Polarizzazione e propaganda: la libertà di stampa nel 2022

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Un aumento della polarizzazione che alimenta le divisioni all’interno dei Paesi e tra Stati a livello internazionale. Questo il dato che emerge dal ventesimo Indice mondiale della libertà di stampa pubblicato ieri, nella giornata internazionale dedicata, dalla ong Reporter senza frontiere. L’edizione 2022 del World Press Freedom Index, che valuta lo stato del giornalismo in 180 paesi e territori, mette in evidenza “gli effetti disastrosi delle notizie e del caos dell’informazione: gli effetti di uno spazio informativo online globalizzato e non regolamentato che incoraggia le fake news e la propaganda”. 

La ong rileva infatti che all’interno delle società democratiche crescono le divisioni. Questo a causa alla proliferazione dei media d’opinione e alla diffusione di circuiti di disinformazione amplificati dai social media. A livello internazionale, invece, “le democrazie sono indebolite dall’asimmetria tra società aperte e regimi dispotici che controllano mezzi di informazione e piattaforme online mentre conducono guerre di propaganda contro le democrazie”.

Alcuni esempi di propaganda applicata

Reporter senza frontiere rileva ad esempio come l’invasione dell’Ucraina (106° posto in classifica) da parte della Russia (155°) riflette questo processo, poiché il conflitto armato è stato preceduto da una guerra di propaganda. Anche in Medio Oriente la mancanza di libertà di stampa continua ad avere un impatto sul conflitto tra Israele (al 86° posto), Palestina (170°) e gli stati arabi.

La polarizzazione dei media sta poi alimentando e rafforzando le divisioni sociali interne anche negli Stati Uniti (al 42° posto) e in Francia (26°), dove secondo le rilevazioni della ong, l’aumento della tensione sociale e politica è alimentato dai social media e dai nuovi media di opinione. La soppressione dei media indipendenti, poi, sta contribuendo a una forte polarizzazione in “democrazie illiberali” come la Polonia (66°), dove le autorità hanno consolidato il controllo sulla radiodiffusione pubblica e la loro strategia di “ri-polonizzazione” dei media privati...

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