La crisi climatica è una crisi dell’educazione

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Foto: Unsplash.com

Il quarto obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile mira ad assicurare l’accesso ad un’educazione inclusiva ed equa, nonché a promuovere pari opportunità di apprendimento per tutti. Allo stato attuale, gli sforzi che sono stati fatti per raggiungere questo obiettivo sono ancora insufficienti e diverse sono le cause. In particolare, di recente il cambiamento climatico ha avuto un impatto notevole non solo sulla qualità dell’educazione, ma di fatto sulla possibilità di accedervi. Si stima, infatti, che ogni anno l’educazione di più di 40 milioni di bambini sia messa a rischio dalle conseguenze di eventi meteorologici estremi, come le inondazioni, eventi che continuano ad aumentare in intensità e frequenza. Come afferma Kristin Halvorsen, ex ministra norvegese dell’educazione, l’educazione è un diritto fondamentale ed è essenziale che venga garantita: è infatti dimostrato che i bambini che ricevono un’educazione e le loro famiglie sono più preparati per affrontare le crisi e riprendersi da esse. 

Se da un lato il cambiamento climatico ha conseguenze spesso negative sull’educazione, dall’altro, soprattutto quando effettivamente garantita, l’”educazione climatica” può invece rappresentare una grande risorsa nel raggiungimento degli obiettivi climatici. Haldis Holst, vice Segretaria Generale di Education International, in una conferenza sull’educazione climatica e la responsabilizzazione dei giovani tenutasi nell’ambito della COP26, ha però espresso una notevole preoccupazione su questo fronte, in virtù della consapevolezza di come i bambini vivano spesso in prima persona gli effetti dei cambiamenti climatici, nonché di quanto siano spaventati, addirittura angosciati a volte, dall’incertezza del loro futuro. 

È comune immaginare l’educazione climatica come una materia indipendente dalle altre, da insegnare ed imparare a scuola, magari nell’ambito dell’educazione civica. In verità essa è molto più di ciò e può assumere forme e sfumature diverse. Può essere scelto un approccio olistico: in questo modo, gli studenti vengono educati ad essere critici, sicuri di sé ed indipendenti, e non vengono formati separatamente nelle singole materie, bensì come persone e cittadini a tutto tondo. Inoltre, l’educazione climatica promuove la creazione di un mercato di consumatori consapevoli delle problematiche ambientali e climatiche. Non solo: in un contesto di educazione climatica lungimirante i ragazzi possono essere formati per poter avere le competenze necessarie a svolgere i lavori green del futuro, e non professioni che, in uno scenario nel quale la transizione ecologica sarà pienamente avvenuta, probabilmente non esisteranno più o saranno scarsamente richiesti...

L'articolo di Mayra Boscato da Agenzia di Stampa Giovanile

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