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L’inizio dell’offensiva terrestre israeliana e l’esodo di massa da Gaza City
Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Agenda Globale 2030)
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Foto: Unsplash.com
di Giacomo Cioni
La guerra nella Striscia ha superato una nuova soglia: l’Idf (Forze di difesa israeliane) ha ufficialmente avviato l’offensiva via terra su Gaza City, cuore politico e simbolico della Striscia. Le ultime ore sono state scandite da bombardamenti incessanti e da un numero crescente di vittime. Secondo l’agenzia palestinese Wafa, almeno 17 persone sono state uccise dall’alba di oggi, tra cui sette a Gaza City e tre membri di una famiglia in una tenda di sfollati colpita a Khan Yunis. Il giorno precedente, il bilancio era stato ancora più tragico: 106 morti in un solo giorno, di cui 91 nella sola Gaza City, come riportato da Al Jazeera citando fonti ospedaliere.
Israele conferma che l’offensiva ha provocato un esodo senza precedenti. Nelle stime diffuse stamattina, l’Idf parla di 400.000 civili evacuati da Gaza City dall’inizio delle operazioni. Il premier Benjamin Netanyahu aveva già annunciato ieri che circa il 40% della popolazione aveva lasciato la città, mentre nelle ultime 48 ore il ritmo delle fughe è aumentato fino a decine di migliaia di persone al giorno. Prima della guerra vivevano a Gaza City circa un milione di abitanti: il colpo demografico è enorme e l’emergenza umanitaria si aggrava di ora in ora. Per agevolare lo sfollamento, l’esercito israeliano ha annunciato stamattina l’apertura di una seconda via di evacuazione, lungo Sala-al-Din Street, disponibile da mezzogiorno di oggi fino a mezzogiorno di venerdì. Tuttavia, fonti locali riferiscono che i bombardamenti proseguono anche in prossimità dei corridoi annunciati, rendendo difficile e pericoloso il movimento dei civili...