3 ottobre: dieci anni fa a Sarajevo la morte di un volontario

Stampa

Dieci anni fa a Sarajevo Gabriele Moreno Locatelli, volontario di Beati i costruttori di pace, veniva ucciso da un cecchino nel corso di un'azione di pace. La capitale bosniaca ricorda l'evento con una delegazione del comune di Canzo e di Beati i costruttori di pace.

Morì colpito a morte da un cecchino nel corso di un'azione di pace, compiuta con altri quattro volontari, tutti disarmati, mentre cercavano di attraversare il ponte Vrbanja, dove si fronteggiavano le milizie serbe e quelle bosniache, portando ai contendenti un messaggio politico, una bandiera della pace e un pane simbolo di riconciliazione.

Aveva 34 anni ed era originario di Canzo, vicino a Como.

Una delegazione dei "Beati", partita da Padova stamane e della quale fa parte anche don Albino Bizzotto, presidente dell'associazione, sta raggiungendo in queste ore la capitale bosniaca per partecipare a una celebrazione ufficiale voluta dalla Municipalità di Sarajevo e dal Comune di Canzo. Sul ponte Vrbanja, nei pressi del quale già esiste una strada intitolata a Locatelli, verrà domani scoperta una lapide e al Teatro dei Giovani si svolgerà un incontro civile e interreligioso. "Gabriele Moreno è uno di noi, è un sarajevese" hanno detto in più occasioni gli amici bosniaci di Beati i Costruttori di Pace.

A dieci anni da quella morte, Beati i Costruttori di Pace ricorda Gabriele Moreno e il suo sacrificio per la pace. "Quella morte non è stata vana - commenta don Albino Bizzotto - perché in dieci anni l'impegno della società civile all'interno dei conflitti ha fatto molta strada. Oggi non è più tabù entrare nel merito delle guerre, siano esse in Bosnia, in Kosovo, in Palestina, in Iraq o in Africa. E le azioni di interposizione nonviolenta e di diplomazia popolare, come quella in cui è rimasto ucciso Gabriele Moreno, sono diventate la sostanza del movimento per la pace. Crediamo però necessario ristabilire la verità su quella morte, dopo tutta la sofferenza, le calunnie e l'isolamento da parte delle altre associazioni pacifiste che in questi anni come Beati abbiamo dovuto sopportare. Oggi, a differenza di quanto è accaduto dieci anni fa, nessuno si sognerebbe di dire che Rachel Corrie, la pacifista ventitreenne americana schiacciata e uccisa da una ruspa a Gaza mentre si opponeva all'abbattimento di una casa palestinese, era una esaltata o aveva alle spalle qualcuno che la voleva mandare a morire".

Fonte: Pax Christi

Ultime su questo tema

Dall’obiezione di coscienza all’opzione fiscale

23 Novembre 2022
La pace non è semplice assenza di guerra, ma un percorso che si costruisce garantendo giustizia, luoghi per la ricomposizione dei conflitti e disarmo. (Laura Tussi)

Insieme per fare informazione. In nome di un mondo migliore

15 Aprile 2021
Da oggi Raffaele Crocco è il nuovo direttore di Unimondo. Resta anche direttore responsabile dell’Atlante. Due progetti che si affiancano con l’idea di diventare un migliore strumento di informazione.

L'aggravarsi delle diseguaglianze, l'affermarsi delle furbizie e degli egoismi. Che fare?

06 Aprile 2021
La pandemia ha rivelato anche antichi vizi italiani. Ma le democrazie si reggono se ci si affida in primo luogo alla propria disponibilità ad essere cittadini attivi e a concorrere al perseguimento...

Dossier: mappe dell’accoglienza in Italia

28 Marzo 2021
Dati e numeri per capire le politiche migratorie e la gestione dell’accoglienza in Italia.

Un progetto per cambiare il mondo

19 Febbraio 2021
 La "Terrestrità" è un neologismo creato da Alfonso Navarra, il portavoce dei Disarmisti esigenti. Il progetto Memoria e Futuro, all'interno della Rete per l'educazione alla "Te...

Video

Esseciblog: Il servizio civile nazionale