In Chiapas di fronte all’abisso

Stampa

Foto: Unsplash.com

Il Chiapas non è sull’orlo dell’abisso. È già caduto in un abisso che sembra imperscrutabile. Una tale caduta provoca immense sofferenze a coloro che vivono lì. Il loro dolore e la loro rabbia spesso esprimono disperazione. Non trovano via d’uscita da una situazione che ci sta cadendo addosso dappertutto. È cinico asserire che dobbiamo imparare a spese degli altri. Ma la solidarietà con coloro che sono lì può servire da autoprotezione.

Lì c’è una storia antica, fatta di secoli di scandalosa oppressione. Nel 1994 alcuni chiapanechi dissero che lo spirito rivoluzionario era finalmente apparso in Chiapas: con 200 anni di ritardo rispetto alla rivoluzione francese e quasi un secolo dopo quella messicana. Affinché lo zapatismo non si diffondesse, il governo, ad esempio, distribuì terra a vanvera, riempiendo i proprietari delle fincas di denaro e rancore. [Il governo pagò prezzi esorbitanti per le terre espropriate, spesso lasciate incolte – ndt]. La riforma agraria cominciò finalmente ad essere attuata nello Stato.

Decenni di campagna anti-zapatista del governo federale hanno lasciato profonde scie di corruzione e violenza, consolidando nel potere politico ed economico dello Stato un gruppo irresponsabile e criminale, tanto razzista quanto illegittimo. Il peggio è arrivato negli ultimi tre anni, quando sono cadute sul Chiapas tutte le espressioni delle fobie e delle manie che caratterizzano l’attuale amministrazione, con una grave disgregazione delle basi di convivenza per l’arrivo di forze esterne: la Guardia Nazionale e i cartelli [della droga, ndt]. Sono strumenti per gestire l’oscena e permeabile barriera alla migrazione di massa dall’America Centrale e per altri scopi.

Il Chiapas è una chiara prova della scomparsa dello Stato di diritto, che travolge il mondo intero. La legge è usata come garanzia dell’impunità. Le norme sono applicate in modo casuale e appellarsi ad esse è inutile. Crimini efferati vengono continuamente commessi di fronte all’indifferenza o alla complicità delle autorità, della polizia e della Guardia Nazionale, mentre il sistema giudiziario è al servizio del miglior offerente...

L'articolo di Gustavo Esteva segue su Comune-info.net

Ultime su questo tema

Le lotta delle comunità amazzoniche del Perù

30 Settembre 2025
La lotta delle comunità indigene e contadine del Conaccunay per proteggere l’Amazzonia peruviana dura da oltre vent’anni. (Monica Pelliccia)

Un No al Ponte con ventiquattromila baci

27 Agosto 2025
Prima di sapere se il Ponte crollerà o non crollerà, per la gente del posto sarebbe prioritario comprendere se riuscirà ancora a vivere e a respirare. (Jacobin Italia)

Il pesce tra mercato e sostenibilità

25 Agosto 2025
Il fermo pesca lungo tutto l’Adriatico è già realtà. (Alessandro Graziadei)

Crisi climatica: di chi è la “colpa” degli effetti sull’Africa?

22 Agosto 2025
Secondo l’opinione di decine di migliaia di africani, raccolte in un’indagine pubblicata su Nature, i principali responsabili sono coloro che governano i paesi del continente. Altri studi, invece,...

Un passo avanti per la giustizia climatica

07 Agosto 2025
Il 23 luglio la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia ha pubblicato il parere consultivo sugli obblighi degli Stati in materia di cambiamento climatico. Primo fra tutti l’obbligo di adoperarsi...

Video

Habitat for Humanity: Phillipines