Forest bathing e cittadinanza globale, un cammino verso il futuro

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Foto: Unsplash.com

WCL - World Citizen Lab. Una realtà che ha preso il via nel settembre 2018 e di cui Unimondo vi ha già raccontato qualche tempo fa. Perché allora parlarne ancora? Non solo perché anche noi siamo un piccolo nodo della rete che ha come capofila l’associazione Nadir Onlus e partner come Acli, Ali aperte, Atas, Il Gioco degli Specchi, Rastel Aps e CGIL, nonché il sostegno della rete OLA (Oltre l'Accoglienza), un gruppo poliedrico che ha tessuto con cura e pazienza il progetto. Ma soprattutto perché questo gruppo ha accolto la sfida di coniugare la riflessione su temi di portata internazionale con la dimensione territoriale che essi assumono, compito non semplice né scontato, benché necessario. Un traguardo che nel tempo si è impegnato a perseguire questo laboratorio di cittadinanza globale, attraverso una serie di attività e proposte che trovate sulla pagina Facebook di WCL e di cui fa parte anche quella di venerdì prossimo, 21 agosto, presso il Parco del Respiro di Fai della Paganella (Trento).

L’evento condurrà per mano i partecipanti “alla scoperta del forest bathing”, un’antica pratica giapponese di immersione nella natura, un ascolto profondo del bosco e di se stessi per entrare in contatto con la foresta e acquisire una calma consapevolezza delle proprie emozioni e di ciò che ci circonda. Un’attività indubbiamente suggestiva ma anche dai benefici, scientificamente provati, per il corpo e per la mente, a cui si affiancherà l’esperienza del “Mandala land art”, ovvero la costruzione di una rappresentazione simbolica del cosmo con materiali naturali raccolti durante la passeggiata.

Come si arriva però da un percorso di cittadinanza globale ai “bagni di foresta”? Quello che WCL propone è una riflessione per e con la comunità sull’opportunità di uno sviluppo sostenibile planetario: siamo cittadini del mondo e le scelte personali hanno un impatto globale. Attraverso il metodo della ricerca/azione, le persone coinvolte (spesso giovani e migranti) si rendono promotrici di buone pratiche e progetti originali, da condividere con i territori di riferimento e con le scuole, con l’obiettivo di costruire relazioni e fare del lavoro uno strumento per favorire la crescita personale e collettiva anche attraverso l’incontro, oltre le appartenenze specifiche. Protagonisti tre gruppi di giovani (18-35 anni) aiutati da facilitatori che affrontano, nella cornice degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG Agenda 2030), temi di profonda attualità: il recupero e la valorizzazione degli spazi urbani non utilizzati per favorire imprenditoria e aggregazione giovanile; il rapporto tra natura e salute in tempi di cambiamento climatico; il diritto allo studio e alla formazione per tutti e tutte, con un focus particolare sulle opportunità per le seconde generazioni.

Un percorso articolato e ricco di occasioni e spunti di riflessione, anche attraverso eventi pubblici proposti a ingresso libero e aperti alla cittadinanza proprio con l’intento di approfondire, con l’aiuto degli esperti coinvolti, i singoli aspetti dei temi a cui i tre gruppi hanno dedicato tempo, energie e pensiero.

Ecco allora perché l’evento di venerdì merita attenzione particolare: è esempio di un lavoro di rete e ricerca, che è partito da un elemento profondamente caratterizzante per il territorio trentino: la copertura boschiva pari a circa il 60% della superficie. Non un semplice dato da atlante, ma una condizione che determina lo sviluppo del paesaggio e dei suoi abitanti, ne influenza clima e popolazione e si dimostra aspetto incontrastabilmente connesso al benessere della comunità, sia in termini di salute fisica e psicologica che in termini economici, climatici e sociali.

La proposta di un “bagno di foresta” va dunque proprio nella direzione evidenziata in apertura: sollecitare connessioni tra la dimensione globale e quella locale, più personale, di ciascuno e ciascuna, l’unico modo per avere qualche possibilità di comprendere anche le istanze che ci sembrano più distanti, più difficili da avvicinare, più complicate da interpretare. Sperimentare in prima persona i benefici del contatto con il bosco può probabilmente rappresentare quella strada semplice e immediata – e per questo incisiva –per apprezzare l’importanza fondamentale di piccoli e grandi gesti di tutela e salvaguardia del Pianeta che ci ospita.

Anna Molinari

Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.

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