Le nuove frontiere del terrorismo

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Foto: Canva.com

La notizia è che abbiamo la prima accusa di terrorismo a matrice incel. Succede in Canada, dove un diciassettenne è sotto processo per l’omicidio di una ragazza di 24 anni con questa motivazione. Tuttavia, non è la prima volta che gli incel portano avanti attacchi: nel 2018 a Toronto 10 persone sono state uccise e 18 sono rimaste ferite in un attacco con un furgone; nel 2020, sempre a Toronto, l’arma scelta è stata un machete; in Arizona si è registrata una sparatoria in un centro commerciale; la lista potrebbe continuare. 

Un articolo del Guardian di marzo riporta come questi movimenti abbiano esasperato, in alcune persone, sentimenti di odio e frustrazione. E di come questi sentimenti siano sfociate in sparatorie e massacri, tanto che si sta prendendo in considerazione l’idea di classificare questi atti sotto l’etichetta del terrorismo. Il caso incel in Canada potrebbe quindi essere solo il primo di una serie.

Ma esattamente, chi sono gli incelUn incel è un celibe involontario, una categoria di persone composta prevalentemente da uomini eterosessuali, che affermano di non riuscire a trovare un partner sentimentale e/o sessuale, nonostante ne desiderino uno, in quanto rifiutati perché non attraenti.

Si parla tanto di femminismo: spesso a sproposito, però almeno se ne parla. Al femminismo dialetticamente parlando si contrappone il maschilismo – con un’accezione tutt’altro che positiva. Tuttavia il maschilismo non è un movimento vero e proprio, o una corrente di pensiero: è piuttosto un agire culturale sedimentato nei millenni. 

Da questo vuoto, e quindi dalla necessità di avere un movimento di uomini nasce l’MRA, acronimo dall’inglese che sta per Men’s Rights Activist (o Activism).

Il movimento presenta varie correnti al suo interno, come spesso accade. Una parte ad esempio, ritiene che gli uomini siano le vere vittime della società – anche in materia di prostituzione, pornografia, violenza sessuale e domestica. Un’altra crede nell’inferiorità naturale delle donne: secondo questa corrente le donne sarebbero biologicamente propense ad avere relazioni sessuali con più uomini, per poter assicurare il proseguo della specie; e per questo motivo è necessario dominarle e sottometterle. Una terza corrente porta avanti alcune battaglie che possono essere condivisibili (ad es. il dramma di alcuni padri separati), con una logica argomentativa lacunosa (colpa delle donne arpie), e che tralascia il contesto in cui i problemi si sono creati con tutto ciò che ci può stare in mezzo.

Ad aggiungere carne al fuoco rispetto a questo movimento è arrivata la maschiosfera: una sottocultura online di aperto odio contro le donne, nata negli anni 2000. Il concetto centrale all’interno della maschiosfera è la “red pill”: nel film di Matrix, la pillola rossa era quella che ti faceva svegliare, e scoprire la Verità delle cose, con la “v” maiuscola. 

I “redpiller” sono quindi coloro che hanno preso la “red pill”, e sono i detentori della Verità assoluta per quanto riguarda le relazioni tra uomini e donne. Relazioni che basano la loro ragione di essere esclusivamente sull’ottica di mercato: il valore della donna è dato dalla sua bellezza (collegata, senza alcuna base scientifica, alla sua capacità riproduttiva); il valore dell’uomo è dato sia dalla sua bellezza (per lo stesso motivo) che anche dal suo status socio-economico (e quindi dalla sua capacità di provvedere alla prole). Questo comporta un evidente squilibrio di poteri, in cui la donna è la vittima predestinata. 

Segnalo poi che esiste la versione estrema dei “redpiller”, che sono i “blackpiller”. Le sigle in questo ambito sono tantissime, per motivi di spazio mi limito alle più conosciute; per chi volesse approfondire, a questo link si trovano maggiori informazioni. Il linguaggio del sito, come il lettore vedrà, sembra neutrale – se si vanno a vedere i contenuti proposti (soprattutto sui social media), vi è una violenza sconcertante. Invito a fare un viaggio anche nella lettura dei commenti, dove la povertà relazionale è disarmante.

Arriviamo così agli incel, da cui eravamo partiti; e che si inseriscono, a livello trasversale, su questi movimenti o gruppi di pensiero. Incel sta per “involuntary celibate”, i celibi involontari. Semplificando, sono uomini che non riescono ad avere una relazione – sentimentale e/o sessuale – con altre donne, nonostante lo desiderino. A loro avviso, la responsabilità di questa situazione è da attribuirsi alle donne, che scelgono come partner solamente i “maschi alfa”. Ritengono che avere una donna sia un loro diritto; ed i loro nemici sono sia le donne che non li scelgono, che i maschi alfa che si accaparrano più donne del necessario, senza lasciargliene nessuna. In quest’ottica la donna non è un essere umano senziente, ma semplicemente un oggetto da possedere. Per chi volesse approfondire, qui si trova un articolo completo molto ben fatto.

Per quanto spesso queste categorie possano sovrapporsi, è importante segnalare che non tutti i redpiller sono anche incel, e non tutti gli MRA sono l’uno o l’altro. Tutti e tre basano la loro ragione d’essere su teorie che hanno punti in comune, ma non tutti portano avanti le stesse battaglie con le stesse modalità. Un “maschio alfa” potrebbe benissimo appartenere al movimento MRA senza essere un incel, ad esempio. Un redpiller potrebbe tranquillamente essere un uomo con una famiglia tradizionale che osserva quelli che sono, a suo parere, squilibri di potere tra uomini e donne, senza per forza essere un attivista MRA o un incel.

Parlo di uomini ed identità maschili perché, almeno da quanto sono riuscita a trovare informandomi, i tre movimento vedono al loro interno una partecipazione prevalente di uomini bianchi ed eterosessuali. Non ho trovato riscontro sulle loro linee di pensiero per quanto riguarda omosessualità, identità queer, trans* e non binaria.  

Detto questo: esagera il Canada a parlare di terrorismo? Di cosa parliamo quando parliamo di terrorismo?  

La Treccani definisce il terrorismo come “l’uso di violenza illegittima, finalizzata a incutere terrore nei membri di una collettività organizzata e a destabilizzarne o restaurarne l’ordine, mediante azioni quali attentati, rapimenti, dirottamenti di aerei e simili”. In quest’ottica, forse il Canada non ha tutti i torti; e se è vero che spesso tutto ciò che accade oltreoceano arriva anche da noi, prepariamoci.

Novella Benedetti

Giornalista pubblicista; appassionata di lingue e linguistica; attualmente dottoranda in traduzione, genere, e studi culturali presso UVic-UCC. Lavora come consulente linguistica collaborando con varie realtà del pubblico e del privato (corsi classici, percorsi di coaching linguistico, valutazioni di livello) e nel tempo libero ha creato Yoga Hub Trento – una piattaforma che riunisce varie professionalità legate al benessere personale. È insegnante certificata di yoga.

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