Verso l'obiettivo "zero vittime" sulle strade

Stampa

Foto: Freepik.com

Con l’avvio del 2023 è tempo di bilanci per l’anno appena trascorso. Gli strazianti, nonché numerosi, episodi di vittime di incidenti stradali nelle ultime settimane dell’anno, soprattutto tra i giovanissimi ci hanno restituito memoria di una problematica che sembrava sopita, complici le fasi più acute della pandemia di Covid-19 e dunque la scarsa mobilità delle persone. Ovvio che più ci si torna a muovere con gli automezzi più il numero degli incidenti stradali aumenti. Ecco quindi giustificati i recenti numeri allarmanti diffusi dall’ISTAT che indicano per il primo semestre 2022, rispetto agli analoghi mesi gennaio-giugno 2021, un “aumento del numero di incidenti stradali con lesioni a persone (81.437, pari a +24,7%), dei feriti (108.996, +25,7%) e delle vittime entro il trentesimo giorno (1.450, +15,3%)”. Dati ancora più alti rispetto al primo semestre 2020 con un aumento calcolato in incidenti +64,3%, feriti +63,0%, vittime +43,2%. Si tratta, tuttavia, di dati che non è possibile paragonare; come è possibile farlo con i due mesi di lockdown di marzo e aprile del 2020? E analogamente con le limitazioni alla mobilità e le quarantene sanitarie dell’inverno 2021?

È dal confronto, dunque, con il primo semestre 2019 che si ricavano dati attendibili e, fortunatamente, nella direzione di una riduzione degli incidenti stradali, seppur lieve: -2,6%; feriti -6,8% e deceduti -5,5%. Inoltre le vittime diminuiscono in misura significativa sulle autostrade (-11,8%) mentre sulle strade urbane ed extraurbane il calo è del 5%. Un trend che risulta sulla strada, è proprio il caso di ricorrere a questo gioco di parole, verso l’obiettivo “zero vittime” del 2050 del Quadro strategico decennale dell’Unione Europeo per la sicurezza stradale (2021-2030) che, riprendendo il Piano dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), di vittime e feriti gravi ne prevede in numeri dimezzati rispetto al 2019.

La Strategia dell’UE tiene conto dei dati riscontrati in tutti i Paesi membri con i migliori punteggi per sicurezza stradale riconosciuti a Svezia e Irlanda, mentre quelli con i peggiori punteggi a Romania, Bulgaria e Polonia; nello specifico nel 2020 la Svezia ha un primato di 18 morti per milione di abitanti mentre la Romania ha registrato il numero più alto di vittime: 85 per milione di abitanti. Con una media europea che si aggira sulle 51 vittime per milione di abitanti, l’Italia registra una media leggermente superiore di 55 vittime per milione di abitanti. Come fare per ridurre il numero degli incidenti stradali? Considerando che il 95% degli incidenti stradali dipende da errori di tipo umano, l’UE ha disposto l’installazione obbligatoria sui veicoli di dispositivi avanzati di sicurezza (ben 30), come il sistema di adattamento intelligente della velocità, di avviso della distrazione del conducente e di frenata d’emergenza. Le nuove norme diventeranno effettive a partire da maggio 2022 per i nuovi modelli e da maggio 2024 per i modelli esistenti. La tecnologia salva-vita si calcola che potrebbe salvare oltre 25mila vite ed evitare almeno 140mila feriti gravi entro il 2038.

Di un analogo piano avrebbe bisogno un altro continente, quello che in assoluto ha il più alto numero di incidenti stradali al mondo: l’Africa. Secondo l’OMS, l’Africa ha uno dei peggiori tassi globali di mortalità stradale: in media 26,6 morti ogni 100mila abitanti, mentre in Europa è 9,9 ogni 100mila, un dato quasi 3 volte inferiore a quello africano. Mettendo da parte la Repubblica Domenicana, Paese al mondo con il più alto tasso di morti per incidenti stradali, la triste classifica stilata da World Life Expectancy segue con ben 24 Paesi africani nelle prime 25 posizioni. In primis Zimbabwe, Malawi, Liberia, Eritrea e Uganda, ma anche Kenya, Nigeria, Egitto, Sudafrica. Le ragioni principali sono da individuare nel consumo di alcool alla guida, nel mancato rispetto della segnaletica stradale e nell’eccesso di velocità. Sulla base della consapevolezza di questi numeri, alcuni Paesi africani hanno avviato un giro di vite per cercare di far fronte al problema. In Sudafrica, in particolare, la campagna “Arrivare vivi” (Be safe. Get there) da anni cerca di informare sui pericoli derivanti dal mancato rispetto delle regole alla guida, sui comportamenti da tenere in caso di ingorghi o interruzioni del traffico. Inoltre anche le sanzioni per guida in stato di ebbrezza e la lotta alla corruzione, così da attivare realmente le contestazioni da parte della polizia, stanno iniziando a dare frutti, anche se gli incidenti stradali restano in numeri ben al di sopra della media globale. 

Oggi nel mondo gli incidenti stradali provocano 1,35 milioni di morti all’anno e sono diventati la prima causa di morte tra i 5 e i 29 anni (Report OMS 2022). Il tasso di mortalità incide maggiormente sui motociclisti ed è tre volte più alto nei Paesi a basso reddito. “Le morti sulla strada sono un prezzo inaccettabile per la mobilità. – ha affermato nel febbraio 2020 il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus nel corso delle Conferenza mondiale sulla sicurezza stradale - Non ci sono scuse per l’inazione”. Parole prese a prestito anche dal presidente Mattarella poche settimane fa, nella Giornata Mondiale del Ricordo delle Vittime della Strada, e un monito per tutti.

Miriam Rossi

Miriam Rossi (Viterbo, 1981). Dottoressa di ricerca in Storia delle Relazioni e delle Organizzazioni Internazionali, è esperta di diritti umani, ONU e politica internazionale. Dopo 10 anni nel mondo della ricerca e altrettanti nel settore della cooperazione internazionale (e aver imparato a fare formazione, progettazione e comunicazione), attualmente opera all'interno dell'Università degli studi di Trento per il più ampio trasferimento della conoscenza e del sapere scientifico.

Ultime su questo tema

La scheggia impazzita di Israele

12 Settembre 2025
Tel Aviv colpisce, implacabile, quando e come gli pare, nella certezza dell’impunità interna e internazionale. (Raffaele Crocco)

Eternit e panini kebab

10 Settembre 2025
Un pellegrinaggio sui campi da rugby italiani, con lo scopo di condividere e raccontare le capacità riabilitative, propedeutiche e inclusive della palla ovale. (Matthias Canapini)

Basta guerra fredda!

30 Agosto 2025
Il recente vertice di Anchorage ha aperto spiragli per un futuro meno segnato da conflitti e contrapposizioni. (Alex Zanotelli e Laura Tussi)

Il lavoro delle Ong nel Mediterraneo, tra minacce e ostruzionismo

29 Agosto 2025
Dopo l’attacco alla Ocean Viking, abbiamo intervistato Sara, Protection officer a bordo della nave Humanity 1. (Maddalena D´Aquilio

Global Sumud Flotilla: resistere per esistere

29 Agosto 2025
Dal Mediterraneo a Gaza: la più grande flottiglia civile mai organizzata per denunciare il genocidio e portare solidarietà al popolo palestinese. (Articolo 21)

Video

Pier Luigi Vigna sulla Responsabilità Sociale d'Impresa