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Come si fa ad avere il bikini body?
Codici di condotta
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Foto: Valeria Menapace, associazione Curvy Pride
“Sono così magra che se per caso mi sentissi male e svenissi in mezzo a una strada, credo mi lascerebbero lì pensando che sono una tossica. Invece ho solo problemi di tiroide”, mi diceva poco tempo fa una donna estremamente esile con cui stavo conversando allo stand di una fiera.
Poi ho intervistato Valeria Menapace, dell’associazione Curvy Pride: promuovono la pluralità di modelli di bellezza e la tutela della salute passando per la prevenzione dei disturbi alimentari. Mi ha detto: “tempo fa ho fatto un servizio fotografico – premetto: non in intimo, né in nudo – per il progetto Io mi amo con l’associazione Curvy Pride (qui le info su come partecipare). La maggior parte dei commenti che ho ricevuto sui social ruotavano intorno al fatto che io non sono curvy ma obesa. Va bene, ma l’obesità dipende da tanti fattori. Ignorantemente ancora si pensa che il cibo sia l’unica causa; se tu sapessi più cose di me capiresti anche molto altro, ma io non posso e non voglio dare questo tipo di spiegazioni a chi non mi conosce”.
Forse questi due esempi possono essere considerati i due estremi: in mezzo ci sono tutte quelle donne “normali”: né troppo magre, né troppo grasse. Provate a fare un esperimento: chiedetevi o chiedete alle donne che vi circondano quante di loro sono contente del proprio corpo. Se si svegliassero la mattina con un paio di kg in meno senza far nulla sarebbero contente, indifferenti, o un po’ risentite perché si vanno bene così come sono? Da anni siamo bombardate da modelli di bellezza e perfezione, e questo ha avuto un’influenza su generazioni di donne, contribuendo a creare insicurezza e problematiche di vario tipo.
C’è da chiedersi: a chi giovano queste insicurezze? Al netto del pensiero patriarcale in cui ci muoviamo, in parte sicuramente sono utili all’industria: l’economia ci insegna che per vendere un prodotto dobbiamo prima crearne il bisogno. E cosa c’è di meglio del bisogno di una perfezione irraggiungibile?
Secondo due censimenti del 2018 realizzati da MicroMarketingAnalysisSystem (Mmas) e l'Istituto Tiepoli di Milano per l'associazione Cosmetica Italia in media le italiane vanno dall’estetista una volta ogni due mesi, il che non sembrerebbe così eccessivo; a fronte di questo però c’è un 23% che ci va più di una volta al mese. Si va prevalentemente per trattamenti manuali per la bellezza del corpo, a cui seguono i trattamenti viso. Secondo lo studio il comparto in Italia vale 178 milioni di euro, a cui vanno ad aggiungersi 236 milioni di soli cosmetici per uso professionali (fonte: Ansa).
Al mercato dei prodotti per la cura del corpo bisogna poi aggiungere quello delle diete: in questo articolo della scorsa estate, Il Sole 24 ore metteva in evidenza come stanno aumentando i consumi di alimenti proteici, a scapito degli altri – come nella dieta chetogenica, uno degli ultimi trend in materia. Considerato che spesso e volentieri le proteine le troviamo in carne, uova, latticini, forse varrebbe la pena fermarsi un attimo a riflettere sulla poca sostenibilità non solo personale e fisica, ma anche ambientale di questo approccio.
E la chirurgia estetica? Secondo dottori.it, sito specializzato nella prenotazione di visite e prestazioni mediche specialistiche, nel periodo tra marzo e maggio 2019 c’è stato un aumento del 26% di prenotazioni di trattamenti di chirurgia plastica e di medicina estetica rispetto all’anno precedente – come segnalato da La Repubblica. Si riportano le parole di Angela Maria Avino, amministratrice delegata di Dottori.it: “Durante la pandemia c’è stata una frenata del 30%. Oggi, nel 2021, prendendo in considerazione lo stesso periodo, le prenotazioni sono tornate a crescere non solo rispetto all’anno scorso ma addirittura rispetto al periodo pre-pandemia. In particolare, le richieste sono aumentate del 67% rispetto al 2019 e del 130% rispetto al 2020”.
Avere il bikini body, quindi, sembrerebbe la triangolazione di questi tre elementi: trattamenti di bellezza, dieta, e chirurgia estetica - soprattutto da quando le palestre sono chiuse e tenersi in forma è diventato un po’ più difficile per tanti. Però al bikini body per fortuna c’è un fronte di resistenza che si oppone, e che per fortuna guadagna terreno.
Il documentario di Lorella Zanardo “Il corpo delle donne” (disponibile online gratuitamente a questo link) è stato l’apripista sulla consapevolezza rispetto a questo tema: anche se il filmato ha qualche anno, purtroppo l’analisi che porta avanti è quanto mai attuale.
Dal documentario ai social, gli strumenti di consapevolezza sono tantissimi e per come protagoniste ci sono anche le generazioni più giovani: la piattaforma regina in questo senso è Instagram. Qui si trovano sì le supermodelle di sempre, ma anche ragazze-influencer che mostrano i trucchi della fotografia: l’importanza della luce negli scatti, come anche solo la postura del corpo e l’inquadratura possano fare la differenza tra l’immagine di una ragazza con un corpo percepito come “bellissimo” e quella di una ragazza con un corpo percepito come “bruttissimo” (per i canoni attuali). Georgie Clarke, Nelly London, Bree Lenehan: tutti esempi meravigliosi di questo nuovo trend. A ciò si uniscono proposte governative: una nuova legge in Norvegia, ad esempio, rende illegale per influencer ed aziende condividere immagini promozionali senza dichiarare che queste sono state ritoccate.
Questo il campo di battaglia: perché a soffrire l’influenza dei modelli siamo per l’appunto un po’ tutte ed è doloroso. Conclude Valeria: “Sì, questo porta le ragazze a non sentirsi mai adeguate. Nel caso del progetto “Io mi amo”, il fatto che l’obesità sia una malattia è un fatto, appunto. Però questo non significa che noi dobbiamo stare serrate in casa, non parlare con nessuno, non avere un’espressione anche fisica e questo è il pensiero di Curvy Pride. Il concetto è: nonostante questa cosa, io posso permettermi di fare quest’altra cosa qua. I commenti negativi che arrivano rischiano di bloccare le ragazze che poi si chiudono e non va bene per niente perché scattano dei meccanismi negativi. Noi cerchiamo di combatterli”. Una delle poche battaglie che mette insieme davvero tutte: magrissime, obese, normali.
Novella Benedetti

Giornalista pubblicista; appassionata di lingue e linguistica; attualmente dottoranda in traduzione, genere, e studi culturali presso UVic-UCC. Lavora come consulente linguistica collaborando con varie realtà del pubblico e del privato (corsi classici, percorsi di coaching linguistico, valutazioni di livello) e nel tempo libero ha creato Yoga Hub Trento – una piattaforma che riunisce varie professionalità legate al benessere personale. È insegnante certificata di yoga.