Italia: annuncio non attendibile, si al corteo del 19

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"Diamo 48 ore al governo italiano per annunciare il ritiro dall'Iraq, questa è la condizione che poniamo per liberare l'ostaggio italiano Giuliana Sgrena". L'annuncio è stato pubblicato su un sito web ed è firmato dalla fantomatica organizzazione che ha rivendicato, senza fornire prove risolutive, il sequestro di Giuliana Sgrena, l'inviata del manifesto in Iraq.

Nel comunicato si invitano "tutti i fratelli musulmani a essere prudenti di fronte a coloro che accusano i Mujahiddin del paese di Rafidain (Mesopotamia) e vigilanti di fronte a coloro che annunciano di qua o di là il destino della prigioniera italiana". Nessun commento, alla Farnesina, sul nuovo presunto "ultimatum" all'Italia, tuttavia viene sottolineato come simili comunicati si sono rivelati inattendibili il più delle volte. Stessa reazione dalla redazione del Manifesto. Il ministro degli esteri Gianfranco Fini ha ribadito nella conferenza stampa di oggi che i tempi per la soluzione del sequestro dell'inviata del manifesto, si prospettano molto lunghi.

Intanto è stata confermata la giornata del 19 febbraio per la manifestazione di Roma indetta dal quotidiano "Il Manifesto" per chiedere la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena. In una riunione tenutasi presso l'Arci della varie organizzazioni che compongono il movimento contro la guerra c'è stata convinzione nel partecipare all'evento che partirà da Piazza Esedra alle ore 14.00 e si concluderà con un concerto di artisti di livello nazionale e prenderanno la parola il direttore del Manifesto e di Liberation. Il sito di riferimento rimarrà quello usato per le grandi manifestazioni nazionali "Fermiamo la guerra". Un'adesione chiara è arrivata dal coordinamento della Tavola della Pace contro ogni sentimento di impotenza, di rassegnazione o peggio di indifferenza.

Il GLT-Nonviolenza e Conflitti della Rete Lilliput raccoglie e fa proprio l'appello del "Manifesto" invitando a partecipare all'evento nazionale. "A quanti invece non potranno essere presenti alla manifestazione nazionale, invitia ad organizzare, in concomitanza, una forma di 'testimonianza' locale, coinvolgendo cittadinanza ed istituzioni. La liberazione di Giuliana, della società civile irachena, della democrazia dipende anche da noi". Anche da Altragricoltura arriva una forte adesione e per questo si appella a un impegno di tutti. " Non ci pieghiamo alla violenza brutale dei corpi dilaniati dalle bombe e dalle armi teconologiche degli eserciti alleati contro un popolo o alle vite private dalla libertà nelle prigioni militari legalizzate o in quelle clandestine dei sequestratori. Continueremo a dire la verità, a chiamare guerra la guerra, terrorismo il terrorismo e a stare dalla parte del popolo irakeno come dei poli del mondo vittime della globalizzazione armata del nostro tempo".

Altre fonti: Tavola della Pace

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