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Libera: la lotta alle mafie diventi priorità nazionale
Giustizia e criminalità
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"Il Parlamento e il Governo italiano assumano concretamente la lotta alle mafie come un'autentica priorità nazionale" e istituiscano il 21 marzo, primo giorno di primavera, la "Giornata nazionale in memoria di tutte le vittime di Mafia". E' questa la richiesta che Don Luigi Ciotti, all'indomani della chiusura dei lavori degli Stati generali antimafia convocati a Roma da 'Libera', ha avanzato formalmente al presidente della Camera, Fausto Bertinotti, a cui questa mattina ha consegnato il "Manifesto per un'Italia libertà dalla mafie", messo a punto durante la tre giorni romana dalla associazioni anti-mafia e anti-racket.
Il "manifesto" chiede tra l'altro l'affidamento di una co-presidenza della Commissione nazionale antimafia alla società civile impegnata nelle battaglie civili e culturali contro le mafie. Chiede inoltre di: rispondere adeguatamente alla domanda di legalità avanzata dai familiari delle vittime; garantire sostegno ai testimoni di giustizia; colpire i legami tra mafia e politica; approvare in tempi rapidi il testo unico per la legislazione antimafia; rilanciare la lotta al racket; predisporre nuove norme antispaccio; creare un osservatorio nazionale sull'informazione relativa alle mafie.
Più di 6000 i partecipanti giunti da tutta Italia, decine i relatori e centinaia i contributi di esponenti della magistratura, del terzo settore, dell'università ma anche del mondo sindacale e politico e del governo per la grande manifestazione organizzata da "Libera", fondata da don Luigi Ciotti il 25 marzo del 1995, con l'intento di coordinare e sollecitare l'impegno della società civile contro tutte le mafie ed a cui hanno aderito più di 1000 gruppi, oltre a singoli sostenitori. "Il tempo è ormai scaduto - ha detto don Ciotti concludendo i lavori - e non ci saranno più sconti per nessuno; è ormai necessario portare avanti azioni concrete da realizzare insieme. Occorre dare risposte al popolo dell'antimafia: lo Stato dimostri la concretezza del suo impegno a partire dall'istituzione di una agenzia per la gestione dei beni confiscati alla mafia, dal testo unico sulla legislazione antimafia, dall'istituzione di una giornata nazionale dedicata alla lotta alle mafie il 21 marzo".
Rita Borsellino, sorella del magistrato siciliano ucciso dalla mafia, ha chiesto un'azione politica che "possa scacciare quel puzzo maleodorante dell'indifferenza che lascia soli i protagonisti della 'resistenza civile' contro la dittatura mafiosa". Ai numerosi rappresentanti delle istituzioni presenti nei tre giorni, don Ciotti ha rivolto un appello conclusivo: "non scendere a compromessi; e, se costretti, piuttosto dimettersi: il vostro impegno, insieme al nostro, è fondamentale affinché il nostro paese diventi sempre meno 'cosa loro' e sia finalmente 'cosa nostra'".
In dodici anni (1993-2005) sono stati 2.298 gli omicidi di mafia. Solo negli ultimi quattro anni 648 persona assassinate delle quali 322 dalla Camorra, 141 dalla 'Ndrangheta, 93 dalla Sacra corona unita, 79 da Cosa Nostra. Le vittime della mafia tra il 1997 e il 2001 sono state 5.047, quelle per droga 6.180. Mille e 391 i latitanti arrestati (1997-2005) dei quali 590 per camorra. Consigli comunali sciolti per mafia (1991-2005): 157 di cui 34 in Calabria, 69 in Campania, 44 in Sicilia. E ancora: le aziende confiscate alla criminalità organizzata sono state 671, quelle destinate a enti, associazioni, cooperative solo 227: ne restano da destinare 444. [GB]