Erano solo coleotteri che mangiavano una talpa?

Stampa

Qualche giorno fa ho fatto un sopralluogo per un evento che ho in programma in un posto di rara bellezza. Non quella che spacca il cuore per l’immensità con cui ti arriva addosso con panorami a 360 gradi e confini persi all’orizzonte. Un posto che invece è testimone di una meraviglia discreta e silenziosa, nascosta alla vista dei più eppure accessibile con poco sforzo. In pochi passi si attraversano ambienti forestali molto diversi, passando da boschi di roverelle, pioppi e castagni ai pini silvestri e ai larici, vegetazione pioniera su grave di porfido e storia.

Camminando con occhi attenti ho notato sul sentiero una piccola talpa ormai morta. Quello che però mi ha incuriosita è stato il brulicare di insetti intorno al suo corpo, tra cui un coleottero che non avevo mai visto, dagli ipnotici colori neri e gialli. Chi era? Ho scoperto che questo piccolo insetto appartiene alla famiglia Silphidae, genere Nicrophorus. Già, proprio quello che immaginate: si nutre principalmente di carcasse di animali, anche se si può trovare su altre sostanze organiche in decomposizione, occasionalmente su funghi marcescenti o su escrementi. Per noi umani non è certo una vita invidiabile con abitudini onorevoli! Eppure…

Possiamo dirlo, questi coleotteri sono dei signori della morte: cibandosi, assieme alle loro larve, di piccoli topolini o di uccelli morti, in poche ore li riducono pelle e ossa. Quello di cadaveri pieni di vermi è indubbiamente un pensiero repellente, ma è una di quelle situazioni profondamente naturali che conferiscono senso alla catena della vita e della sopravvivenza. Una di quelle attività che avvengono per lo più lontane dai nostri occhi, anzi spesso nascoste sotto il fogliame o la terra, e delle quali poco ci interessiamo, non solo per le sensazioni sgradevoli che ci provocano, ma anche perché poco siamo abituati a considerare il suolo come luogo dove la vita si muove, continua, rinasce. E lo fa anche grazie all’incredibile biologia di insetti come questi.

Il suolo è un luogo che ha a che fare con la morte e così viene spesso considerato anche da chi lo studia: un luogo di piante cadute e svuotate dagli xilofagi, di foglie secche, di animali in decomposizione, di fiori marcescenti giunti a fine carriera. Il suolo però può essere considerato da ben altri punti di vista: abbiamo mai pensato di immaginarlo come una pelle sottile, che rappresenta per il nostro Pianeta una delle strade per respirare, abitata da una miriade di forme diverse e invisibili di vita? Lo abbiamo mai pensato come un concentrato di biodiversità, come un ecosistema che permette alla vita di ricrearsi dalla morte? Come un luogo di rinascita?

Il suolo, con quei coleotteri di cui sopra, condivide questo miracolo di occupare lo spazio tra la vita e la morte. I coleotteri usano il loro sistema immunitario per difendersi dai parassiti e dalle malattie, combattendo contro i nematoidi, vermi cilindrici del terreno che danneggiano le radici delle piante e la produzione di frutti, ma che possono anche impiantarsi nel corpo dei coleotteri nutrendosene dall’interno. I coleotteri però sono anche molto impegnati nel proteggere le loro larve e le carcasse di cui si nutrono dai microbi del suolo, ovvero da microscopiche forme di vita (per lo più batteri e funghi) che vivono nel terreno. Lo fanno producendo nelle loro secrezioni sostanze antimicrobiche chiamate lisosomi, un procedimento che inizia solo quando i coleotteri trovano delle carcasse. Si tratta di un aspetto molto interessante proprio perché incrocia le ricerche sul suolo: di solito chi studia il suolo si concentra più su come i microbi interagiscano con le piante che non con gli animali. Un aspetto dovuto al fatto che negli ultimi decenni è emerso sempre più il valore del suolo e delle piante per la nostra vita e per la stabilità del clima. Ma c’è molto altro da esplorare, come per esempio l’impatto significativo che possono avere sul suolo piccoli insetti come questi coleotteri, e viceversa. Una porta che si apre verso una serie di relazioni ecosistemiche ancora sconosciute o poco sondate, come la possibilità che i coleotteri possano giocare un ruolo fondamentale nella stabilizzazione della biologia del terreno, essenziale proprio perché il suolo stesso riveste grande importanza nel sequestro di carbonio e contribuisce a ridurre le emissioni in atmosfera. Una riflessione che ancora una volta racconta una storia di alleanze e interconnessioni che non possiamo permetterci di ignorare, ma che anzi è nostro dovere prima di tutto rispettare e poi provare a conoscere e capire, per renderci ancora una volta conto che nella natura tutto trova un senso, quello cioè di una profonda interdipendenza nella quale è molto rischioso intervenire e per la quale, spostare un solo, piccolo e apparentemente insignificante tassello, può voler dire scombinare equilibri fragili e inimmaginabilmente essenziali.

Anna Molinari

Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.

Ultime su questo tema

La Sicilia ha sete

18 Settembre 2025
La Sicilia ha sete, e non da poco tempo. (Rita Cantalino)

Oltre 295 milioni di persone nel mondo hanno sofferto di fame acuta nel 2024

08 Luglio 2025
Insicurezza alimentare e malnutrizione sono in aumento, colpiti 38 milioni di bambini sotto i cinque anni. Il numero di quanti soffrono di fame catastrofica è più che raddoppiato, raggiungendo 1,9...

Il futuro è (era) in un volo d’ape

25 Giugno 2025
I servizi ecosistemici di cui l’uomo e l’ambiente beneficiano ogni giorno grazie all’impollinazione sono a rischio. (Alessandro Graziadei)

Nel Risiko planetario muore gente senz'armi. Il punto

13 Giugno 2025
È l’orrore della guerra, con strategie sempre più mirate a colpire i civili, con l’obiettivo di terrorizzarli per ottenere una resa, una vittoria. (Raffaele Crocco)

Il nostro stress idrologico

05 Giugno 2025
Condizioni più secche della media: ci sono crescenti preoccupazioni in Europa e in Italia. (Alessandro Graziadei)

Video

Sulla fame non si specula