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Rete Lilliput: De Gregorio si dimetta, l'Unione chiarisca
Servizio civile
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"Un vero colpo di mano quello che ha voluto mettere fuori gioco Lidia Menapace dalla presidenza della Commissione Difesa del Senato" - così la Rete di Lilliput commenta le modalità con cui il senatore Sergio De Gregorio (Italia dei Valori) è stato eletto, con 13 voti del centrodestra compreso il proprio, presidente della commissione Difesa del Senato scalzando la candidata del centrosinistra, la senatrice Lidia Menapace che ha ottenuto 11 voti. Rete di Lilliput chiede le dimissioni del neo-eletto Presidente e una chiara conferma della senatrice Menapace precedentemente indicata dall'Unione. La Rete di Lilliput auspica inoltre un ripensamento e una presa di posizione del partito dell'Italia dei Valori e dell'Unione "affinché i percorsi del disarmo siano maggiormente considerati e valorizzati nelle sedi parlamentari".
"Questo segnale suscita preoccupazione sul metodo con cui l'Unione intende affrontare i temi della pace e del disarmo in quanto crediamo che per una politica di prevenzione dei conflitti occorra una strategia compatta e condivisa che non lascia intravedere segnali controversi. Per questo chiediamo le dimissioni del neo-eletto Presidente della Commissione della Difesa del Senato e una chiara conferma della senatrice Menapace precedentemente indicata dall'Unione" - conclude il comunicato di Rete Lilliput.
"Un atto grave di irresponsabilità politica quello del senatore De Gregorio che getta una fosca luce sull'affidabilità di alcune componenti dell'Unione ed in modo particolare dell'Italia dei Valori" - commenta Giorgio Beretta della Campagna di pressione alle 'banche armate'. "Dalle scomposte reazioni già nei giorni scorsi di diversi rappresentanti del centrodestra appariva chiaro il fastidio di ritrovarsi una donna, dichiaratamente pacifista che ha partecipato in prima persona in modo nonviolento alla Resistenza, a presiedere una Commissione la cui attività taluni pensano sia da riservarsi ai soli "addetti ai lavori" provenienti dal mondo dell'industria armiera o ad ex-militari" - conclude Beretta.
Intanto il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro e il senatore Nello Formisano dell'Italia dei Valori hanno chiesto le dimissioni di De Gregorio, eletto alla presidenza della Commissione Difesa del Senato grazie ai voti dell'opposizione. "Il vincolo di partito e di coalizione avrebbe imposto al senatore di votare la candidata dell'Unione. In mancanza di ciò, De Gregorio si colloca fuori dalla linea politica dei Italia dei Valori e fuori dall'Unione" - spiega la nota di Pietro. "Ne tragga le dovute conseguenze politiche più giuste, che sono le naturali dimissioni da presidente della commissione Difesa che, data la votazione, lo configurerebbe come presidente eletto dal centrodestra". Ma la nota continua sottolineando che "l'Italia dei Valori, tuttavia, esprime il disagio di tutti i propri parlamentari per talune scelte, a ruoli anche di vertice istituzionale, che appaiono essere espressione di posizioni estreme in seno all'Unione e quindi in contrasto con l'esigenza di armonia e di sintesi che una coalizione ampia ed articolata deve sempre saper preservare".
Sarebbe stato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Renato Schifani, a telefonare la notte scorsa a De Gregorio per chiedergli se fosse disponibile a diventare il "loro" candidato in commissione Difesa ha raccontato il senatore forzista Paolo Guzzanti, vecchio amico di De Gregorio. Un articolo de 'La Stampa' descrive miniziosamente la vicenda politica del senatore De Gregorio.
Sulla vicenda, la capogruppo dei senatori dell'Unione, Anna Finocchiaro commenta che "se un senatore si può permettere di giocare da solista, accettando i voti dell'opposizione in cambio di una poltrona, la maggioranza rischia di non tenere". E ritiene "necessario ed urgente un chiarimento all'interno del centrosinistra, e soprattutto con l'Italia dei Valori". Manuela Palermi (presidente del gruppo Insieme con l'Unione, Verdi-Pdci e capogruppo nella Commissione Difesa), schierandosi al fianco della candidata di Rifondazione chiede le dimissioni di De Gregorio: "Quello che è accaduto oggi è un atto di gravità inaudita. Chiederò nelle sedi opportune, che il senatore De Gregorio sia invitato a dimettersi da presidente della Commissione Difesa".
Un "segnale preoccupante per le attese del personale militare che da anni si batte per il rispetto dei principi costituzionali e per la democratizzazione delle Forze Armate"- così il direttore de "Il Nuovo Giornale dei Militari", Antonella Manotti, commenta la non elezione di Lidia Menapace a Presidente della Commissione Difesa del senato. Nell'esprimere "solidarietà alla senatrice Lidia Menapace, rispetto a quanto accaduto in occasione della elezione del Presidente della Commissione Difesa del senato" la direttrice definisce il fatto "un segnale preoccupante, soprattutto se si leggono le dichiarazioni a sostegno del candidato dell'Italia dei Valori". La direttrice del giornale si chiede poi se le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dalla senatrice Menapace non siano "state utilizzate per manovre politiche non proprio limpide" come il rifiuto alla proposta, presentata da Gigi Malabarba e firmata da 60 parlamentari, di rifare la commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito", o contrarie al diritto alla sindacalizzazione per i lavoratori con le stellette che, invece, hanno bisogno di poter tutelare i propri interessi⅀.".
La senatrice Lidia Menapace è nata a Novara nel 1924 ed ha partecipato in modo nonviolento alla Resistenza: impegnata nel movimento cattolico è stata docente universitaria e fondatrice del "Manifesto" ed è tra le voci più significative della cultura delle donne, dei movimenti della società civile e della nonviolenza. Nelle elezioni politiche del 9-10 aprile 2006 è stata eletta senatrice e diversi movimenti di ispirazione pacifista e femminista hanno promosso la sua candidatura in occasione delle elezioni del Presidenza della Repubblica. [GB]