Cini: il G8 non può non vedere, agisca subito

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In occasione dell'apertura del G8, il CINI (ActionAid International, AMREF, CBM, Save the Children, Terre des hommes e WWF), ribadisce le condizioni di emergenza dell'Africa. In materia di aiuti pubblici allo sviluppo (APS) il CINI condanna le distorsioni provocate dalle politiche dei Paesi europei. Mentre i sussidi dell'Unione europea per l'agricoltura sono pari al 13% del PIL (Prodotto interno lordo) e le spese militari del G7 restano al 2,1 % del PIL, stentiamo a raggiungere il target dello 0,7 % promesso dai nostri Paesi con la dichiarazione degli Obiettivi del Millennio (oggi siamo a una media di 0,21%). Gli aiuti scemano poi allo 0,07 % del PIL dei G7 se si considerano solo le risorse devolute al continente africano.

Per quanto riguarda il debito il CINI denuncia una situazione ancora più allarmante. Il debito nel continente africano è aumentato di 14 miliardi di dollari nel 2003sfiorando ormai i 218 miliardi di dollari. E ciò nonostante la cancellazione di 43 miliardi di dollari nel 2003! La conclusione desolante e' che per ogni dollaro di aiuti destinati all'Africa, il Continente paga 1,3 dollari in interessi per il debito accumulato! Per quanto riguarda la necessità di attivare politiche per un commercio più equo, il confronto tra i finanziamenti annuali dei Paesi del G8 per ogni mucca e quelli destinati ad ogni abitante dell'Africa non può lasciare indifferenti (vedere elaborazione grafica della Commissione per l'Africa della Banca Mondiale nella foto).

Accanto ai temi chiave rappresentati da debito, aiuti, e commercio equo il CINI vuole riaffermare con forza il legame che intercorre tra ambiente e sviluppo. Anche in questo caso sono i dati a parlare. Si stima che i cambiamenti climatici provocheranno un aumento di 80-120 milioni di persone a rischio fame e che il 70-80% di loro vive in Africa. Le risorse forestali contribuiscono direttamente al sostentamento del 90% dei 1,2 miliardi di persone al mondo che vivono in condizioni di estrema povertà.

Il CINI ricorda al G8 che 250.000 bambini africani potrebbero essere salvati ogni anno grazie alla semplice decisione di rendere gratuite le cure sanitarie. Una recente ricerca del Millennium Project delle Nazioni Unite ha stimato in 15 miliardi di Euro il deficit dei sistemi sanitari africani. Di questa cifra, basterebbe meno del 6% per abolire i costi per servizi sanitari in 20 Paesi dell'Africa. I leader del G8 e i loro Ministri delle Finanze conoscono i fatti. Sanno che 600 milioni di bambini vivono in condizioni di povertà; che quasi 11 milioni muoiono nei primi cinque anni di vita - nella maggior parte dei casi per malattie prevenibili - e che il tasso di mortalità materno-infantile sta crescendo in Africa. Infine, i leader del G8 sanno che oltre 100 milioni di bambini, 60 dei quali bambine, non vanno a scuola. Il CINI chiede che questi dati non vengano ancora una volta ignorati.

Infine il CINI ricorda i dati impressionanti relativi alla pandemia dell'HIV/AIDS, che combinata a una crescente povertà e all'incidenza di altre malattie prevenibili (malaria, tubercolosi, tifo, colera), ha riportato l'aspettativa di vita media dell'Africa Subsahariana ai livelli del 1972, ovvero ai 45 anni. La pandemia di HIV/AIDS in Africa uccide circa 6.000 persone al giorno, più di qualsiasi guerra, carestia o alluvione. Ogni sei secondi una nuova persona viene infettata dal virus.

"Auspichiamo che il piano di azione dei G8 per l'Africa, insieme alle proposte della Commission for Africa, portino davvero questo Summit a rispondere alle responsabilità che gli otto Grandi hanno nei confronti del Continente - dichiara Raffaele Salinari, portavoce del CINI - Perdere questa ulteriore occasione per sottoscrivere impegni concreti in favore degli Obiettivi del Millennio, significherebbe mostrare la volontà di tenere la maggior parte del mondo in uno stato di inammissibile sottomissione. L'impegno dei G8 è un atto dovuto per ridistribuire le opportunità su scala planetaria e aumentare il livello globale di giustizia e di sicurezza per tutti i cittadini del mondo. Investire in cooperazione e comprendere l'importanza del legame tra ambiente e sviluppo significa di fatto scommettere su un futuro migliore per noi tutti", conclude Salinari.

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