12 aprile per la pace "Stop Esso Day" in 100 stazioni di servizio della esso

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A Firenze cittadini e volontari di Greenpeace, Rete di Lilliput, Verdi, Emergency, Operatori per la pace, Donne in nero, Ds Isolotto, presidieranno per tutto il giorno 7 stazioni di servizio Esso: verranno distribuiti volantini e adesivi che invitano gli automobilisti a non essere più clienti Esso.
A Bologna e Milano gli attivisti saranno mascherati da tigre, a Vicenza verranno bloccati tutti e 12 gli impianti della Esso. A Brescia ci sarà un carro armato di carta che proverà a fare rifornimento alla Esso, a Modena una "tigre" andrà in bicicletta per la città con la scritta "Stop Esso".
Sarà una manifestazione pacifica, che vuole inviare alla multinazionale un messaggio forte di dissenso verso la sua politica, che ha contribuito all'uscita degli USA dal Protocollo di Kyoto e che la lega al terribile conflitto in Iraq.
"Oltre a chiedere ai consumatori di non rifornirsi più alla Esso, chiediamo alle amministrazioni locali di non rinnovare le forniture di gasolio da riscaldamento e di carburante per i mezzi garantite dalla multinazionale americana" afferma Ascanio Vitale, coordinatore della campagna "Stop Esso War".
La Esso (Exxon-Mobil) è stata uno dei cinque maggiori acquirenti statunitensi e raffinatori di greggio iracheno nel 2001, ma ha fermato ogni acquisto nella primavera 2002, quando l'Iraq impose una sovrattassa illegale per le esportazioni petrolifere. Quando essa fu progressivamente ridotta fino all'azzeramento, le quote di acquisto della Exxon-Mobil ripresero a salire - da 70,000 barili/giorno in luglio a più di 200,000 b/g nel settembre 2002. "A settembre 2001 l'amministrazione Bush ha previsto, nel piano energetico nazionale, una crescita dei consumi di petrolio del 60% nel 2020" - afferma Ascanio Vitale - "il controllo delle riserve di petrolio dell'Iraq è quindi strategico per garantire le forniture agli Usa per i prossimi anni".
Il controllo del petrolio iracheno, secondo bacino mondiale dopo l'Arabia Saudita, darebbe agli USA la possibilità di ridimensionare l'influenza saudita sulle politiche petrolifere, indebolendo l'OPEC e dando a Washington maggior peso sul mercato petrolifero mondiale.
Greenpeace, Rete Lilliput, Bilanci di Giustizia, Botteghe del Mondo e Centro Nuovo Modello di Sviluppo chiedono a tutti i cittadini di non rifornirsi più alla Esso e aderire all'iniziativa attraverso il sito Internet: www.stopessowar.org

Per informazioni:
Enrico Pezza, Coordinatore nazionale campagna Stop Esso War, 3357031996
Andrea Cantini Greenpeace Firenze, 3285632623
Giuliano Trentini Rete di Lilliput Firenze, 3357123507

Campagna Stop Esso War
Greenpeace - Rete di Lilliput - Centro Nuovo Modello di Sviluppo
Associazione Botteghe del Mondo - Bilanci di Giustizia

Fonte: Rete Lilliput

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