Italia: richieste delle Ong su finanziaria e servizio civile

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Superato il pericolo dello "scippo della finanziaria del 2004" ai fondi stanziati per la cooperazione internazionale di 250 milioni di euro proposto dall'ex Ministro Giulio Tremonti, alla vigilia della presentazione del DPEF l'Associazione delle ONG italiane presenta un documento in cui manifesta le richieste per la Finanziaria 2005. A fronte della "reiterata pratica di non consultazione con le parti sociali in occasione di questo DPEF - dichiara il Presidente dell'Associazione Sergio Marelli - le ONG italiane avanzano al Governo una richiesta pressante perché la finanziaria 2005 non sia la prossima mossa con cui abbandonare milioni di poveri ai loro destini".

"Gli impegni assunti dal nostro Paese e riconfermati nel corso dei Summit mondiali, sono vincolanti e non possono essere disattesi" - si legge nel comunicato. Gli stanziamenti per la cooperazione internazionale e gli aiuti ai Paesi poveri, nel 2004 ridotti ad un vergognoso 0,16% del PIL, devono essere decisamente incrementati. Essere annoverato tra gli 8 grandi della terra impone anche l'assunzione delle responsabilità e di una condotta coerente con il ruolo internazionale occupato dal nostro Paese".

Il documento delle Ong italiane sottolinea inoltre che "i patti sottoscritti in sede di Consiglio dei Ministri della Unione Europea (Barcellona 2002) devono essere mantenuti. "In tale sede, questo stesso Governo si era vincolato a tenere il passo degli altri Paesi della UE nell'incremento delle risorse devolute per l'Aiuto ai Paesi poveri, assumendo obiettivi vincolanti e tempi definiti al fine di contribuire all'innalzamento allo 0,39% della media europea delle risorse destinate alla cooperazione internazionale entro il 2006". "Per il nostro Paese tutto ciò significa - nota il documento - prevedere l'allocazione alla cooperazione internazionale di risorse pari almeno allo 0,27% del PIL per il 2005, tappa intermedia e minimale per proseguire nel raggiungimento dello 0,7% richiesto dalle Nazioni Unite per soddisfare gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio fissati dalla Assemblea Generale Onu a fine 2000.

Tra le proposte dell'Associazione delle Ong italiane vi sono la destinazione di almeno il 6% del fondo per l'APS ad attività promosse dalle Ong; la definizione di vincoli e regole nell'utilizzo dei fondi, anche per i soggetti del settore privato; l'esenzione dalla tassazione delle indennità percepite dai volontari impiegati all'estero; l'innalzamento della deducibilità al 20% dell'imponibile per donazioni elargite a favore delle Ong; L'adozione di legislazioni che consentano il reperimento di nuove risorse da destinare all'Aiuto pubblico allo Sviluppo (APS) e l'allocazione di 300 milioni di euro per il servizio civile.

E sulla questione dei fondi al servizio civile si sofferma un comunicato di Aon (Associazione obiettori nonviolenti). "Se la Camera dei Deputati darà il nulla osta definitivo al provvedimento di anticipo della fine della leva obbligatoria senza che contestualmente vengano date adeguate garanzie al servizio civile, quest'ultimo rischia di scomparire" - dichiara Massimo Paolicelli, presidente dell'Associazione Obiettori Nonviolenti. Il provvedimento licenziato ieri dal Senato anticipa il congelamento della leva e fa venir meno anche il servizio civile degli obiettori, ma si preoccupa solo di dare ulteriori incentivi alle Forze Armate per il reclutamento dei volontari. Va ricordato che mentre la Difesa dispone per il 2004 di un bilancio di 19.670 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti i 1.200 milioni di euro per le missioni, al servizio civile sono stati assegnati solo 119 milioni di euro.

"E' ora di smetterla - prosegue Paolicelli - di vedere il servizio civile come difesa della Patria solo quando si deve accentrare il potere di gestione e quando lo si vuole leggere come concorrenziale al servizio militare e di conseguenza bloccarlo con molti paletti. Quando invece si fanno le riforme o si danno i fondi nessuno si ricorda le parole della Corte Costituzionale, che è intervenuta anche recentemente per ricordare che il servizio civile è una forma di adempimento del dovere di difesa della Patria sancito dall'articolo 52 della Costituzione" - nota Paolicelli.

Il servizio civile, che dispone di appena 119 milioni di euro, rischia infatti di non avere i fondi necessari per mantenere lo stato attuale delle cose. Quest'anno svolgono servizio civile 30.000 obiettori e 38.000 volontari, per un costo di 270 milioni di euro, coperto grazie ad alcuni residui che si sono aggiunti ai 119 milioni di euro previsti nel fondo del servizio civile. "Il prossimo anno non ci saranno i 30.000 obiettori, e se il fondo resta uguale non partirebbero neanche 20.000 giovani" - avverte Aon - che considera un primo passo in avanti, "la proposta presentata oggi dall'onorevole Piero Ruzzante dei DS e sottoscritta da un centinaio di deputati del Centro-sinistra che contiene per il servizio civile una maggiore flessibilità, incentivi ed un ulteriore impegno economico".

Un'iniziativa quest'ultima salutata positivamente anche da Amesci, l'Associazione mediterranea per lo sviluppo del servizio civile, che ha lanciato la proposta di creare un network per la difesa del servizio civile. "Auspichiamo l'aggregazione di un network di soggetti variegati e compositi che permetta di dare voce ai giovani volontari, alle associazioni e agli Enti" - ha affermato il presidente Enrico Maria Borrelli. Tra le principali organizzazioni che insieme ad Amesci sostengono l'iniziativa di un network per la promozione del servizio civile vi sono ANFFAS, AIMAC (Associazione italiana malati di cancro), Aon, Fish, UIL Giovani e FAVO (Federazione delle associazioni di volontariato oncologico).

Va ricordato che nei giorni scorsi il Ministro della difesa Antonio Martino ha annunciato un emendamento inteso a ridurre a metà il taglio alle spese del dicastero della Difesa, portandolo dai previsti 1,8 miliardi di euro a soli 900 milioni. [GB]

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