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15 maggio: giornata internazionale degli Obiettori di Coscienza
Servizio civile
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Quest'anno la Giornata internazionale degli Obiettori di Coscienza (OdC) è dedicata alla resistenza nonviolenta contro l'occupazione israeliana e al movimento dei refusenik israeliani.
Per l'occasione, Punto Pace Pax Christi e l'Associazione Obiettori Nonviolenti consegneranno all'Ambasciatore israeliano in Italia una lettera in cui si chiede al governo israeliano di riconoscere il diritto all'obiezione di coscienza secondo le risoluzioni della Commissione dei Diritti dell'Uomo dell'ONU e di liberare immediatamente tutti gli obiettori imprigionati.
A livello internazionale WRI rilancia nell'occasione del 15 maggio un appello perché Israele riconosca il diritto all'obiezione di coscienza.
In Israele, cresce il numero dei giovani e dei riservisti che rifiutano l'arruolamento in nome della propria coscienza, dicendo "no" al servizio nelle Forze armate perché non condividono la politica del governo israeliano nei confronti dei Palestinesi e dei Territori Occupati.
Secondo un rapporto presentato alla Commissione dei Diritti Umani dell'Onu sull'obiezione di coscienza in Israele, sono più di 180 gli obiettori incarcerati tra il settembre 2001 e il Gennaio 2003 - in tutto, più di 6.500 giorni di carcere.
Tra le molte testimonianze di giovani che coraggiosamente rifiutano di prestare servizio nell'esercito, quella di Noa Kaufman diciottenne israeliana: "ricordo il giorno in cui capii veramente che non solo io non appartenevo all'esercito, ma che l'esercito avrebbe agito contro di me, se necessario, ed ho ricordato il giorno in cui mi sono scontrata con l'Idf (Israel Defense Forces) il giorno in cui compresi che non appartenevo a loro, che loro non mi volevano, il giorno in cui fui certissima che la resistenza era la scelta più giusta della mia vita". Noa quel giorno partecipava a una manifestazione contro la costruzione del muro eretto a Abu Dis, quello che più di ogni altro simboleggia l'alienazione e la segregazione tra israeliani e palestinesi. Dopo la carica dell'esercito che disperdeva i manifestanti la giovane israeliana ha maturato la sua decisione.
Ora Noa è riuscita ad ottenere l'esonero dal servizio militare tuttavia ci fa sapere che sia pure "con sentimenti di gioia e tristezza per la morte del mito dell'esercito", la consapevolezza che il rifiuto alla leva, al servizio dell'occupazione, dei check points, dei carrarmati, o anche solo al servizio di un ufficio militare non è finito quando ha avuto il certificato di esenzione. Il suo rifiuto è appena cominciato.
Fonti: WRI, Redattore Sociale, Movimento Nonviolento;