Darfur: attacco al convoglio della Contini, uccisi cinque 'ribelli'

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Nei giorni scorsi il convoglio di Barbara Contini, inviato speciale del governo italiano per il Darfur, mentre stava portando aiuti umanitari in una zona del Darfur controllata dai "ribelli" al governo sudanese sarebbe stato attaccato dai miliziani Janjaweed ed avrebbe risposto al fuoco uccidendone almeno cinque. Lo riporta una fonte, che chiede l'anonimato, che ha contattato Unimondo: la nostra redazione sta verificando ulteriori fonti in loco. Secondo quanto appreso dalla nostra fonte, Barbara Contini stava raggiungendo la zona su un elicottero mentre a terra il convoglio era guidato da auto con bordo "incursori" armati che le fanno da guardia del corpo. Accerchiati dai Janjaweed, gli "incursori" avrebbero aperto il fuoco uccidendone cinque. L'OCHA, l'Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari dell'Onu, avrebbe stilato un "rapporto interno", ma l'episodio sarebbe mantenuto "top-secret" sia dal Governo italiano, che dall'Unione Europea. Durante un meeting sul Darfur tenutosi alcuni giorni fa a Khartoum, la Croce Rossa Internazionale (ICRC) avrebbe chiesto informazioni sull'accaduto, ma i rappresentanti dell'OCHA avrebbero rifiutato di rispondere alle domande dicendo che "la vicenda è seguita a livello di EU e Governo italiano".

Alcune Ong presenti in Darfur sono critiche sul tipo di "accompagnamento" di cui si serve Barbara Contini, inviato speciale del Governo Italiano, che si sposta accompagnata da una scorta armata, perchè comprometterebbe il lavoro e l'immagine delle Ong attive in Darfur. Numerose Ong internazionali hanno inoltre ripetutamente denuciato lo scarso supporto umanitario nella regione, soprattutto da parte di Italia, Francia e Giappone.

Barbara Contini, 43 anni, milanese, dopo aver ricoperto incarichi di rilievo per l'Onu in Asia, è stata nominata dall'Amministrazione americana dal febbraio al giugno 2004 Governatore italiano a Nassiriya. La Contini si trovava in Iraq, a Bassora, dalla primavera del 2003 con la Cpa come Capo del dipartimento finanziario. Dall'ottobre scorso è in Darfur come "inviato speciale del governo italiano" per coordinare gli interventi governativi italiani nella zona. Interventi per i quali il Governo italiano ha erogato 10 milioni di euro: ''sette milioni - ha spiegato a Vita nei giorni scorsi - sono destinati al multilaterale, cioè all'Unicef, all'Oms e ad altre agenzie dell'Onu; un milione di euro lo stiamo gestendo direttamente noi assieme all'ambasciatore italiano nella zona dove, nel 2003 c'è stata un'esondazione del fiume al confine con l'Eritrea: il denaro serve per strutture sanitarie a tre ospedali e otto centri sanitari. I restanti due milioni di euro sono indirizzati per fare progetti idrico-sanitari che ho dato direttamente in mano, per la loro realizzazione, a cinque ong italiane che si trovavano gia' sul posto da moltissimo tempo".

Va ricordato che, nonostante l'accordo di pace firmato tra il governo del Sudan e i ribelli del sud (Spla) firmato a Nairobi nelle scorse settimane, è tuttora aperto il conflitto nel Darfur, la zona nord-occidentale del Sudan dove si contrappongono da un lato i guerriglieri dello Sla (Sudan liberation army), il maggior movimento ribelle della regione insieme al Jem (Justice and equality Movement) espressione delle comunità nere, di confessione animista o cristiana, e dall'altro le milizie arabe e islamiche dei cosiddetti 'Janjaweed' (Diavoli a cavallo), appoggiati dalle truppe regolari sudanesi. Secondo stime dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati, la crisi del Darfur ha provocato 1 milione e mezzo di sfollati, di cui almeno 200.000 rifugiati nel confinante Ciad e decine di migliaia di vittime anche per la mancanza di assistenza sanitaria e aiuti alimentari.
Giorgio Beretta

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