Un giorno ad Aboud, 30 gennaio 2005

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30 gennaio 2005 - Questa mattina alle 8.00 veniamo informati che sulla strada principale per Ramalla, poco fuori il paese, c'è un checkpoint dalle 5 .30 del mattino. Andiamo e troviamo una coda di auto ferme lunga circa 200 metri. Le auto e i pulmini carichi di gente che deve andare al lavoro passano una alla volta, con un controllo documenti che li obbliga a scendere dall'auto, percorrere circa 10 metri a piedi fino a raggiungere l'ufficiale che guarda il documento. Poi tornano indietro fino al mezzo e ripartono. Il tutto porta via circa 3 minuti ad auto con l'inutile umiliazione di scendere e andare a piedi dall'ufficiale a fargli vedere il documento e poi tornare indietro per risalire in auto. Ovviamente le auto dei coloni che passano su quella stessa strada non vengono fermate.Cerchiamo di parlare con l'ufficiale. Rifiuta di farci avvicinare e ci manda un soldato come messaggero. Le nostre richieste di controllare i documenti senza far scendere la gente dai furgoni cadono nel nulla.

Chiamiamo l'ufficio militare dei territori, il quale ci fa parlare con il comandante, il quale non ne vuol sapere di agevolare il controllo di quel check point sostenendo delle generiche "nostre buone ragioni" per far scendere la gente dai mezzi. Rimaniamo a guardare facendo foto. Dopo 30 minuti un altro mezzo militare raggiunge il checkpoint e dopo 2 minuti di dialogo tra gli ufficiali i mezzi se ne vanno liberando la strada alle rimanenti auto che possono cosi andare a Ramalla senza controllo documenti.a rimarcare l inutilita dei controlli precedenti.

Questa sera alle 17.00 due bambini palestinesi del villaggio, entrambi dell'eta di 10 anni, sono stati arrestati da soldati dell'esercito israeliano perché tiravano pietre. I due bambini sono stati rinchiusi dentro alla jeep dell'esercito per circa 30 minuti, dentro la quale sono stati minacciati dai soldati di essere portati in prigione se non davano i nomi dei loro coetanei che lanciano pietre contro i mezzi blindati quando entrano in paese. I bambini sono usciti dalla jeep in lacrime. Uno dei due ha dato all'ufficiale 20 nomi e cognomi di bambini del paese. La jeep e l'ufficiale che la comanda è la stessa che ha fatto il check point al mattino. L'ufficiale è un tipo molto duro, che ha gia fatto sapere in paese che quando passa non vuole vedere i bambini che lanciano pietre sulle auto militari blindate. Ieri questo stesso ufficiale ha lanciato un gas lacrimogeno contro i bambini che lanciavano pietre.

Casualmente abbiamo assistito al fatto, documentandolo anche con foto e solo alcuni secondi di video perchè l'esercito ha impedito l'uso della telecamera. Uno dei due bambini con il quale abbiamo parlato dopo il fatto, ha raccontato che lanciavano pietre contro un auto di un colono israeliano, il quale è uscito dall'auto e ha sparato alcuni colpi di pistola. I bambini sono fuggiti per le strade del paese, nel quale erano presenti due mezzi dell'esercito. I soldati hanno rincorso e bloccato i due bambini, chiudendoli poi nella jeep.

Per la legge militare israeliana, in vigore nei Territori Occupati, sono possibili di arresto i bambini con età superiore ai 12 anni. In questo caso la violazione è avvenuta non solo contro il Diritto Internazionale delle Nazioni Unite (che condanna gli arresti anche dei 12enni), ma anche contro le stesse leggi militari israeliane, essendo i bambini di 10 anni.

Ad un soldato che presidiava la jeep con i bambini dentro abbiamo chiesto il perchè di quello che accadeva e lui molto nervoso ci ha risposto facendo vedere una cicatrice che aveva sulla gamba. Gli ho chiesto come e quando se la fosse fatta ma non mi ha risposto, dicendo solo che in quel momento stava facendo il suo lavoro. Inutilmente ho chiesto di parlare con l'ufficiale che ci ha impedito di avvicinarlo ordinando ai soldati di tenerci a distanza dalla jeep.
Mi chiedo dove è quella fase di dialogo che tanto viene sbandierata nei mass media in questi giorni.

Dalle colline a due passi dal mare in cui nessuno puo andare
Salam shalom
logan

dai volontari dell'Operazione Colomba

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