Il messaggio di pace di Daniel Barenboim e dell’orchestra di musicisti israeliani e palestinesi

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Foto: Larisa Birta da Unsplash.com

In un momento tragico per il Medio Oriente e per tutto il mondo che crede in una convivenza pacifica fra i popoli, un messaggio di speranza arriva dalla musica. È quella del direttore d'orchestra Daniel Barenboim, che fra i vari progetti musicali ne ha alcuni che prevedono il coinvolgimento, fianco a fianco, di musicisti israeliani e palestinesi.

Daniel Barenboim, pianista e direttore d’orchestra, dirige un’orchestra composta da israeliani e palestinesi nella convinzione che la musica possa essere un linguaggio per favorire l’empatia, il dialogo e la pace. Baremboim stesso è un esempio di contaminazione: argentino di nascita, ha cittadinanza spagnola, israeliana e palestinese. Dal 1992 è direttore musicale dell’Opera di Stato di Berlino e ha ricoperto tale ruolo anche al Teatro alla Scala di Milano dal 2011 al 2015. 

Precedentemente era stato direttore musicale alla Chicago Symphony Orchestra e all’Orchestre de Paris. Nel 2008 è vincitore del premio Colombe d’Oro per la Pace, premio assegnato annualmente dall’Archivio disarmo a una personalità distintasi in campo internazionale. Dopo la recrudescenza bellica tra Hamas e Israele, il maestro Barenboim ha raccontato alla stampa internazionale il dolore per l’attacco della settimana scorsa, ma anche diffuso un messaggio di speranza e di pace e convivenza nell’atavica guerra mediorientale.

UN’ACCADEMIA PER LA PACE

A Berlino è avviato il progetto di Daniel Barenboim per favorire la pace e il dialogo tra popoli attraverso la musica. L’artista aveva lasciato la direzione musicale del Teatro alla Scala proprio per concentrarsi maggiormente sui suoi progetti a Berlino. Nella metropoli tedesca, accanto alla funzione di direttore d’orchestra alla Staatsoper Unter den Linden, ha dato vita a una nuova Accademia musicale che si ispira all’esperienza della sua West-Eastern Divan Orchestra, un’orchestra sinfonica che unisce giovani musicisti professionisti provenienti da Israele e da diversi Paesi arabi, con lo scopo di favorire attraverso la musica classica il dialogo e la convivenza pacifica.

I lavori sono terminati nel 2016 e l’Accademia è stata inaugurata nel 2017. Il progetto, che mira a sostenere una scuola di musica in grado di offrire a studenti provenienti da paesi, culture e religioni storicamente nemici del Medioriente, si è avverato. L’idea di Barenboim è altresì quella di promuovere la pace, il dialogo e la tolleranza attraverso il linguaggio universale della musica. Il direttore e pianista argentino-israeliano ha assicurato che il messaggio di pace che lui e i suoi collaboratori cercano di inviare da decenni insieme a diverse organizzazioni deve essere ascoltato ora “più forte che mai” nel mezzo della guerra scatenata da Hamas in Israele.

Molti dei musicisti vivono nella regione, altri hanno contatti con i loro luoghi d’origine. Ciò è rafforzato dalla convinzione che a questo conflitto possa esserci una soluzione solo basata sull’umanesimo

LA GUERRA IN CORSO IN MEDIO ORIENTE

Barenboim ha affermato in un articolo pubblicato questo venerdì 13 ottobre 2023 dal quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung nella sua edizione digitale che “dopo la barbarie del terrorismo di Hamas e della guerra, può sembrare ingenuo, ma non lo è: basta! Ora dobbiamo tutti vedere l’essere umano negli altri”. “Ci arrendiamo alla violenza e lasciamo morire i nostri sforzi per la pace o insistiamo sul fatto che può e deve esserci la pace?”, si è chiesto retoricamente il musicista e attivista.

È un concetto e un pensiero molto alto da ribadire: “Ci arrendiamo alla violenza e lasciamo che i nostri sforzi di pace muoiano o insistiamo sul fatto che può e deve esserci pace?”. Riguardo ai suoi due progetti musicali per favorire il dialogo tra palestinesi e israeliani – l’orchestra Divan Oriental-Occidental e l’Accademia Barenboim-Said di Berlino –, ha detto che quasi tutti i suoi musicisti e studenti sono direttamente colpiti dal conflitto.

“Molti dei musicisti – ha confessato Barenboim – vivono nella regione, altri hanno contatti con i loro luoghi d’origine. Ciò è rafforzato dalla convinzione che a questo conflitto possa esserci una soluzione solo basata sull’umanesimo, senza la forza delle armi e senza occupazione. Il nostro messaggio di pace deve essere ascoltato più forte che mai. Ma c’è il grande pericolo che la voce di tutti coloro che vogliono la pace si perda nel rumore degli estremisti e della violenza. L’umanitarismo è universale e il riconoscimento di questa verità da entrambe le parti è l’unica via. Il dolore degli innocenti da entrambe le parti è insopportabile”.

E quindi tutti noi che abbiamo la facoltà e ancora la possibilità di scrivere e denunciare e condannare dobbiamo per forza continuare a dichiarare le nostre posizioni pacifiste e nonviolente e servirci di tutti i mezzi a nostra disposizione. Anche la musica del Maestro Barenboim.

Noi amici della pace dobbiamo denunciare le violenze e ripudiare ogni guerra, a partire dalle testate giornalistiche pacifiste che ancora ci accolgono e ci permettono di svolgere la nostra mission. Abbiamo il diritto e il dovere di appellarci al pacifismo, con le dichiarazioni di pace e del ripudio di ogni violenza, per portare questa azione di denuncia nelle piazze e nelle manifestazioni internazionali di tutto il mondo, a partire dai territori dove viviamo. Esattamente come fa il Maestro Daniel Barenboim con la sua musica.

Laura Tussi

Docente, giornalista e scrittrice, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Coordinamento Italia Campagna Internazionale ICAN - Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale, collabora con diverse riviste telematiche tra cui PressenzaPeacelinkIldialogoUnimondo, AgoraVox ed ha ricevuto il premio per l'impegno civile nel 70esimo Anniversario della Liberazione M.E.I. - Meeting Etichette Indipendenti, Associazione Arci Ponti di Memoria e Comune di Milano. Autrice dei libri: Sacro (EMI 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2009), Il pensiero delle differenze(Aracne 2011), Educazione e pace (Mimesis 2012), Un racconto di vita partigiana - con Fabrizio Cracolici, presidente ANPI Nova Milanese (Mimesis 2012), Dare senso al tempo-Il Decalogo oggi. Un cammino di libertà (Paoline 2012), Il dialogo per la pace. Pedagogia della Resistenza contro ogni razzismo (Mimesis 2014), Giovanni Pesce. Per non dimenticare (Mimesis 2015) con i contributi di Vittorio Agnoletto, Daniele Biacchessi, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Ketty Carraffa, Antifascismo e Nonviolenza (Mimesis 2017), con Alfonso Navarra, Adelmo Cervi, Alessandro Marescotti.  Collabora con diverse riviste di settore, tra cui: "Scuola e didattica" - Editrice La Scuola, "Mosaico di Pace", "GAIA" - Ecoistituto del Veneto Alex Langer, "Rivista Anarchica". Promotrice del progetto per non dimenticare delle Città di Nova Milanese e Bolzano www.lageredeportazione.org e del progetto Arci Ponti di memoria www.pontidimemoria.it. Qui il suo canale video.

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