8 aprile: Giornata Rom e Sinti, continuano le discriminazioni

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L'8 aprile si celebra in tutto il mondo il "Romano Dives", la Giornata internazionale della nazione Rom, in ricordo dell'8 aprile 1971 quando a Londra si riunì il primo Congresso internazionale del popolo Rom e si costituì la Romani Union, la prima associazione mondiale dei Rom riconosciuta dall'ONU nel 1979. Le discriminazioni iniziate dal loro arrivo in Europa almeno cinque secoli fa e culminate con il Porrajmos, l'Olocausto zingaro, in cui persero la vita nei campi di sterminio nazisti almeno 500.000 Sinti e Rom, non sono certo in diminuzione. In tutta Europa assistiamo a sempre maggiori fenomeni di intolleranza nei confronti di questa minoranza etnica.

"E' il caso dell'Italia con i suoi campi nomadi fortemente lesivi dei più elementari diritti umani viste le ubicazioni di molti campi nei pressi di discariche o condizioni ambientali svantaggiate: una situazione da vero e proprio regime di apartheid come è stato definito in un rapporto dell'ERRC (European Roma Rights Center)" - nota l'Associazione per i Popoli minacciati (APM). Ma anche l'Austria, dove nonostante il riconoscimento costituzionale di minoranza linguistica nazionale, continuano gli atti di intolleranza verso i Rom. L'episodio più grave si verificò il 4 febbraio 1995 quando quattro cittadini del Burgenland in Austria vennero assassinati perché erano Rom. Erwin Horvath, Karl Horvath, Peter Sark㶀zi e Josef Simon vennero uccisi per motivi di odio razziale. Da allora ci sono stati alcuni miglioramenti nella situazione dei Rom, la discriminazione nei loro confronti però non è mai cessata.

E la stessa situazione di intolleranza da parte della popolazione di maggioranza si verifica nella Repubblica Ceca, in Polonia, in Ungheria, in Slovacchia, in Romania. La situazione risulta particolarmente grave in Kosovo dove le stesse istituzioni europee non garantiscono l'assistenza minima ai profughi Rom, lasciandoli alla mercé di estremisti albanesi. Nel giugno 1999, poco dopo l'arrivo delle truppe NATO, la maggioranza della popolazione Rom e Ashkali fu cacciata dalle proprie case da estremisti albanesi e le loro case bruciate. Omicidi, stupri, rapimenti, torture e persecuzioni razziste hanno costretto 130.000 su 150.000 Rom e Ashkali a lasciare il paese. Mentre venivano ricostruite decine di migliaia di case di Albanesi, le truppe della NATO e della KFOR restavano a guardare impassibili come 14.000 su 19.000 case e 75 quartieri e villaggi delle minoranze Rom e Ashkali venivano distrutti. La Comunità Internazionale finora ha ricostruito solo 200 di queste case.

Questo è un quadro desolante della situazione della minoranza rom e sinta in Europa: con la giornata internazionale a loro dedicata l'augurio dell'Associazione per i popoli minacciati è che si apra una riflessione profonda sui crimini del passato e su quelli del presente, per favorire un'integrazione rispettosa della diversità culturale.

Fonte: Associazione per i Popoli minacciati (APM).

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