Banca Mondiale: più rinnovabili e meno combustibili fossili

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La Conferenza Renewables 2004 che si sta tenendo in questi giorni a Bonn ha visto oggi il tanto atteso intervento della Banca mondiale. Peter Voicke, Direttore dell'International Finance Corporation, il ramo della Banca mondiale che presta ai privati, ha dichiarato che l'istituzione aumenterà del 20% l'attuale impegno nel finanziare le energie rinnovabili e l'efficienza energetica. In pratica la quota complessiva del portfolio energetico della Banca destinata a progetti per le rinnovabili passerà solamente dal 6 al 7 percento (meno dell'1% dell'intero budget annuale della Banca).

In Italia gli Amici della Terra, il WWF e la Campagna per la riforma della Banca mondiale credono che in questo modo la Banca mondiale non diminuirà gli investimenti in petrolio, gas e miniere come invece richiesto dal recente Rapporto sull'Industria Estrattiva (RIE) della stessa Banca mondiale, pubblicato nel gennaio 2004 e presto al voto della Banca Mondiale. Il rapporto raccomanda l'arresto immediato dei finanziamenti per il carbone e di quelli per il petrolio entro il 2008, anno dell'avvio dei primi impegni secondo il protocollo di Kyoto.

"I recenti sviluppi del dibattito sull'energia fanno però temere che le dichiarazioni della Banca Mondiale non andranno a intaccare i nodi del sistema energetico attuale. Chiediamo, per esempio, che la Banca Mondiale si dia un chiaro obiettivo per l'aumento degli investimenti nell'efficienza energetica e sulle rinnovabili e che questo corrisponda almeno al 20 per cento dell'intero portfolio energetico, come previsto dal rapporto RIE", ha dichiarato Gianfranco Bologna del WWF.

"I 200 milioni che la Banca mondiale ha promesso oggi per la rinnovabili corrispondono all'incirca al suo contributo per solo uno dei grandi progetti per l'estrazione di combustibili fossili sostenuto ogni anno" ha commentato da Bonn Antonio Tricarico della Campagna per la riforma della Banca mondiale. "Tra il 1994 ed il 2003 il totale dei finanziamenti per i combustibili fossili è stato di 24,8 miliardi di dollari, come evidenziato da un rapporto dell'Institute for Policy Studies di Washington. Quello per le rinnovabili solo 1,06 miliardi" ha concluso Tricarico.

" E' sempre più evidente che i combustibili fossili non sono un cammino augurabile per lo sviluppo dei paesi del Sud del mondo" ha dichiarato Laura Radiconcini degli Amici della Terra Italia. " Non solo il clima globale collasserà se continueremo a bruciare le riserve di carbone e petrolio, ma è stato ormai dimostrato che queste forme di energia non sono nemmeno una soluzione per la povertà. Lo studio sull'industria estrattiva dimostra come i paesi ricchi di risorse del sottosuolo non ne hanno beneficiato in termini di sviluppo ma anzi la corruzione o i conflitti sono aumentati" ha aggiunto la Radiconcini.

Oggi, gli Amici della terra, Il WWF e la Campagna per la riforma della banca Mondiale hanno lanciato una pubblicazione congiunta dal titolo "Banca Mondiale - Scandali nel sottosuolo - Petrolio carbone e miniere progetti distruttivi sovvenzionati" dove è analizzato il ruolo della Banca Mondiale nella produzione di emissioni di gas serra negli ultimi 12 anni e l'impatto dei cambiamenti climatici sulla povertà. Nel rapporto sono anche contenute informazioni sulle compagnie internazionali beneficiarie dei prestiti nel settore estrattivo ed un appello da spedire ai rappresentanti italiani alla Banca Mondiale.

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