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Brasile: il ritorno di Lula
Giustizia e criminalità
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Foto: Unsplash.com
Parlando sabato ad un raduno a San Paolo, l’ ex Presidente Luiz Inacio Lula da Silva ha pubblicamente annunciato la sua candidatura alla presidenza del Brasile, nelle elezioni di ottobre. “Sono certo che riusciremo a mettere in scena la più grande rivoluzione pacifica che il mondo abbia mai visto”, ha detto durante il lancio di un’alleanza trasversale anti-Bolsonaro chiamata Vamos Juntos Pelo Brasil – Andiamo Insieme per il Brasile. “Abbiamo un sogno. Siamo mossi dalla speranza – e non c’è forza più grande della speranza di un popolo che sa di poter essere ancora una volta felice… Ancora una volta ci prenderemo cura del Brasile e del popolo brasiliano”, ha detto ancora Lula.
I sondaggi suggeriscono che Lula sia sulla buona strada per vincere la sua terza presidenza della più grande democrazia del Sud America. Un sondaggio, rilasciato alla vigilia dell’annuncio di Lula, gli ha dato un 13% di vantaggio su Bolsonaro al primo turno e un 20% di vantaggio in un ballottaggio. Lula da Silva (PT) conduce in tutti gli scenari del primo turno secondo la ricerca Genial Investimentos e Quaest Consultoriai. Nello scenario più probabile, Lula appare con il 46% delle intenzioni di voto, contro il 23% di Jair Bolsonaro (PL), attuale presidente, e il 10% dell’ex giudice Sergio Moro (Podemos). Il sessanta per cento degli elettori ha detto che non avrebbe votato per Bolsonaro – che è accusato di aver gestito male un’epidemia di Covid che ha ucciso quasi 665.000 brasiliani. Più del 60% crede che l’economia stia andando nella direzione sbagliata, con inflazione in aumento, alta disoccupazione e un crescente aumento del costo della vita. “E’ importante non solo che Lula vinca, ma che Bolsonaro perda malamente”, ha detto l’editorialista politico Celso Rocha de Barros, che teme che, in caso di una vittoria di stretto margine di Lula, Bolsonaro possa rifiutarsi di cedere il potere, allegaando frodi, e possa promuovere un colpo di stato per “ristabilire la democrazia”.
Il blocco di Lula comprende sette partiti di sinistra e di centro-sinistra, e spera di espandersi prima del voto del 2 ottobre. A dimostrazione delle sue intenzioni unificatrici, Lula ha nominato Geraldo Alckmin, l’ex governatore di centro-destra di San Paolo, e già rivale alle presidenziali, come suo compagno di strada. Malgrado tutto, nelle ultime settimane ci sono stati segni di nervosismo tra gli alleati di Lula e i brasiliani progressisti esasperati da Jair Bolsonaro. Ad esempio, Lula è stato costretto a scusarsi dopo aver dichiarato che gli agenti di polizia non sono esseri umani. Questa settimana è stato criticato per aver affermato che il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskiy, e Vladimir Putin siano ugualmente da biasimare per la guerra. “Se Lula continua con questa incontinenza verbale … darà all’attuale occupante del palazzo presidenziale una seria possibilità di rielezione”, ha avvertito su Twitter lo scrittore brasiliano Paulo Coelho.
Chi è Lula
Figlio di famiglia proletaria, Lula a 19 anni perse il mignolo della mano sinistra in un incidente sul lavoro alla pressa in una fabbrica di componenti automobilistici. È‘ allora che comincia a interessarsi alle attività del sindacato, Nel 1978 fu eletto presidente del sindacato dei lavoratori dell’acciaio di São Bernardo do Campo e Diadema, le città dove si trova la gran parte delle industrie automobilistiche brasiliane, tra cui Ford, Volks Wagen e Mercedes. Nel 1980, sotto la dittatura militare, fu co-fondatore del Partido dos Trabalhadores (PT), Partito dei Lavoratori, con un gruppo di professori universitari, dirigenti sindacali e intellettuali, tra cui anche l’attivista e martire dell’ecologia Chico Mendes. Nelle elezioni del 1986, Lula fu eletto al Congresso brasiliano. nelle liste del Partido dos Trabalhadores, e partecipò alla redazione della Costituzione post-dittatura...