Benvenuto 2016! Rinnoviamo l’impegno per la pace e la solidarietà

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Anche nel 2015 Unimondo ha continuato ad informare sulle numerose iniziative delle associazioni della società civile per promuovere l’impegno per la pace, lo sviluppo sostenibile, il rispetto dei diritti umani, la salvaguardia dell’ambiente, i beni comuni e il consumo critico, l’accoglienza dei migranti, per citare solo alcune delle voci presenti nelle nostre guide. Sono già quasi 15mila gli articoli pubblicati sul nostro portale in questi 17 anni – tutti accessibili gratuitamente nell'archivio – che costituiscono una miniera preziosa di informazioni e di memoria storica per i lettori. Le informazioni di Unimondo, e tante altre che non siamo riusciti a pubblicare sul sito, hanno trovato spazio anche sulla pagina “Unimondo Face2Facebook” e sono state rilanciate dal nostro profilo Twitter.

Il 2015 è stato un anno difficile per molte popolazioni. Vogliamo ricordare in particolare il dramma dei profughi e dei migranti: un dramma spesso nascosto, oppure sbandierato soprattutto per creare tensioni ansiogene. Ma che ha visto anche la solidarietà vera di moltissime associazioni tra cui, proprio in questi giorni, quella di Benvenuti Rifugiati Italia.

Vogliamo anche ricordare il conflitto in Yemen, una delle numerose “guerre dimenticate”, soprattutto dai nostri media nazionali. Un conflitto che – come riportano le agenzie dell’Onu – ha già causato più di 5.880 morti di cui più di 2.700 tra la popolazione civile (di cui 600 bambini) e milioni di sfollati. Un conflitto che si è esacerbato a seguito dell’intervento militare di una coalizione guidata dall’Arabia Saudita: un intervento svolto senza alcuna legittimazione da parte delle Nazioni Unite che, anzi, hanno ripetutamente stigmatizzato gli “attacchi sproporzionati” da parte delle forze aeree della coalizione saudita. Nonostante il Consiglio europeo si sia dichiarato “estremamente preoccupato per l'impatto delle ostilità in corso in Yemen”, inclusi i bombardamenti e per gli attacchi indiscriminati contro le infrastrutture civili, in particolare le strutture sanitarie e le scuole, l’Italia ha continuato ad inviare bombe alle forze armate dell’Arabia Saudita. Unimondo ha documentato che diversi ordigni inesplosi di provenienza italiana sono stati ritrovati in Yemen nelle zone civili bombardate dall’aeronautica militare saudita. Rete italiana per il Disarmo, Amnesty Itala e l’Osservatorio OPAL di Brescia hanno ripetutamente chiesto al governo italiano di sospendere l’invio di bombe ai sauditi: i ministri degli Esteri e della Difesa non hanno accettato di incontrare gli esponenti delle tre associazioni e anzi si sono spesso giustificati dicendo pubblicamente che sarebbe “tutto regolare”.

Tutto questo fa capire come sia assolutamente necessario mettere nell’agenda del nuovo anno un impegno specifico per il controllo delle esportazioni di armamenti. Lo scorso luglio, Rete Disarmo ha promosso alla Camera una conferenza stampa (qui il video) per fare un bilancio a 25 anni dall’entrata in vigore della legge 185 che dopo decenni di mobilitazioni delle associazioni della società civile, nel 1990 ha introdotto nel nostro Paese “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”. Come ha evidenziato Unimondo, in questi 25 anni la legge 185 è stata applicata dai vari esecutivi con pochissimo rigore,ma soprattutto è stata fortemente intaccata la trasparenza tanto che dalle Relazioni consegnate al Parlamento negli ultimi anni non è più possibile conoscere i dettagli dei miliardi di euro di sistemi militari esportati dall’Italia nei vari paesi del mondo.

Nuovi impegni per la pace e il disarmo

I conflitti in varie zone del mondo, le tensioni internazionali e gli annunci di nuovi missioni militari da parte dell'Italia non hanno tolto la voce al popolo della pace che lo scorso anno ha continuato a promuovere numerose iniziative. Ne vogliamo ricordare in particolare una: la Campagna “Un’altra difesa è possibile” ha raccolto e consegnato alla Camera le 50mila firme necessarie per presentare la “Legge di iniziativa popolare per la Difesa civile, non armata e nonviolenta”. Inoltre, il 15 dicembre (Giornata dell’obiezione di coscienza e del servizio civile) è stata annunciata in Parlamento la presentazione di un progetto di Legge sulla Difesa civile non armata e nonviolenta che ripropone lo stesso testo della legge di iniziativa popolare. “Nel 2016 – scrive il comitato promotore – tutti i gruppi territoriali della Campagna sono invitati a interpellare i Parlamentari del proprio collegio per promuoverne la discussione e i contenuti”. E’ questo l’impegno più importante che ci attende nel nuovo anno.

E, proprio allo scadere del 2015, è stato pubblicato sul sito dell’Ufficio Nazionale del Servizio Civile il bando per gli enti che vorranno presentare progetti per la sperimentazione dei Corpi Civili di Pace. Un passo importante che pone  le basi per la realizzazione di più ampia e strutturata della “difesa civile, non armata e nonviolenta” in situazioni di conflitto e di emergenze ambientale. Pur evidenziando alcune criticità, le associazioni del Tavolo Interventi Civili di Pace “esprimono soddisfazione per l’atteso avvio di questa esperienza, alla quale parteciperanno apportando il proprio contributo in termini di personale, formatori, conoscenza del contesto e partenariati in luoghi di conflitto nella consapevolezza che un nuovo modello di intervento civile e nonviolento nei conflitti può interrompere la spirale di guerra e terrorismo, e consentire al nostro paese di farsi promotore un modello originale, innovativo e sostenibile di azione per la pace e la sicurezza anche a livello internazionale”.

In questo contesto vogliamo anche segnalare una notizia che forse è sfuggita ai molti lettori: lo scorso 28 ottobre una stanza della Camera dei Deputati è stata intitolata a Massimo Paolicelli, storico esponente del movimento pacifista morto due anni fa dopo una lunga malattia. “Un riconoscimento importante per un uomo che si è sempre battuto per la pace” – ha commentato Giulio Marcon, deputato di Sinistra Ecologia e Libertà. Nella sua ultima lettera agli amici Massimo ci ha regalato alcune parole che vogliamo assumere come impegno per il nuovo anno: “Tante gocce possono scalfire la roccia: cerchiamo di scalfire la roccia dell’indifferenza e dell’egoismo e costruiamo, in nome di Dio, un mondo di giustizia, pace e solidarietà”.
Buon 2016 a tutti!

La redazione di Unimondo

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