Disarmo: 9 dicembre per Turi, denunce dalla Bosnia

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Il 9 dicembre, 18esimo anniversario della stipula degli accordi INF (1987) tra Reagan e Gorbaciov, si terrà un sit-in nei pressi dell'ufficio del Parlamento Europeo in Piazza Santi Apostoli dalle 14.30 sino alle 16.00 a sostegno di Turi Vaccaro, condannato a 18 mesi di detenzione dal Tribunale di Breda (Olanda) per aver danneggiato nella base di Wonsdrecht due caccia NATO F16 capaci di portare testate atomiche B61.

Dopo il sit-in in piazza Santi Apostoli, dalle 15.00 alle 17.00 ci si sposterà in Via IV novembre presso una sala del Parlamento Europeo per un incontro di lavoro con l'Europarlamentare Luisa Morgantini, sulla campagna "per turi e per il disarmo atomico".

Anche il movimento nonviolento Mir di Torino propone per stasera dalle 17.30 alle 18,30 in Piazza Castello a Torino un'ora di silenzio "per Turi e per il disarmo atomico". "Nonostante l'Italia abbia firmato il trattato di non proliferazione nucleare, esistono sul nostro territorio diverse bombe atomiche. Sembrerebbe circa 90: tra queste 40 bombe atomiche B61 si trovano a Ghedi (Brescia) e fanno parte di un accordo di "nuclear-sharing" della Nato, cioè sono in dotazione alle forze armate di un Paese che si è impegnato a non dotarsi mai di armi nucleari quando, nel 1975, ratificò il Trattato di Non-Proliferazione Nucleare. Saranno i piloti italiani del Sesto Stormo a caricarle sui Tornado e a sganciarle. Così anche in diversi altri paesi europei. E' di fronte a questi dati che Turi Vaccaro, pacifista nonviolento, di Torino, il 10 agosto scorso,entrò nella base aerea di Woensdrecht (Olanda) e con un martello portato da Assisi demolì due F16 attrezzati per ordigni nucleari. Dopo l'azione si consegnò volontariamente. Detenuto nel carcere di Breda , è stato condannato in primo grado a 18 mesi di reclusione. Il suo gesto ci interpella e diversi, singoli e movimento, abbiamo deciso di mobilitarci per chiedere con più forza il disarmo atomico dell'Italia" - riporta l'appello del Mir di Torino.

Luisa Morgantini, presenterà al Parlamento Europeo una risoluzione in favore di Turi e del suo gesto nonviolento nel quale si ricorda che "il gesto di disobbedienza civile del Vaccaro, credente cattolico, attivista nonviolento da molti anni, comunque valutato" va considerato alla luce della "sua nobile motivazione ("trasformare le spade in aratri"), e della forma di attuazione, responsabilmente autodenunciata, e contro "strumenti di morte" e non contro persone, pone pur sempre all'attenzione di tutti, non solo in Olanda, il problema della presenza degli armamenti nucleari sul suolo europeo e dei modelli di difesa che ne prevedono il dispiegamento e l'uso". Turi Vaccaro ricorrerà in appello contro la sentenza di condanna, sostenendo di aver agito per legittima difesa contro l'illegalità delle armi nucleari che costituiscono una concreta minaccia alla vita della sua famiglia, della comunità in cui ha scelto di risiedere, dell'umanità tutta. L'incontro con la Morgantini avverrà a Roma, il 9 dicembre dalle 15 alle 17, presso l'Ufficio del Parlamento Europeo di Roma di via IV Novembre, 149. L'incontro sarà preceduto e sostenuto dal sit in per Turi e per il Disarmo Nucleare.

Intanto, dieci anni dopo i bombardamenti della NATO, la Bosnia Erzegovina inizia a fare i conti con le conseguenze delle radiazioni dei proiettili all'uranio impoverito - riporta l'Osservatorio sui Balcani. "Il rapporto della commissione parlamentare - la Commissione d'indagine per determinare il grado di radiazione dell'uranio impoverito e le conseguenze sulla salute dei cittadini della BiH - non lascia dubbi su due cose: primo, che la NATO durante le operazioni nell'autunno del 1994 e nel 1995 impiegava munizioni con uranio impoverito; e secondo, che le conseguenze sulla salute dei cittadini che si sono trovati vicino agli obbiettivi non sono per niente trascurabili. Anzi, fino ad ora un numero indeterminato di cittadini della BiH è morto per le conseguenze delle radiazioni, mentre le conseguenze per l'ambiente naturale saranno permanenti, almeno là dove sono state effettuate le azioni militari" - nota l'Osservatorio. [GB]

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