Iran: dopo le manifestazioni la repressione

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La situazione iraniana rimane complessa: dopo centinaia di arresti, in tutto il Paese sembra essere tornata la calma, l'Ayatollah Yadzi chiede dura punizione per i "facinorosi" mentre 300 intellettuali riformisti firmano una lettera per sostenere il diritto degli studenti a protestare.

'Abbiamo riportato la calma' ha annunciato il capo della polizia di Teheran. Le dimostrazioni e manifestazioni sembrano infatti terminate. Centinaia di arresti in tutto il Paese hanno per il momento placato i manifestanti.

Ma è una calma apparente. L'Ufficio per promuovere l'unità, una delle principali organizzazioni di studenti iraniani non di regime, sostiene che "gli arresti sono avvenuti per evitare che ci siano dimostrazioni il 9 luglio", anniversario della repressione della rivolta del '99 nell'università di Teheran. Il portavoce degli studenti, Hojat Sharifi, afferma che "fino a che uno studente sarà ancora in libertà terremo quella commemorazione" e denuncia "nessuno sa dove siano tenuti gli arrestati. Come si può parlare di legalità se le persone vengono picchiate per strada e poi arrestate".

E su 'The Iranian', giornale on-line, viene rivendicata l'indipendenza delle manifestazioni da qualsiasi influenza straniera e sottolineata la radicale differenza rispetto alle proteste del 1999 sostenendo che "gli studenti non chiedono più riforme" come nel 1999 ma "la radicale sostituzione del regime teocratico", questo perchè la "gente ha perso la fiducia nel Presidente Khatami e nei riformisti".

Il regime non fa attendere le reazioni: l'Ayatollah Mohammed Yazdi, uno degli uomini più potenti del regime, tuona contro i "facinorosi" chiedendo ai magistrati di punire "in fretta e con severità". UN aprte dello schieramento conservatore sembra comunque porsi su di una linea di confronto e di apertura. Amir Moheb Bihan, intellettuale di primo piano, in un'intervista nei giorni scorsi ha affermato che "il sistema ha capito la necessità di allentare la pressione. Una popolazione al 60% giovane e richieste sociali pressanti sarebbero un campanello d'allarme ovunque".

Nel frattempo 300 intelletuali riformisti hanno firmato una lettera di solidarietà agli studenti per sostenere il loro diritto a manifestare e soprattutto per la prima volta con questa lettera nomi noti dell'opposizione e della società civile iraniana hanno chiesto di abolire il ruolo di Guida suprema della rivoluzione e di instaurare un sistema di istituzioni democratiche.

Fonti: The Iranian, Yahoonews, Il Manifesto;

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