Iraq: Forum Solint chiede al governo una vera cooperazione

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"La positiva decisione del Ministro degli Esteri D'Alema di rinunciare all'invio di un contingente civile-militare in Iraq ma di definire un efficace programma di cooperazione a livello politico, economico e umanitario va ora tradotta in concreto" - chiedono in un comunicato le Ong del Forum Solint. Nei giorni scorse le Ong del Forum (Cisp, Coopi, Cosv, Intersos, Movimondo e Associazione delle Ong italiane) avevano espresso dubbi sulla missione civile-militare, ma "ritengono ora di potere esprimere alcuni suggerimenti come contributo alla definizione delle scelte e delle priorità della cooperazione italiana con l'Iraq".

"Il coordinamento multilaterale è la via maestra per dare efficacia alle iniziative di cooperazione volte al rafforzamento delle istituzioni democratiche, della sicurezza, dello sviluppo infrastrutturale ed economico dell'Iraq" - dichiara Nino Sergi nella nota odierna di Intersos, una delle Ong del Forum. "La scelta multilaterale esprimerebbe anche una reale svolta dando priorità alla collaborazione tra stati rispetto alla prepotenza unilaterale".

Le Ong chiedono inoltre al Governo italiano di "considerare prioritario il mantenimento all'Iraq della piena sovranità sul petrolio iracheno e sui profitti che ne derivano". "Ogni altra decisione che favorisse prioritariamente realtà e interessi non iracheni rappresenterebbe, secondo il Forum Solint, una sottrazione di risorse all'Iraq che non potrebbe essere compensata da nessuna forma di cooperazione". "Essa assumerebbe anzi - secondo Sergi - "un grande e scandaloso inganno, perdendo totalmente di significato".

Il rafforzamento del processo democratico iracheno passa dallo sviluppo delle organizzazioni della società civile a garanzia di tale processo e a sua difesa. "Significherebbe anche aiutare il dialogo tra le comunità e quindi la pace" - continua la nota. "Le reali necessità della popolazione, oltre a quelle già evidenti che richiedono investimenti infrastrutturali per l'elettricità e l'acqua potabile, dovrebbero guidare le scelte del Governo italiano".

La nota ne elenca alcune sulla base del vissuto in Iraq delle Ong del Forum e del ritorno in immagine per l'Italia che "diventerebbe agli occhi degli iracheni il paese amico e amato": dalla fornitura dei farmaci agli ospedali iracheni, oggi molto carente, al sostegno al funzionamento delle università e al collegamento con la comunità scientifica internazionale, all'assistenza umanitaria e al reinserimento degli sfollati obbligati a lasciare le proprie abitazioni a causa dell'appartenenza etnica o religiosa, alla tutela del prezioso patrimonio culturale iracheno.

"Tutte iniziative di cooperazione - conclude la nota - che "non richiedono una presenza permanente di personale civile italiano; anche perché non potrebbe muoversi se non a rischio della propria vita e comunque impegnando per la propria tutela, in modo improprio, personale militare della rappresentanza diplomatica italiana. Le capacità per potere assumere la propria ricostruzione sono già in Iraq e sono garantite dagli iracheni".

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