Lettera su Aviano agli enti locali

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I gruppi di Rete Radié Resch e Donne in Nero di Udine hanno appreso la notizia che il Comune di Aviano, con una delibera a maggioranza, ha decretato la cessione di parte del proprio territorio, cioè la via Pedemonte, alla locale base USAF, per consentire alle forze armate statunitensi la riunificazione di due aree, A e B, da esse attualmente occupate e non comunicanti. I due gruppi ritengono sulla base USAF di Aviano, che si debbano rendere pubblici gli accordi tra Governo USA e Governo italiano, rispettando principi costituzionali e leggi nazionali, che richiedono la fine della sua extra-territorialità ed il monitoraggio completo del suo impatto ambientale. Questa decisione rende inaccettabile che gli attuali amministratori del Comune di Aviano mantengono la presenza all'interno della Tavola Regionale della Pace.

Lettera a tutti i soggetti aderenti alla Tavola Regionale della Pace.

In questi mesi, spesso in modo problematico e sofferto, abbiamo sperimentato la strada del confronto tra associazioni, movimenti ed Enti Locali, all'interno della costituenda Tavola Regionale della Pace. Da qualche giorno abbiamo appreso la notizia che il Comune di Aviano, con una delibera a maggioranza, ha decretato la cessione di parte del proprio territorio, cioè la via Pedemonte, alla locale base USAF, per consentire alle forze armate statunitensi la riunificazione di due aree, A e B, da esse attualmente occupate e non comunicanti. Tale decisione ci induce ad alcune considerazioni. La svendita della via Pedemonte, fatto già grave in sé, assume tratti ancora più
preoccupanti e contraddittori se si considera che il sindaco di Aviano, Gianluigi Rellini presiede il Coordinamento degli Enti Locali per la Pace del Friuli Venezia Giulia, che è parte integrante della Tavola Regionale, a cui partecipa in posizione di rilievo anche l'assessore dello stesso comune Dino Del Savio.

La scelta di sacrificare una parte aggiuntiva del proprio territorio agli interessi di una base militare di proporzioni già abnormi, ci pare inconciliabile con quanto affermato nel documento sottoscritto dall'assemblea di Feletto Umberto il 21 luglio 2003, con il quale si tentava di dar vita alla Tavola della Pace del Friuli Venezia Giulia. In quel testo, che pensavamo dovesse costituire una piattaforma politica condivisa e vincolante, dopo aver sottolineato la necessità di opporsi "a scelte di riarmo ed all'incremento delle spese militari (produzione, commercio ed uso delle armi), nella prospettiva di un progressivo disarmo", si precisava:
"All'interno delle alleanze internazionali, è necessario sia fatta chiarezza sull'attività e sulle funzioni delle basi militari, nella volontà di percorrere la difficile ma necessaria via della progressiva e generale demilitarizzazione dei nostri territori, come coerente conseguenza del ripudio della guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti.

Crediamo che la presenza sul nostro territorio di basi militari, dotate di testate nucleari e attive anche recentemente nella "guerra infinita", sia un lacerante elemento di contraddizione con la nostra lotta per un'Europa di pace. In particolare riteniamo riguardo alla base USAF di Aviano, che si debbano rendere pubblici gli accordi tra Governo USA e Governo italiano, rispettando principi costituzionali e leggi nazionali, che richiedono la fine della sua extra-territorialità ed il monitoraggio completo del suo impatto ambientale." Ricordando tali impegni, pensiamo che partecipare alle Tavole della Pace non significhi aderire verbalmente ad astratte dichiarazioni di principio, ma piuttosto intraprendere la complessa e scomoda ricerca della coerenza nelle scelte e nelle azioni da mettere in campo. Così la partecipazione attiva alla Tavola della Pace regionale alla Via Crucis Pordenone-Aviano del 28 marzo, la raccolta di firme da essa promossa per l'introduzione del "ripudio della guerra tra i principi della nuova Carta Costituzionale Europea" e le iniziative intraprese per una proposta di riforma nel segno di una cultura di pace del nuovo Statuto Regionale non possono e non debbono essere azioni slegate da un contesto di coerenza ad alcuni principi per noi irrinunciabili.

Come associazioni impegnate all'interno del grande movimento per la pace, da sempre riteniamo importante il confronto con le istituzioni, essendo queste, nell'attuale sistema rappresentativo, investite di poteri di scelta, di indirizzo e di governo rispetto alle grandi questioni che interessano il nostro presente; spesso dunque ci siamo rivolte/i alle istituzioni nazionali e internazionali, per esigere l'assunzione di politiche capaci di contrastare la deriva delle guerre e di favorire invece la risoluzione nonviolenta dei conflitti in diverse aree del mondo.

Valutiamo allo stesso modo essenziale la funzione che a questo riguardo possono svolgere gli Enti Locali che per il radicamento sul territorio e la prossimità rendono praticabile la partecipazione di cittadine e cittadini nelle azioni e nelle scelte che danno visibilità e concretezza alle convinzioni ideali. La pace non ha un luogo e un tempo privilegiati di costruzione e di parola, ma presuppone che ognuno se ne assuma la responsabilità a partire dal proprio ruolo e dalla propria collocazione, singola o collettiva, istituzionale o privata.

Per tutti questi motivi, riteniamo inaccettabile la posizione che gli attuali amministratori del Comune di Aviano mantengono all'interno della Tavola Regionale della Pace. Ci chiediamo inoltre se tale vistosa contraddizione sia percepita anche dagli altri soggetti che in questi mesi, a diverso titolo, hanno collaborato alle iniziative della Tavola e quindi se sia ragionevole convocare in tempi ravvicinati un'assemblea su questo tema, in seguito alla quale valutare se mantenere la nostra presenza dentro la Tavola stessa.

Rete Radié Resch-Udine
Donne in Nero-Udine

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