Italia: ove c’è mafia non c’è sviluppo umano

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Con la mafia non v’è sviluppo. Forse cementificazione ma non di certo sviluppo umano. È quanto emerge dall’ottavo rapporto della Campagna Sbilanciamoci!Come si vive in Italia?” 2010. Il rapporto è stato elaborato sulla base del Quars, l’indice costruito dalla Campagna per misurare la qualità dello sviluppo delle regioni italiane. Il risultato di questo lavoro è un indicatore alternativo al PIL che prova annualmente ad individuare e collegare tra di loro le componenti di uno sviluppo umano fondato sulla sostenibilità, la qualità, l’equità, la solidarietà e la pace.

Queste sono, infatti, le caratteristiche di “uno sviluppo umano di qualità” per la Campagna Sbilanciamoci! che dal 2003 raccoglie una notevole quantità di dati a livello regionale “proponendo una definizione delle priorità attraverso un processo di consultazione della società civile italiana - chiarisce Sbilanciamoci! - ed in particolare delle organizzazioni aderenti alla campagna, che in questo modo hanno fornito le priorità attraverso la scelta del set di indicatori e delle 7 specifiche categorie di sviluppo”.

Quali? Non il Pil, ma ambiente, economia e lavoro, diritti e cittadinanza, salute, pari opportunità, istruzione e cultura e infine la partecipazione politica e sociale dei cittadini. 7 differenti categorie con 41 possibili variabili di giudizio, che hanno concorso a formare una classifica finale delle regioni italiane utile a dimostrare come ricchezza e benessere, qualità della vita e dello sviluppo, non vadano necessariamente sempre d’accordo.

Quali a questo punto le regioni più bisognose di rivedere le proprie politiche pubbliche? La classifica (.pdf) ripropone il classico divario tra regioni settentrionali e meridionali, mentre c’é un riposizionamento delle regioni centrali e se Lazio e Abruzzo continuano nel loro ruolo di cuscinetto fra le due Italie, l’Umbria ha compie un notevole progresso verso la qualità del benessere, avvicinandosi alle prime posizioni della classifica. Le piccole regioni, quindi, sembrano essere quelle in cui il benessere stia andando nella direzione di maggior sostenibilità. Al primo posto troviamo il Trentino Alto Adige, seguito dall’Emilia Romagna. Recupera due posizioni rispetto allo scorso anno e si piazza al terzo posto la Toscana, mentre la Valle d’Aosta si attesta al quarto posto. Al quinto il Friuli Venezia Giulia, seguito da Umbria, Marche e Veneto pari merito e dalla Lombardia all’ottavo posto. Seguono Piemonte e Liguria, che chiude la tornata di regioni che ottengono un Quars positivo.

Apre la parte negativa della classifica l’Abruzzo, seguita dal Lazio. Sardegna, Molise e Basilicata seguono con valori pressoché analoghi, mentre ultime quattro sono Puglia, Calabria, Sicilia e Campania, che presentano valori al di sotto della media in tutte le dimensioni del Quars. Le 4 regioni perdenti sono quelle originariamente controllate dalle diverse mafie (Sacra Corona Unita, ‘Ndrangheta, Mafia e Camorra) ove anche recentemente, grazie alla Direzione antimafia di Reggio Calabria e ai Ros dei carabinieri, è stato portato alla luce e sgominato uno scellerato patto criminale tra mafia e politica per assicurare in queste regioni uno sviluppo tutt’altro che sostenibile. Libera introdurrebbe anche la Basilicata tra le regioni “a forte influenza mafiosa” tant’è che il 19 marzo 2011 organizzerà a Potenza la XVI^ Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie.

Ma per Sbilanciamoci! Il rapporto non rappresenta certo una condanna, ma anzi un’opportunità! “L’obiettivo di Sbilanciamoci! è quello di mettere a confronto in modo propositivo il livello di benessere delle regioni italiane e di individuarne criticità e punti di forza dei singoli territori, in modo tale da delineare possibili diverse scelte nella spesa e nelle politiche pubbliche”.

“Certo, i numeri non bastano a spiegare e capire una realtà - concludono a Sbilanciamoci! - ma in un mondo della politica e delle politiche economiche legato a doppio filo ai numeri (la borsa, il deficit, l’inflazione, la crescita del PIL) com’è quello nel quale viviamo, occorre contrapporre dei numeri che leggano e contribuiscano a spiegare la realtà da un punto di vista diverso. Il nostro, che vorrebbe essere quello della tutela dell’ambiente, dell’esigibilità dei diritti, di un’economia meno pervasiva”.

Un esempio? “Mettendo a confronto il Quars con il Pil pro capite a livello regionale, si evidenzia una differenza di performance particolarmente evidente per alcuni territori. Lazio e Lombardia, che non sono certo immuni da infiltrazioni mafiose, registrano un calo, nel rapporto Quars, rispettivamente di ben 8 posizioni e 6 posizioni, mentre guadagnano svariate posizioni in senso positivo le regioni del Centro, Umbria, Toscana e Marche”.

Alla luce di queste considerazioni, dunque, diventa importante sapere come la ricchezza economica viene utilizzata e indirizzata, quali politiche vengono sostenute dalla spesa pubblica e quale peso ed efficacia hanno una serie di interventi e di scelte che di per sé non possono essere misurate in termini puramente economici.

Il Quars è, in questo senso, la rappresentazione di un modello di sviluppo umano di qualità e allo stesso tempo uno strumento che Sbilanciamoci! propone alle amministrazioni locali per meglio indirizzare le politiche pubbliche a favore dei cittadini. Non resta ora, dal Trentino alla Campania, che utilizzarlo al fine di uno sviluppo umano che non abbia nulla a che vedere con la cementificazione del territorio e, quindi, le mafie.

Alessandro Graziadei

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