare ma solo obbligare a non gettare. In questo caso, per esempio, i generi alimentari possono essere presi dalla Caritas che si occuperà poi della distribuzione. Altro aspetto positivo secondario della legge sarà sul piano dei rifiuti, andando ad incidere fortemente sulla diminuzione dell’umido da smaltire, un’operazione notoriamente molto costosa.»

A Napoli qualcuno sta già sperimentando la buona pratica. E’il meglio della napoletanità che dà un profondo significato alla “sorte”, vero?

«Sì, abbiamo dato un riconoscimento ufficiale (tazze di caffè e una pergamena ndr), alla famiglia Sciorio, proprietari del Supermercato Briò di Giugliano che, da qualche settimana, a fine giornata, lasciano all’esterno della loro attività pane, latte e altri prodotti invenduti e prossimi alla scadenza, mettendoli a disposizione di chi vive un momento di difficoltà economica e non ha soldi per comprarli. La famiglia Sciorio rappresenta il meglio della napoletanità perché sente di dover pagare un debito con la sorte: il titolare dice di aver avuto fortuna nella vita, aprendo un supermercato dove lavorano anche i suoi figli, e ha affermato che vuole restituire la buona sorte a chi non l’ha avuta.»

Mirella D’Ambrosio da Buonenotizie.corriere.it

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