ONU e i preparativi di una guerra da fermare

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Il costo di questa fase iniziale ammonterebbe a 37,4 milioni di dollari e gia il World Food Programme ha detto di aver approntato cibo sufficiente per 900.000 persone per un mese, mentre l'UNICEF ha iniziato a spostare rifornimenti in Iraq e in quattro paesi vicini. Considerato che solo il prossimo 27 gennaio si saprà il responso finale degli ispettori dell'ONU, l'amministrazione Bush si trova in difficoltà . "Ma la storia non è mai scritta prima di svolgersi. Esiste ancora la possibilità di fermare la macchina bellica. Sta anche a noi agire, e lo stiamo tutti facendo" commenta Fabio Alberti presidente di "Un ponte per". La Coalizione europea contro la guerra ha scritto una lettera al coordinamento del Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre affinchè venga rilanciata la proposta europea di mobilitazione per il prossimo 15 febbraio in tutte le capitali. In Italia il prossimo fine settimana a Firenze si terranno le riunioni del gruppo dei Fori Sociali Basta Guerre e il Gruppo Nonviolenza di Rete di Lilliput per pensare iniziative comuni per i giorni 17-18 gennaio, decimo anniversario dell'inizio della prima guerra all'Iraq. E contro il commercio d'armi continua la campagna per la salvare la legge 185/90 con una lettera dei portavoce al presidente del Senato, che a suo tempo aveva ricevuto una delegazione della campagna stessa. La Campagna 185 , prossima a diventare un network stabile sul disarmo richiede prima della votazione in Senato prevista per il 28 gennaio di spedire via e-mail delle lettere ai senatori del proprio colleggio. E anche Noam Chomsky e Alex Zanotelli hanno aderito alla campagna per la difesa legale dell'associazione responsabile del sito Peacelink.it, citata per danni da un consulente Nato.

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