Italia: le minacce del ponte di Messina

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Centinaia di presenze sono state registrate al terzo campeggio di lotta contro il Ponte di Messina che dall'inizio settimana si sta svolgendo nel Comune di Cannitello. Una settimana di festa, musica, iniziative di informazione ed dibattiti tra cui quello con le amministrazioni di Villa San Giovanni e Reggio Calabria che verteva sul ruolo dei movimenti e delle amministrazioni locali per la difesa e la valorizzazione del territorio. Un clima di vera partecipazione che si andrà a concludere sabato 7 con delle manifestazioni sia sul versante siciliano che calabrese a cui parteciperanno i cittadini che rischiano di perdere la casa a causa degli espropri previsti per l'apertura dei cantieri del ponte. Per tentare di criminalizzare gli organizzatori, il Comune di Messina ha distribuito un volantino che invita i commercianti a chiudere in anticipo i propri esercizi e i cittadini ad andare via per la presenza dei "no global" che potrebbero creare incidenti. Gli organizzatori del campeggio hanno denunciato "questo tentativo ridicolo, strumentale ed antidemocratico" rilanciando la mobilitazione che ha ricevuto adesione ed apprezzamento da numerose organizzazioni tra cui Legambiente nazionale e locale, dal Wwf Calabria, dalla Rete del Nuovo Municipio e dal Presidente e da un gran numero di sindaci dei comuni del Parco Nazionale d'Aspromonte.

Dopo la decisione del Governo italiano e il via del Parlamento europeo, viene confermato che saranno risorse pubbliche a rendere possibile la realizzazione dell'opera e che il rischio di gestione dei capitali privati verrà garantito da un onerosissimo canone pagato dalle Ferrovie e da un intervento finale da parte dello Stato. A Pontopoli, vicino a Messina, si sta dando inizio alle "opere compensative e mitigatrici" definite nel documento dell'Unità di progetto comunale "Ponte sullo Stretto". Secondo la redazione di Terrelibere, dalla lettura del documento emergono alcune palesi contraddizioni "con inutili opere viarie fini a se stesse che utilizzano il territorio come fosse un deserto, il tutto calato in un'area che vive problemi ambientali colpevolmente irrisolti". Secondo l'indagine nazionale di Legambiente "Ecosistema urbano 2004", Messina rientra nella penultima fascia della classifica grazie alla scarsa qualità delle politiche ambientali locali. Tra gli indicatori valutati ci sono il verde urbano, il trasporto pubblico, la raccolta differenziata, l'abusivismo edilizio, piste ciclabili e la depurazione delle acque. A questo si andrebbe ad aggiungere il sistema integrato di trasporto dell'Area dello Stretto sulla modalità ferroviaria, stradale e marittima con un infinità di progetti che non hanno direttamente a che vedere con il Ponte tra cui un nodo intermodale e la metropolitana del Mare che viene giustificata come attenuazione dei disagi durante la costruzione del Ponte.

Nel 2003 fu elaborata una relazione tecnico-urbanistica nel territorio di Messina sulle opere previste per la realizzazione del Ponte eco-mostro. Il documento, rimasto nascosto per molto tempo nei cassetti e poi approvato dal consiglio comunale della città siciliana, rivela gravi dissesti ambientali, la trasformazione di aree abitate in cave e discariche e l'assogettamento di interi comuni della Sicilia orientale ai cantieri del manufatto. Sono 23 i diversi tracciati stradali individuati per il flusso dei mezzi per la realizzazione del manufatto, buona parte dei quali attraverso aree intensamente urbanizzate e già soffocate dal traffico di automezzi pesanti. Il progetto preliminare prevede poi la realizzazione dei nuovi raccordi per la realizzazione dei nuovi raccordi per il collegamento con le tratte autostradali Messina-Catania e Messina-Palermo con il conseguente sventramento dell'area pre-boschiva dei Monti Peloritani con prevedibili conseguenze sul futuro assetto urbanistico del territorio. [AT]

Altre fonti: Terre libere, Coordinamento Meridionale Contro il Ponte

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