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Droghe: consumi in calo, ma l'entusiasmo è fuori luogo, i servizi sono in ginocchio
Giustizia e criminalità
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Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) giudica "sorprendenti" i dati contenuti nella Relazione annuale al Parlamento 2010 sull’uso di sostanze stupefacenti e sulle tossicodipendenze, presentati ieri dal Governo.
"I dati della Relazione annuale - ha dichiarato Lucio Babolin, presidente del CNCA, lasciano esterrefatti noi come la gran parte degli operatori del settore. Non ci risulta una decrescita dei consumi così rilevante e in tempi così rapidi. È chiaro, tuttavia, che se anche questa discesa ci fosse stata, non sarebbe certo merito del Governo. Solo in queste settimane sono stati assegnati dal Dipartimento Nazionale per le Politiche Antidroga i finanziamenti per i progetti di intervento nel campo delle tossicodipendenze, a due anni dall'insediamento. Il merito sarebbe piuttosto delle migliaia di operatori, pubblici e del privato sociale che da anni si impegnano con competenza e passione per aiutare le persone tossicodipendenti"
"Non vorremmo poi - continua Babolin - che questi dati, presentati in modo trionfalistico, venissero usati come alibi per continuare a non investire nel sistema dei servizi, che resta invece in ginocchio: l'Intesa Stato/Regioni è ancora inattuata, i Dipartimenti per le dipendenze non sono stati istituiti in molte parti del paese, le rette per le comunità restano bassissime e i soldi arrivano con ritardi insostenibili, i servizi pubblici soffrono forti carenze d'organico. E i tagli previsti in Finanziaria potrebbero aggravare ulteriormente la situazione. Altro che ‘non c'è problema'. Per questo ci preoccupano - conclude Babolin - le dichiarazioni rilasciate in merito dal Presidente del Consiglio che, dopo essersi rallegrato per i dati della Relazione, ha affermato che allora si possono liberare risorse da investire altrove. È questo che dobbiamo aspettarci? Ancora meno fondi di oggi?".
Una critica, quella sui dati forniti dal Governo, condivisa anche da altri operatori. Secondo Leopoldo Grosso del Gruppo Abele "nei centri le richieste di aiuto sono in aumento" e anche Fausto D’Egidio, segretario nazionale di Federserd e direttore del Sert di Pescara, afferma di "non aver constatato diminuzioni delle richieste di cura. Noi abbiamo circa 650 persone in carico e siamo sommersi dalle richieste". Per Achille Saletti, leader di Saman che gestisce una decina di comunità, i dati "non quadrano": "Le crisi di solito fanno aumentare i consumi".
Rosa Ana de Santis su "Altrenotizie" si chiede se i numeri forniti dal Sottosegretario Giovanardi non siano "drogati". "Dal 2008 al 2009, il numero dei consumatori di droghe è sceso drasticamente, del 25,7%. Da 4 milioni del 2008 ai 2.924.500 del 2009". "Le cause di questo calo, il cui calcolo matematico sembra quanto meno azzardato, - riporta la giornalista - starebbero nella politica di prevenzione, nella diffusione dei drugtest ai lavoratori (non ai parlamentari per carità), e nella crisi economica generale. Ma è proprio questo picco verso il basso che non sembra corrispondere ai dati reali, all’esperienza e alle testimonianze delle comunità e dei Sert. Non a caso si è levata da più parti la richiesta di conoscere il metodo d’indagine e di rilevamento statistico con i quali il rapporto è stato confezionato".
Secondo la "Relazione annuale al Parlamento sull'uso di sostanze stupefacenti e sullo stato delle tossicodipendenze in Italia" (in .pdf) del Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri presentata ieri dal Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, e dal Capo dipartimento Giovanni Serpelloni, le indagini mostrerebbero "un calo generalizzato dei consumi con la sola "resistenza" degli stimolanti nella popolazione studentesca, dove si è registrato un aumento della prevalenza passando dal 2,8% del 2008 al 3,1% del 2009".
Secondo il Sottosegretario Giovanardi "i motivi dell'inversione di tendenza nei consumi sono molteplici. Hanno contribuito tutte le azioni di prevenzione messe in atto sia a livello centrale che regionale, oltre alle nuove regole per il controllo, dai drug test per i lavoratori a rischio e per avere la patente ai test su strada e sicuramente la crisi economica, che ha ridotto gli acquisti di droga soprattutto per quei consumatori occasionali dello "sballo del fine settimana".
Un nuovo preoccupante fenomeno si sta affacciando: "Negli ultimi anni - rileva il documento, si sta registrando uno spostamento sempre più marcato dell'offerta e della commercializzazione di sostanze illecite via Internet. Ci sono farmacie online che vendono farmaci e sostanze di ogni genere senza richiedere alcuna prescrizione medica, e online drugstore dove è possibile acquistare facilmente sostanze vietate. Accanto a questo, poi, si sono sviluppati blog, forum, chatroom, social network dedicati alla discussione sulle varie droghe. Gli utenti si scambiano così informazioni, consigli e "istruzioni per l'uso" molto rapidamente". [GB]