Milano di nuovo baluardo anti fascista

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Era tutto pronto, e anche nei minimi dettagli: il Festival Boreal, raduno di molti accorpamenti europei neonazisti e neofascisti, da tempo annunciato con la consueta retorica che accompagna lo stile di Forza Nuova, doveva cominciare oggi a Milano.

Simbolo dell'evento un cavaliere in armatura inginocchiato per ricevere la ''sacra unzione'' della sua missione: a corona di questa medioevale effigie, ecco la lista dei partitini nazifascisti di tutta Europa pronti a nobilitare il suolo italico con la loro possente stirpe e virile presenza, impavidi di fronte ad ogni oppositore che voglia impedire lo svolgersi di questo, a sentir loro, legittimo avvenimento. O forse no. Perché, a quanto pare Milano si è rivoltata.

Sindaco in testa la città ha ricordato agli organizzatori di essere stata e di voler essere ancora il luogo che sessantotto anni fa diede con Genova il via all'insurrezione che contribuì a liberare per sempre dall'Italia il fascismo come forma di Stato.

Un atto forte, un grido antifascista di pace e politica attivista che vede in Pisapia e in gran parte della società civile del capoluogo lombardo gli attori principali di un ritrovato stato di chiarezza su questo spinoso tema.

Sì, perché vi erano stati dei precedenti, ma l'amministrazione Moratti aveva cercato di dribblare la cosa, spesso fingendo di non accorgersi che sedicenti circoli culturali erano in realtà nuove strutture nazifasciste sotto mentite spoglie.

Embè dirà qualcuno? Esiste o non esiste la libertà d'opinione? Certo che esiste, nessuno lo mette in dubbio, ma l’apologia di fascismo e - per estensione - il nazismo ad esso collegato e di esso sinonimo, è reato in Italia.

Pare sia difficile capirlo, soprattutto in un Paese come il nostro dove i condannati non solo vogliono continuare a sedere in Senato, ma aspirano pure, disinteressandosi totalmente del futuro di milioni di connazionali, a far cadere il governo per riprendere il potere.

Bene, oggi il potere, quello democratico degli elettori e dei cittadini, ha detto che non vuole i nazisti a Milano.

L’Anpi milanese, ad esempio, cita il Sindaco, il quale ha definito il raduno ''uno sfregio per la città'', e chiede ufficialmente che la questura e la prefettura impediscano la manifestazione. Prontamente la Comunità ebraica milanese, per bocca del responsabile ai rapporti istituzionali Daniele Nahum si unisce al coro e definisce ''inaccettabili'' manifestazioni di questo tipo e annuncia che negli stessi giorni verrà organizzata una grande mobilitazione democratica per contrastare questi pericolosi revanchismi.

E cosa fanno i possenti nazifascisti? Quello che fecero sessantotto anni fa: scappano da Milano e cercano di spostare la loro reunion in provincia di Como, Milano sparisce dai manifesti, sostituito da un non ben precisato luogo a nord di Milano. Sappiamo ora che verranno ospitati a Cantù. Questi signori dimostrano di non conoscere la storia poiché i dintorni del lago di Como non porta un granché bene all'estrema destra italiana. O magari si tratta di destino. L'importante è che Milano sia, oggi come in quel lontano 1945, insorta con contro le ingiustizie e le discriminazioni e ci faccia sentire orgogliosi di essere italiani.

Fabio Pizzi

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