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G8/Scozia: accordo a ribasso, insulto verso i poveri
Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Agenda Globale 2030)
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L'attesissimo vertice del G8 di Gleneagles sarà ampiamente inferiore alle attese sollevate dal governo Blair. Gli impegni finanziari del G8 forniranno meno del 10 per cento della cancellazione totale del debito e meno del 20 per cento degli aiuti necessari per bandire la povertà dalla storia, come richiesto dall'oceanica manifestazione dello scorso sabato ad Edimburgo. Sorprendentemente, invece, i paesi del G8 hanno indurito la loro posizione sul commercio, mettendo un'ipoteca sui futuri vantaggi che i paesi in via di sviluppo potrebbero ricevere da un cambiamento delle regole commerciali. "Dopo aver sbandierato l'urgenza di intervenire per lo sviluppo dell'Africa ed aver fatto proprie le parole d'ordine delle manifestazioni della società civile, Tony Blair scodella un accordo che è un insulto ai poveri del pianeta", ha dichiarato Antonio Tricarico di CRBM/Mani Tese. Dei 50 miliardi di aiuti in più, 20 riguardano impegni vecchi. E poi i fondi saranno erogati dal 2010, come se la povertà potesse attendere cinque anni.
Soprattutto non si cambia strada rispetto ad un modello di sviluppo farcito delle stesse condizioni economiche imposte all'Africa negli ultimi venti anni, che non hanno fatto che aumentare la povertà" ha continuato Tricarico. Secondo quanto trapela dalla bozza finale del comunicato del G8, l'Italia, insieme alla Germania, confermerebbe la clausola secondo cui un aumento degli aiuti per i paesi più poveri avverrà solamente se i conti pubblici lo permetteranno. "Il governo italiano sminuisce l'importanza degli aiuti allo sviluppo, per non prendere impegni. Il pretesto di un'Africa corrotta che dovrebbe ancora crescere non regge più, se si guarda ai processi contro imprese italiane che sono in corso in Lesotho e Nigeria. La società civile africana ed alcuni nuovi governi stanno già facendo tanto. Se si permettesse loro di crescere con regole commerciali eque e proteggere se necessario i loro giovani mercati, allora si uscirebbe davvero dal dramma dello sviluppo." ha concluso Antonio Tricarico.
L'associazione delle Ong italiane rilancia le proposte emerse dal vertice dell'Unione Africana appena conclusosi in Libia: prima di tutto la cancellazione immediata e totale del debito dei Paesi più poveri, molti dei quali appartenenti al continente africano; in secondo luogo una politica di aiuti allo sviluppo più incisiva che concretizzi almeno la tappa intermedia dello 0,56% nel 2010 accordata dall'UE per arrivare allo 0,7% nel 2015, in accordo con gli obiettivi di sviluppo del millennio. Una politica orientata alla lotta alla povertà, che preveda la destinazione di almeno il 70% degli aiuti ai Paesi con il più alto indice di povertà, regole commerciali più eque che garantiscano ai Paesi del Sud del mondo un accesso più agevolato ai mercati mondiali, una precisa e vincolante calendarizzazione della decisione già assunta in linea di principio dal WTO di abolire ogni forma di sussidio alle esportazioni dei Paesi ricchi. "Sulla base di questi dati - dichiara Sergio Marelli, presidente dell'associazione Ong Italiane - valuteremo quanto l'affermazione di Tony Blair di voler passare dalle promesse ai fatti corrisponderà a decisioni concrete assunte a Gleneagles.
A seguire i lavori del Summit c'è anche Luca De Fraia, responsabile Policy e Campagne di ActionAid International che dichiara: "Questo Summit non può essere incentrato unicamente sui nuovi obiettivi per l'Africa, ma deve impegnarsi a trovare un accordo sui meccanismi necessari a mobilizzare le risorse di cui non si può fare a meno per una seria azione contro la povertà". ActionAid International nelle settimane precedenti a questo Summit ha avuto un'audizione alla Presidenza del Consiglio durante la quale ha presentato e discusso un documento di raccomandazioni sul ruolo che il nostro Paese potrebbe avere durante il Summit del G8 perché si intraprendano azioni efficaci per sconfiggere la povertà in Africa. Alla voce della società civile italiana si è aggiunta quella delle donne, dei bambini e degli uomini africani che abbiamo incontrato durante il lungo viaggio di Get On Board, il matatu (un pulmino africano) che ha raccolto i messaggi delle persone e delle comunità africane per portarli all'attenzione degli 8 Grandi, all'interno dell'azione della campagna Global Call to Action Against Poverty (Make Poverty History in UK). [AT]