2 giugno: manifestazione pacifista, via le armi nucleari dall'Italia

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La manifestazione pacifista a Roma in contrapposizione alla parata delle forze armate per la Festa della Repubblica partita da Castel Sant'Angelo ha sfilato per le vie di Roma una lunga bandiera arcobaleno. La contro-parata, scortata dalle forze dell'ordine, è giunta a largo di Torre Argentina intorno alle 12.40: durante il percorso non si sono registrati disordini. A sfilare associazioni pacifiste, Rifondazione comunista, Verdi e Comunisti italiani e i Cobas. Nelle scorse settimane il Centro viterbese di ricerca per la pace si era fatto promotore di un appello online al Presidente della Repubblica affinchè il 2 giugno, Festa della Repubblica, si svolgesse senza la parata militare.

Uno striscione con la scritta 'Via le armi nucleari dall'Italia' di Greenpeace aperto durante la parata della Festa della Repubblica ha lanciato un messaggio a favore del disarmo atomico: nonostante l'Italia abbia ratificato il Trattato di non proliferazione nucleare sono 90 gli ordigni nucleari Usa-Nato presenti nel nostro Paese e ben 480 in tutta Europa, con una potenza pari a 900 volte la bomba di Hiroshima."Non un'azione polemica - ha spiegato Giuseppe Onofrio, direttore delle campagne di Greenpeace in Italia - ma un invito a Governo e Parlamento perché si riapra una nuova stagione di disarmo nucleare". La presenza di ordigni nucleari sul suolo italiano come ad Aviano e GHedi è sconosciuta ad oltre il 60 per cento della popolazione italiana, che in percentuale simile è favorevole al loro smantellamento - riporta una ricerca condotta da Greenpeace."Il disarmo nucleare è un argomento che dovrebbe unire tutti, con la consapevolezza che senza una forte azione in questo senso sarà difficile evitare la proliferazione atomica", ha aggiunto Onufrio.

Proprio ieri è stato finalmente reso noto a New York il rapporto Weapons of Terror ("Armi del terrore") della Commission on Weapons of Mass Destruction dell'Onu, presieduta da Hans Blix. Nella sua dettagliata analisi sulle armi atomiche, il rapporto afferma: "Finché alcune nazioni avranno armamenti nucleari, altre li vorranno. Finché qualcuno di questi armamenti rimarrà, ci sarà il rischio che un giorno verranno usati, volontariamente o per errore. E qualsiasi utilizzo rappresenterebbe una catastrofe". E poi: "La Commissione rifiuta l'idea che gli armamenti nucleari non rappresentino una minaccia nelle mani di qualcuno, mentre nelle mani di altri sottopongano il mondo a un pericolo mortale".

Nei mesi scorsi il governo degli Stati Uniti è stato citato in giudizio da alcuni pacifisti pordenonesi. L'atto di citazione, presentato al tribunale di Pordenone, chiede al giudice di dichiarare che la presenza delle armi nucleari sulla base di Aviano è illecita e dannosa e conseguentemente ordinare agli USA di rimuovere tutte le bombe nucleari dalla base di Aviano e dal territorio nazionale. La prima udienza è stata fissata per il prossimo 7 luglio, alla vigilia del decennale della sentenza con cui la Corte Internazionale di Giustizia ha stabilito che l'uso (o anche la semplice minaccia dell'uso) di armi nucleari è in contrasto con il diritto internazionale e che gli stati hanno l'obbligo giuridico di condurre. Il documento, elaborato da uno staff di avvocati appartenenti alla IALANA (Associazione Internazionale Giuristi Contro le Armi Nucleari) si richiama al Trattato di Non Proliferazione Nucleare, sottoscritto e ratificato dall'Italia, che sancisce l'obbligo per il nostro paese di non ospitare ordigni nucleari e per gli stati nucleari, come gli USA, di non dispiegare tali armamenti al di fuori del proprio territorio. [GB]

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