Afghanistan: aumenta l'oppio e continuano le violenze

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Alla Conferenza dei paesi donatori, iniziata oggi a Berlino, il presidente dell'Afghanistan Hamid Karzai ha chiesto 27,5 miliardi di dollari in sette anni per la ricostruzione del Paese. Tra gli argomenti con i quali il leader afghano sta cercando di convincere gli oltre 50 delegati presenti vi è la semplice comparazione tra la sua richiesta e le spese attualmente sostenute dalla comunità internazionale per mantenere la sicurezza nel Paese che ammontano a 13 miliardi di dollari annui.

Ma al momento attuale i risultati sono deludenti: gli Usa hanno destinato solo 1,2 miliardi di dollari promettendone un altro miliardo, il Giappone ha recentemente promesso 400 milioni in due anni, l'Unione Europea ha destinato nel 2004 quasi 300 milioni e la Germania ha promesso 390 milioni in quattro anni.

"La cifra di 27,5 milardi di dollari può sembrare consistente - ha affermato il direttore del programma della Banca mondiale per l'Afghanistan Alastair McKechnie - ma è appena necessaria per rimettere la popolazione in carreggiata". Nei giorni scorsi la Banca mondiale (WB) ha presentato uno studio secondo il quale il costo di vent'anni di guerra in Afghanistan ammonterebbe a 240 milardi di dollari.

Le Ong internazionali presenti nel Paese fanno però notare che non si tratta solo di una questione di fondi.

In una lettera inviata nei giorni scorsi alla Conferenza Amnesty International USA sottolinea il problema dell'insicurezza tuttora regnante fuori la capitale, gli abusi verso i prigionieri e le violenze su donne e bambine: una denuncia già fatta nelle scorse settimana anche da Human Right Watch. Pur riconoscendo il valore del Rapporto del governo afghano e delle agenzie internazionali presentato a Berlino, Amnesty USA nota la mancanza di attenzione a tre aree: la protezione delle donne, la riforma del sistema giudiziario e la trasparenza dei meccanismi di investigazione e giudizio delle violazioni dei diritti umani passate e presenti.

Anche l'organizzazione internazionale CARE ha inviato alla Conferenza un rapporto e una lettera nei quali, insieme ad altre ong internazionali e locali presenta quattro priorità: disarmo e blocco del traffico illegale di armi, maggior partecipazione della società civile nel processo di democratizzazione del Paese per preparare le elezioni di settembre, riforma del sistema giudiziario e attuazione della Costituzione. In particolare il Rapporto "The Cost of Doing Too Little" sottolinea che "le rivalità locali sono sostenute dalla crescente 'economia dell'oppio' che rappresenta ora il 75% di tutta la produzione mondiale con una crescita del 12% rispetto al 2000 quando il regime Talebano ne aveva proscritto la coltivazione.

Un punto questo ribadito dallo stesso presidente Karzai nella relazione di apertura della Conferenza di Berlino: "La coltivazione e il commercio dell'oppio mette a rischio la stessa esistenza dello stato afghano" e pervade ogni aspetto della vita e della cultura della popolazione - ha affermato. L'oppio prodotto in Afghanistan è usato per fare eroina e, secondo le stesse agenzie dell'Onu, la forte ripresa della coltivazione rischia di fare dell'Afghanistan un "narco-stato". [GB]

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